quella sera, harry e louis sarebbero dovuti uscire insieme, ma c'era stato un contrattempo.
harry si era sentito male e non poteva più accettare l'invito di louis. inoltre, non voleva mica farsi vedere in certe condizioni dal ragazzo liscio! per carità, aveva due occhiaie enormi, faccia pallida e si potevano contare le volte in cui aveva vomitato in una mano.
si sentiva così colpevole, avrebbe pregato tutti gli dei esistenti nel cielo, se esistevano, perché non si ammalasse mai, ma non poteva evitare un disturbo intestinale, che probabilmente gli era stato passato da uno dei suoi compagni d'università. quel virus era in giro.
così, louis uscì da solo, per andare a disdire l'ordine nel ristorante che gli costò entrambi gli stipendi dei suoi mestieri, e non venne neanche rimborsato, perché era in ritardo.
si fermò a mangiare in una pizzeria e prese un trancio di pizza, giusto perché non aveva niente di che dentro il frigorifero a casa. avrebbe preferito stare in casa, nel suo letto, ma non faceva altro che pensare a come harry aveva disdetto l'appuntamento con un messaggio, che diceva 'c'è stato un contrattempo, non posso più venire. scusami lou :(' senza aggiungere altre spiegazioni.
mentre il liscio stava mangiando la sua pizza e rimuginava su cosa poteva essere successo al riccio, stan si mise seduto proprio nella sedia davanti a lui, appoggiando prepotentemente i gomiti sul tavolo, smuovendolo.
louis alzò lo sguardo disinteressato, per poi spostarsi improvvisamente indietro con la sedia.
«che c'è? ti spaventi?»
«no, sto bene. non me l'aspettavo.» confessò per poi alzarsi e buttare il piatto e il fazzoletto che gli erano stati dati.
«vai già via?»
non fiatò ed uscì, mentre veniva seguito da stan. «lo prendo per un sì.»si frugò in tasca dei pantaloni e cacciò la scatoletta delle sigarette, se ne portò una alla bocca e prese l'accendino, mise la mano a coppa attorno alla sigaretta e l'accese, inspirando.
«sei nervoso?»
«no.»
«mi ricordo che fumavi quando eri nervoso.»
«puoi smetterla? non sai niente di me, non hai mai voluto sapere niente.»
«è vero. ma mi interessi, e non posso lasciarmi andare una persona come te.»
«mi dispiace, ma uno, non mi interessi. due, esco già con una persona.»
«ah, davvero? perché non è qui con te?»
«ha solo avuto un contrattempo.» buttò fuori una nuvola di fumo.
stan si mise a ridere, «contrattempo? mentre tu mangi la pizza, lui probabilmente starà saltando sul cazzo di un altro!»
louis lo guardò, «hai finito?»
«no, ho tanto di cui parlare.»
«le mie orecchie non vogliono ascoltare nè tantomeno io, ciao.» detto questo louis si allontanò e quando fu davanti a casa sua, aprì la porta stanco e controllò che non lo avesse seguito nessuno.
non voleva credere alle parole di stan. si fidava di harry, in fondo stan non sapeva nemmeno chi fosse! non aveva poi motivo di fare commenti inappropriati.
boo: come va?
haz: non sto bene, ho il virus
boo: mi dispiace, spero tu guarisca il prima possibile. almeno recuperiamo l'uscita ♡
haz: non vedo l'ora x
louis andò a dormire con mille pensieri e il sorriso sul volto, pensando al fatto che stan non era riuscito ad ingannarlo.
manca così poco alla fine.
-2
STAI LEGGENDO
starbucks boy ❃ larry
Hayran Kurgudove louis lavora da starbucks e harry ordina tutti i giorni un frappuccino al caramello. * ೃ༄ louis; 25 harry; 23 capitoli corti per una lettura veloce. - cover by tomlinsay