Capitolo 14 - Una giornata da ricordare

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Angy

È passata mezz'ora da quando in ludoteca è entrato il mio capo. Mi avvicino a mio fratello e, mentre l'avvocato Adamante si allontana per seguire il figlio nel gigantesco parco giochi composto da scivoli collocati su più piani, chiedo a Giorgio in tono agitato: <<Perché l'avvocato Adamante è qui?>>.

<<Perché è un mio amico e perché il figlio è un compagno di classe di Luca>> mi risponde mio fratello ridacchiando.

<<Perché non mi hai detto che Luca va nello stesso asilo del figlio del mio capo?>> replico a Giorgio in tono di rimprovero.

Lui ride di gusto, probabilmente divertito dall'espressione che devo avere dipinta sul volto.

<<Non te l'ho detto perché non mi è venuto in mente. Non pensavo fosse un dato importante>> afferma Giorgio sempre divertito.

Non faccio in tempo a dare un pugno sul braccio di mio fratello, che dietro Giorgio compare il mio capo al seguito del figlio e di mio nipote Luca.

Luca mi prende per mano e comincia a tirarmi, mostrandomi dei gettoni.

<<Zietta, guarda! Il papà di Marco mi ha regalato questi gettoni! Ora posso andare sugli autoscontri! Vieni dai! Portami sugli autoscontri!>> grida entusiasta mio nipote mentre mi tira per un braccio per incitarmi a seguirlo.

Resto imbambolata e senza parole, colpita dal gesto di gentilezza del mio capo verso mio nipote. Il mio aguzzino non è tipo da premure e cortesie.

<<Dai, vieni!>> urla indispettito mio nipote. Io alzo gli occhi verso il mio capo e lui mi rivolge la parola. Per la seconda volta in un giorno, del tutto incredibilmente, non mi insulta, ma si rivolge a me con affabilità e quasi informalmente.

<<Forza, dottoressa! Non avrà paura di perdere contro di noi?>> dice l'avvocato Adamante con un sorriso a dir poco disarmante e girandosi a guardare il figlio, che è eccitato quanto Luca.

<<Sì, sì! Dai!>> grida il figlio del mio capo, incitando anche mio nipote, <<Facciamo una gara sugli autoscontri!>>.

Luca inizia a saltare sul posto, strillando: <<Dai, zia! Una gara! Per favore!>>.

Mio nipote è troppo felice ed eccitato per rifiutarmi di partecipare alla sfida. Perciò annuisco, sorrido a Luca e mi lascio trascinare da lui verso il circuito degli autoscontri.

Una volta arrivati alla pista, dico serissima a mio nipote nell'orecchio: <<Mi raccomando, Luca, scegli la macchinina più veloce! Dobbiamo batterli!>>.

Luca si mette a ridere e comincia a correre verso una delle automobiline, sedendosi alla guida. Altrettanto vedo fare all'avvocato Adamante e al figlio.

Inutile dire che vedere il mio capo (peraltro piuttosto alto), in giacca e cravatta, rannicchiato su un'automobilina degli autoscontri, accanto al figlio al posto di guida, mi suscita una risata incontenibile.

L'avvocato Adamante, anziché apparire imbarazzato e infastidito (come mi sarei aspettata da un tipo come lui), si volta a fissarmi e, quando nota che sto ridendo (chiaramente divertita dalla posizione ridicola che ha assunto), fa spallucce. Poi regalandomi un sorriso autentico e facendomi l'occhiolino, mi informa: <<Vi stracceremo!>>. Quindi il mio capo si volta verso il figlio e gli dà il cinque.

Non ho mai visto il mio capo così spontaneo e affabile. Non sembra neppure lui. Con il figlio appare molto affettuoso e (a giudicare da come si rapporta il bambino con lui) deve essere legato a Marco da una certa complicità.

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