Capitolo_39_Again.

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Esco nonostante la pioggia. Che cazzo gli è preso?
"Mi fai accendere?" Dico a un tizio che stava la. Mi fa accendere e io inizio a fumare. Il biondo esce, poi subito dopo vedo Michele. Il biondo mi si avvicina sfiorandomi.
"Che cazzo ti è preso?! Non sei neanche fatto!" Dico io spingendolo.
"Dio quanto fai la difficile...so che mi vuoi..." dice sorridendo.
"Tu stai male." Dico io. Mi mette una mano dietro la schiena per poi scendere al sedere.
"Luca basta." Dico io.
"Luca..." Dico con voce strozzata. Continua a toccarmi.
"Luca basta." Dico ancora. Inizia a baciarmi il collo. Cerco di tigliermelo di dosso ma continua.
"Ho detto basta!" Sbrocco guardandolo con gli occhi lucidi. Si ferma un attimo e mi guarda negli occhi.
"Ha detto basta." Michele lo prende per una spalla. È più alto di lui. Sembra un mostro. Lui si gira. Gli occhi di Michele sono fuoco.
"Sei solo una ragazzina." Mi dice per poi andarsene. O mio dio. Michele mi si avvicina, io lo guardo.
"Grazie." Gli dico. Mi da l'accendino per farmi riaccendere la sigaretta spenta. Tiro e glielo ridò.
"Lo odio." Dice lui.
"Vorrei odiarlo anche io." Dico tirando di nuovo.
"Vorrei avere la tua onestà." Dice lui. Sorrido.
"Siamo stati insieme. Ma alla fine ci siamo lasciati." Dico sospirando.
"Come mai sei così legata a lui?" Mi chiede.
"Mi fa impazzire. Siamo due opposti ma non riusciamo a stare lontani."
"Solo che è un vero stronzo." Aggiungo io.
"Anche io lo sono." Dice lui.
"Si ma sei-" cerco di dire.
"Sei-" Ci penso.
"È diverso." Dico io. Sorride. Finisco la sigaretta e rientro. Decido di salire in camera. Incontro il biondo.
"Andrea-"
"Non toccarmi!" Dico io. Mi prende un braccio, io entro in camera.
"Lasciami stare!" Entro e lui mi segue lasciando incurarante la porta aperta.
"Ma si può sapere che cosa cazzo ti è preso?!" Gli urlo contro. Mi guarda. Ti sta mangiando con gli occhi...
"Sto parlando con te!" Urlo. Ad un tratto lo guardo meglio.
"Cos'hai fatto qua?" Dico sfiorandogli il sopracciglio spaccato. Mi avvicino e lo sfioro ancora. Inizia a baciarmi il collo e a toccarmi con foga. Io continuo a stare dietro al suo sopracciglio.
"Mi dici cosa è successo?" Dico io.
"Non importa." Dice lui.
"Lo voglio sapere." Dico io. Continua a divorarmi con lo sguardo.
"Dammi un bacio."
"La smetti."
"Dammi un bacio e te lo dico. Ma non un bacio, il bacio. Quello che solo tu sai dare." Adesso: sta a un centimetro da me, mi guarda dall'alto, ha due occhi pazzeschi. E ti interessa del sopraccicglio. Ah giusto, il sopracciglio. Stupida idiota! Okay okay non ti arrabbiare! Si avvicina un altro po'.
"Io-" dico mettendogli una mano sul petto. Mi guarda negli occhi.
"A me interessa Michele." Dico io.
"Dimmi cosa ti è successo." Dico mettendomi in punta di piedi per guardare meglio.
"Stai scherzando? " dice lui fermandosi.
"Cosa? No." Dico io. Lui lascia scivolare le mani sui miei fianchi e mi guarda negli occhi. Ho un nodo alla gola. Perché ho un nodo alla gola? Non dovrei averlo! Posso fare quello che mi pare, giusto?! Calmati. Eppure i suoi occhi grigioazzurri mi stanno mandando in tilt. Mi continua a guardare. Deglutisco e distolgo lo sguardo.
"Quello? Quel tizio che mi ha toccato la spalla?" Lo guardo ammutolita.
"Stai scherzando?!" Mi urla in faccia.
"Non us-"
"Cazzo io urlo quanto mi pare!" Mi urla in faccia.
"Stai scherzando?! " riurla.  Si passa una mano nel ciuffo biondo restando difronte a me.
"Non- no guarda , Andrea non ho parole!" Urla. È raro che mi chiami per nome.
"La smetti di urlare?! Credi che sia stupida?! Ti capisco anche quando non urli! Te puoi scoparti quella puttana quando ti pare e fai la morale a me?! Non hai parole?! Io invece ne ho di parole! Ne ho fin troppe fidati! E non cagarmi il cazzo okay?! Chi ti credi di essere per parlarmi così?  Mi urli in faccia?! Beh anche io so urlare! Vuoi fare a gara? Scommetti che vinco io?!" Urlo fortissimo guardandolo negli occhi. Fuori dalla porta ci guardano tutti. La sbatto per chiuderla. Mi guarda il culo.
"E non guardarmi il culo anche quando litighiamo, che affoghi nella tua stessa mediocrità." Dico disgustata. Guardo l'ora, sono le 11:00. Mi metto sul letto con le cuffiette. Me ne toglie una.
"Io e te non abbiamo finito." Dice lui.
"Credo proprio di si." Dico rinfilandomi la cuffietta.
"Tossica di merda." Bisbiglia.  Mi alzo buttando le cuffiette sul letto.
"Ti ascolto." Dico io.
"Che vuoi?"
"Ti ascolto. Non abbiamo finito? Parla." Dico io sorridendo provocante con uno sguardo di fuoco. Momento di silenzio.
"Ti piace provocare?" Mi sussurra all'orecchio.
"Lo sto facendo?" Sussurro a mia volta guardandolo prima negli occhi e poi guardandogli le labbra. Mentre lo faccio mi guarda dall'alto studiando ogni mio movimento con aria vogliosa. Si china un pò.
"Fai meno la spiritosa ragazzina..." Mi sussurra.
"D'accordo." Dico io leccandomi leggermente il labbro e facendo per tornare al mio posto. Mi cinge un fianco mettendosi dietro di me. Mi sfiora il collo e mi stringe a lui. Se mi bacia il collo muoio. O meglio vieni... sta zitta.
"Ti diverti a provocare..." Dice lui.
"Si nota?" Dico io.
"Ti diverti a provocare e a far soffrire i ragazzi. Sei sadica, lo sai questo vero?"
"So benissimo chi sono, non preoccuparti." Dico io cercando di fare un passo in avanti. Mi tiene ferma a lui. Dio che buon profumo...hey hey hey! Terra chiama Andrea!
Cosa? Sto per morire...
"Sei una stronza..." Dice annusandomi il collo. Inizia a baciarmelo. Mi sento avvampare. Deglutisco ancora. Cerco di non tirare in dietro il collo. Mi schiarisco la voce.
"Okay..." Dico cercando di sfilarmi dalle sue braccia forti. Mi tiene a lui e mi bacia la guancia. Da dietro mi avvolge completamente, mi sento protetta. Giro il viso verso di lui:
"Non credo ch-" mi bacia. Mi bacia dolcemente e mi morde il labbro. Eppure mi flasho quegli occhi scuri e profondi. Mi distraggo un secondo e mi sbatte al muro. Mi mette le mani ovunque.
"Hey"
"Hey"
"Hey!"
"Luca smettila!" Dico io. Non faccio in tempo a dire altro che in un secondo mi abbassa le mutande ed entra dentro di me. I miei occhi si riempiono di lacrime. Una fitta di dolore mi toglie il fiato, urlo tappandomi la bocca con una mano. Me lo tolgo di dosso immediatamente.
"Vergognati. Fatti schifo." Dico guardandolo negli occhi. Esco dalla stanza sconvolta. Inizio a piangere sconvolta. Uscendo vedo due paparazzi e un gruppetto di ragazzi che vogliono stare con me.
"Scusate. " Dico con voce rotta.
Mi metto le cuffiette. Starò da sola per un pò.

BIONDO POV
Do un altro pugno al muro. Sono un deficiente.
"Luca fai schifo! Non ho parole!" Mi urla Alex.
"Lo so! Lo so okay?!" Gli urlo io in faccia.
"La verità-" si interrompe.
"Dimmi!" Urlo.
"La verità è che-" urla lui.
"Dimmi cazzo!"
"La verità è che non ti meriti un fiore come lei!" Urla. Gli do un pugno.
"Credi che non lo sappia? Eh? Credi che io non sappia quanto faccia schifo e quanto non la meriti?!" Urlo io aiutandolo ad alzarsi.
"Non ho parole! La stavi per violentare!" Urla per poi andarsene. Violentare. Violentare. Io che violento una ragazza. Io che violento la Mia ragazza. Io che violento una donna. Ma che uomo sono? Io la stavo per violentare. Do un ultimo pugno allo specchio ormai distrutto.
Scendo le scale e mi viene incontro Michele.
"Che cazzo le hai fatto?" Mi ringhia prendendomi per la maglietta.
"Che vuoi?" Dico io avvicinandomi.
"Andrea non si trova. Che cazzo le hai fatto?" Il suo sguardo mi fa quasi paura.
"Tu stanne fuori."
"Se solo l'hai sfiorata io ti spacco la testa." Dice lui. Lo spingo. Lui respinge me.
"Che cazzo fai!" Dico io rispingendolo. Mi da un pugno ed io glielo ridò. Iniziamo a fare a botte. Due tizi ci separano.
"Giuro che ti ammazzo!" Mi urla.
"Se le hai fatto qualcosa ti ammazzo!" Tutti ci guardano ed io vorrei sotterrarmi. Alex mi guarda gelido.

ANDREA POV
Non riesco a smettere di piangere. Ho staccato il telefono. Sono ormai le 2:00 di notte, e io mi ritrovo su una spiaggia a sentire il rumore del mare. Guardo la mia moto, nera e scintillante. Mi sdraio e inizio a guardare le stelle. Non riesco a metterle a fuoco, ho la vista annebbiata dalle lacrime. Ricomincio a piangere, le lacrime mi rigano il viso, consumandomi lentamente, mentre il cuore si svuota. Ripensare a quel dolore mi fa stare malissimo, ma ripensare a chi me l'ha procurato, mi uccide. Vorrei poter scomparire, poter lasciare tutto così com'è e iniziare a volare via, dove nessuno può raggiungermi. Voglio restare da sola, sentire solo la confusione del mio silenzio; perché non riuscirei a sentire nient'altro per quanto e forte. Vorrei che la gente non facesse domande per avere risposte, ma che aspettasse risposte senza aver dato domande. Vorrei che gli sguardi diventassero tutti vuoti, in modo da non interferire con la mia confusione. Vorrei restare ferma, senza fare più nulla, a restare ad ascoltare il mare, per far tacere il mio silenzio.
Non è una sensazione nuova, non so se sia positiva o meno questa cosa. È venerdì sera, starò fino a domenica notte in un hotel da quattro soldi qui vicino al mare. La mia mente è completamente ferma. Non riesco a fare nulla. Questi giorni trascorrono lenti. Io non ho più acceso il telefono e sono stata ferma sul letto a guardare fuori dalla piccola finestrella.
È lunedì, la sveglia mi suona. Sono le 5:30 del mattino. Tornare a Roma per quest'ora è l'unico modo per non restare imbottigliata nel traffico. Mi sono un pò ripresa, sta iniziando a salire la rabbia nei confronti di quella bestia. Lascio la moto in un parcheggio vicino alla casa. Scendo dalla moto e mi sento svenire. Non sono una ragazza propriamente magra, ho delle linee morbide e non me ne faccio un problema. Mi gira tutto, non ho mangiato quasi nulla in questi tre giorni. Decido di fermarmi in un bar e di prendere acqua e zucchero. Mi guardo allo specchio e mi faccio paura. Ho un colorito giallino e ingrigito nonostante la mia carnagione un pò scura e olivastra; le occhiaie mi solcano il viso; gli occhi sono gonfi e rossi per i pianti e i capelli sono arruffati e di un colore spento. Il barista mi guarda in modo un pò strano, ma a me non importa. Esco e con lo zaino in spalla e vado verso la scuola. È ancora presto e non c'è nessuno. Chiedo cortesemente a Luigi di farmi entrare e lui mi apre subito. Mi siedo nell'aula di italiano all'ultimo banco e guardo fisso verso la lavagna. Manca mezz'ora al suono della campanella e decido di accendere il telefono. Trovo 57 chiamate perse: 34 dal biondo, e il resto da Tamara e altri amici. Elimino senza neanche leggere i 49 messaggi del biondo e mi soffermo su quelli di Tamara. Il biondo le ha detto tutto, è preoccupatissima. Ma io non voglio vedere nessuno. Spengo il telefono. La campanella suona, e un'insana paura inizia a prendersi gioco di me. Camilla è la prima ad entrare.
"Oddio! Andrea!" Subito dietro vedo Tamara, Francesco, Alex e il biondo.
Tamara mi corre in contro.
"Dio guarda come sei ridotta. I suoi occhi chiarissimi mi scrutano tristi.
"Come stai?" Esito a rispondere.
"Bene." Dico io guardandola. Ho la voce roca e graffiata. Alex mi guarda intristito. Non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello guardare nella direzione di quella bestia. Mi alzo per prendere un libro.
"Cristo sei dimagrita un sacco. Non hai mangiato un cazzo."
"Sto bene." Dico io guardandola di nuovo. Sento gli occhi del biondo addosso.
"Sic-" Tamara mi mette una mano sulla spalla e io mi faccio indietro di scatto, lasciando cadere il libro. Ho il respiro affannato in automatico. Esco dall'aula. Bella merda.
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Ragazzi. Io PRETENDO like per questo capitolo. CHIARO?!!!??? Apparte gli scherzi...booooom!!!!!!!! MUAHHAHAHAH so che volete il prossimo capitolo...allora lasciate delle belle stelline! Vi amo guys ❤

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 28, 2017 ⏰

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