Leonardo
<<Chiara può portarmi un caffè, per favore?>> dico alla mia segretaria dall'interfono, riattaccando subito. È passata ormai una decina di giorni dalla festa di compleanno del compagno di classe di mio figlio e tutto è tornato alla normalità: Angelica ha ripreso a guardarmi con evidente disprezzo, pur se tenti di mascherarlo alquanto maldestramente, ed io sono tornato burbero e scontroso come al solito.
Sto esaminando la pratica di esproprio che ho dato da studiare ad Angelica. Non è una pratica remunerativa. Credo che guadagnerò ben poco dall'attività complessa che richiederà la vicenda. Tuttavia è una pratica che mi sta particolarmente a cuore.
Il cliente, il sig. Taciti, è un uomo anziano alquanto eccentrico, ma visibilmente onesto, con un vissuto molto particolare. Insieme alla moglie, morta un anno fa, il sig. Taciti ha per anni accolto, in un terreno di sua proprietà, cani e gatti randagi trovati per strada o adottati da canili.
Per lo più si è trattato di adozioni "del cuore" o "urgenti", ovvero di animali con problematiche vistose. Dalle foto dei cani e dei gatti che mi ha mostrato il cliente, ho potuto notare che molti di essi erano affetti da paresi agli arti inferiori o avevano altre disabilità che ne determinavano la non agevole adozione.
Quest'uomo meriterebbe un premio per il suo buon cuore e per l'ospitalità e l'affetto dati a cani e gatti bisognosi.
Ma purtroppo la vita non è sempre giusta ed è stato avviato un procedimento di esproprio sul terreno dove il sig. Taciti accoglie gli ex randagi.
Ho letto i documenti più volte e francamente non vedo tutta questa esigenza di realizzare la rotatoria stradale proprio sul terreno del mio cliente, tanto più che potrebbe essere collocata in un altro tratto comunque strategico della strada pubblica.
Ho l'impressione che l'esproprio risponda non solo a ragioni di pubblica utilità, ma anche all'esigenza dell'amministrazione di accogliere le segnalazioni e le pressioni di alcuni vicini del sig. Taciti che si lamentano dell'abbaiare dei cani o del girovagare dei gatti nei loro giardini.
Sto riflettendo sulla pratica, quando la mia segretaria bussa alla porta ed entra portandomi un vassoio con il caffè che ho chiesto.
Chiara poggia il vassoio sulla mia scrivania ed io la ringrazio.
<<Chiara, potrebbe farmi la cortesia di chiamarmi la dottoressa Ferrari?>> dico poi alla mia segretaria che da qualche giorno mi osserva in modo strano ogni volta che cito la mia praticante.
<<Gliela chiamo subito, avvocato>> replica Chiara con uno sguardo che sembra indagatore e con uno strano sorrisino che giurerei essere malizioso.
<<Perché quel sorriso?>> domando a mia volta sorridendo alla mia segretaria che ormai mi conosce da anni e che in più occasioni si è lasciata andare anche a commenti sulla mia vita privata.
D'altronde Chiara ha vissuto a stretto contatto con me sul lavoro anche nel periodo in cui ho rotto con Veronica. Non sono mai entrato nel dettaglio della mia separazione, ma Chiara è una donna, oltre che molto intelligente, anche molto acuta e con una discreta capacità empatica. In più occasioni ha saputo dirmi la parola giusta al momento opportuno e negli anni si è creato un rapporto che potrei definire quasi confidenziale, pur se il più delle volte Chiara si esprima con mezze frasi o con asserzioni sibilline, a seguito delle quali tengo un contegno che le permette di trarre conclusioni affrettate (per lo più corrette, devo ammettere).
<<Non sto sorridendo, avvocato>> risponde Chiara alla mia domanda, ridacchiando vistosamente e guardandomi in tralice.
<<Non è quello che vedo>> insisto, per poi proseguire. <<Ormai la conosco da anni e so perfettamente che quando mi osserva con quello sguardo, la sua testolina sta partorendo qualche pensiero che mi riguarda e che non riesce più a tenersi dentro. Mi sbaglio?>>.
Chiara scoppia a ridere e mi domanda diretta: <<Ha regalato un cellulare alla dottoressa Ferrari?>>.
<<Ma come le viene in mente?>> replico immediatamente, cercando di simulare sconcerto per la domanda.
<<Mi viene in mente perché Angelica mi ha mostrato il biglietto siglato da "L" puntato "A" puntato e, diversamente da quello che crede la dottoressa Ferrari, sono più che sicura che la calligrafia del biglietto non sia quella dell'avvocato Leoni>>.
Touchè. O forse dovrei dire "colpito e affondato". Difficile poter mentire a Chiara se ha visto il mio biglietto. La mia segretaria conosce perfettamente la mia calligrafia, anche quella ricercata e forzatamente ordinata che uso di rado per scrivere biglietti di auguri o di ringraziamento.
Dopo un attimo di stupore, cerco vanamente di dissimulare la sorpresa. Non mi aspettavo che Angelica mostrasse il biglietto a Chiara.
<<Capisco. Quindi che idea si è fatta?>> domando alla mia segretaria, volendo capire fino a che punto Chiara sia riuscita a smascherarmi.
<<Credo che lei c'entri qualcosa anche con il prestito della casa dell'avvocato Leoni alla dottoressa Ferrari>>. Sbarro gli occhi con fare incredulo e la mia segretaria prosegue, questa volta con meno spavalderia. <<Mi perdoni, ma il contratto di affitto tra lei e l'avvocato Leoni era nel plico di documenti che mi ha dato da inserire nella contabilità personale, insieme alla ricevuta di versamento degli importi dovuti per la registrazione del contratto. Credo che lei abbia preso in affitto l'immobile dell'avvocato Leoni per darlo in prestito alla dottoressa Ferrari, non riuscendo lei a permettersi un affitto. Un gesto simile presuppone un interessamento particolare verso la dottoressa Ferrari>> conclude la mia arguta segretaria.
<<Credo che la sua fantasia sia alquanto fervida>> replico in modo sereno, pur se sia un po' preoccupato del fatto che la mia segretaria possa spifferare tutto ad Angelica.
<<Non tema, non dirò nulla ad Angelica. Immagino che se non è voluto comparire in questa faccenda, abbia le sue ragioni>> precisa Chiara, leggendomi nel pensiero.
Mi limito ad annuire.
<<Avvocato, lei conosce l'opera teatrale "Cyrano de Bergerac"?>> mi domanda infine Chiara, ritrovando la sfacciataggine che a volte la contraddistingue e che si contrappone alla sua fedele e assoluta discrezione verso l'esterno, in relazione a tutto ciò che avviene in questo studio.
<<Sì la conosco. Perché me lo chiede?>> domando, pur intuendo dove voglia arrivare la mia segretaria.
<<Perché il cuore codardo e nello stesso tempo generoso di Cyrano, non giova al suo amico Cristiano, né all'amata Rossana e tantomeno a Cyrano stesso, che giunge alla morte portando con sé il suo segreto amore per Rossana. Se avesse rischiato, forse l'opera teatrale avrebbe potuto avere un finale differente, non crede?>>.
<<Anche ammesso che lei abbia ragione, Chiara, ovvero che io nutra qualcosa per Angelica - ed è solo una supposizione del tutto ipotetica - e che Angelica non mi disprezzi, francamente non vedo alcuna similitudine con la mia situazione>> preciso, pur avendo compreso perfettamente cosa voglia dirmi Chiara. Lei crede che Angelica possa innamorarsi dell'avvocato Leoni in seguito ad attenzioni che invece provengono da me, così come Rossana si innamora perdutamente di Cristiano per le lettere d'amore che Cyrano le scrive.
<<La facevo più arguto, avvocato. O forse le pene d'amore la rendono cieco?>> conclude Chiara sorridendo.
Io scoppio in una risata forzata e concludo il discorso: <<La sua immaginazione è più che fervida. Direi che rasenta la bizzarria>>.
<<Se lo dice lei... Comunque, se vuole la mia modesta opinione, io non penso affatto che la dottoressa Ferrari la detesti>> precisa la mia segretaria, mentre esce dalla mia stanza, chiudendosi la porta alle spalle, senza attendere una mia qualunque replica.
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Se confessi, ti sposo!
أدب نسائيAngelica Ferrari, una ragazza di ventisei anni che si è da poco laureata in giurisprudenza, è ancora confusa sul suo futuro lavorativo. Non trovando lavoro, inizia la pratica forense presso uno studio legale, nonostante non abbia mai desiderato dive...