Capitolo 18

2.3K 142 16
                                    

Siamo a Washington da un paio di settimane e tu ancora non ne vuoi sapere di svegliarti. Come promesso, quando riesco, chiamo casa, sento periodicamente mia mamma e quelle pazze di Octavia e Raven tramite Skype. Non mancano mai di ricordarmi di prendermi cura di me, ma non ci riesco.

Ogni giorno mi tiro su dal letto di questa stanza di albergo, scialba, anonima e priva di calore, con la speranza di sentire di nuovo la tua voce e di vedere di nuovo i tuoi bellissimi occhi morire nei miei. Infatti, tutte le mattine corro come una pazza nella tua stanza e rimango lì, finché non mi cacciano via, di solito la sera sul tardi.

Ti sto annoiando con tutti i miei assurdi discorsi, parlo di cose senza senso e, in tutta franchezza, non so perché lo faccio, ma mi aiuta... mi fa sentire più vicino a te.

Devo ammettere che non so più cosa inventarmi per provare a scuoterti un po'. Ho bisogno di te Lexa, ti prego, svegliati!

Anche stamattina sono arrivata presto in ospedale. Sono venuta da sola, Anya aveva un meeting di lavoro. Così ho portato un caffè sia a Callie che a Jane, l'infermiera di turno. Sai, siamo diventate molto amiche. Mi sfogo spesso con loro delle mie paure delle mie angosce e loro sono molto pazienti e comprensive.

Ora sono qui, seduta, come sempre, sulla sedia accanto al tuo letto. Ti accarezzo la mano, giocando con le tue dita. Aspettando un tuo piccolo gesto, una stretta o un movimento delle dita...

"Sai, Lexa, continuo a leggere la tua lettera... l'ho quasi consumata ma, è più forte di me, ho bisogno di farlo. Ieri, in uno dei miei tanti momenti tristi e depressi, te ne ho scritta una anche io. Lo so probabilmente è una sciocchezza, ma non riuscivo più a tenermi tutto dentro... avevo bisogno di sfogarmi. Così, ho preso carta e penna e ti ho scritto. Mi sa proprio che oggi te la leggerò, a meno che tu non decida di svegliarti, per strapparmela di mano, e leggerla in tutta privacy... ok, forse sto esagerando, me ne rendo conto, ma lo sai che sono venuta qui per darti il tormento e lo sai che sono testarda in quello che faccio...", sorrido della mia ultima frase mentre ti sfioro la mano con le labbra per un dolce bacio.

Mi alzo per sgranchirmi un po' e afferro la lettera che ho in borsa. Giro nervosamente nella camera come se avessi paura di leggere le parole che ho scritto per te. Mi avvicino alla finestra perdendomi a guardare il giardino dell'ospedale. Oggi c'è un sole splendente che fa brillare ancora di più i colori della primavera. Se solo tu potessi vederli insieme a me, Lexa...

Sospiro riportando il mio sguardo sulla tua figura ancora inerme. Mi risiedo al tuo fianco e ti prendo la mano intrecciando le mie dita alle tue. Invece l'altra mano non riesco a farla smettere di tremare... stringe con forza il foglio che ti ho scritto. Non ne capisco il motivo, ma mi si forma un groppo in gola. Prendo un grosso sospiro e comincio a scorrere le righe ad alta voce, con l'assurda convinzione che queste parole ti riporteranno da me.

'Lexa,

Non so neanche io perché ti sto scrivendo questa lettera, forse perché non riesco a trovare nessun altro modo per dirti tutto quello che devo, o forse perché sono solo una codarda e preferisco nasconderti dietro a delle parole scritte su un pezzo di carta. Dio, ci sono talmente tante cose di cui ti vorrei parlare che non so proprio da dove cominciare.

Avevi ragione tu sai? Sono riuscita a ritornare in pista, il giorno dopo aver finito la riabilitazione sono andata a pattinare, inizialmente non riuscivo a contenere la felicità, ero di nuovo sul ghiaccio, ma subito dopo mi sono sentita vuota, incompleta... e lo vuoi sapere perché? Perché tu non eri lì, con me, al mio fianco, a condividere la mia gioia.

Lo ammetto, quando ho letto la tua lettera per la prima volta, mi sono infuriata, mi sono sentita tradita, abbandonata, non riuscivo a capire perché non mi avessi detto nulla... poi però ho capito. Tu mi ami talmente tanto, che hai messo me e la mia felicità al primo posto, sacrificando ogni tua esigenza. La stessa cosa che ha fatto Niko con te.

ICE DancingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora