Capitolo 60 - Rivedersi

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Angy

Finalmente posso vedere Leonardo.

È tutto il giorno che aspetto l'ora in cui sono permesse le visite in ospedale.

Giorgio mi ha riferito che Leonardo sta meglio, ma che è ancora molto provato.

In tutti questi giorni in cui è stato ricoverato in ospedale non sono riuscita a mandargli neppure un messaggio. Visto il modo in cui ci siamo lasciati l'ultima volta che ci siamo visti, non sapevo proprio cosa scrivergli.

Dopo aver scritto e cancellato un centinaio di messaggi, alla fine ho ritenuto più opportuno attendere di vederlo di persona, pur se mi sia costata una discreta fatica aspettare così tanto.

Inoltre Giorgio mi ha precisato che Leonardo è sotto effetto di antidolorifici molto forti e che pertanto ha bisogno di riposare.

Dopo quello che ha passato, non volevo quindi procurargli motivi di apprensione o di ansia con qualche sintetico messaggio che, nel bene o nel male, sarebbe potuto essere frainteso o male interpretato.

Cammino di corsa per il corridoio del reparto impaziente di vederlo, cercando il numero della stanza di Leonardo con il cuore in gola e una sensazione di smaniosa aspettativa.

Quando finalmente trovo la porta della sua camera, mi fermo colta all'improvviso da un tremendo imbarazzo e da un inaspettato senso di panico, misto ad eccitazione.

La mia determinazione vacilla per alcuni istanti, mentre fisso la porta della camera di ospedale.

Mi rendo conto che non so né come comportarmi né cosa dirgli esattamente, né tantomeno riesco a immaginarmi se o come affrontare un argomento delicato come è il nostro rapporto.

In verità lui ed io non abbiamo neppure mai avuto un vero e proprio rapporto.

In fondo per lui non sono stata che la sua praticante, con la quale ha condiviso un momento di intimità dal quale mi sembra sia trascorsa un'infinità di tempo, tanto più in considerazione delle numerose e spaventose circostanze che sono accadute nel frattempo.

Tutto quello che è capitato potrebbe aver cambiato ogni cosa.

Tiro un sospiro profondo e trovo il coraggio di bussare.

<<Avanti>> sento dire dalla voce di Leonardo, che mi appare melodiosa come mai prima d'ora.

Leonardo ha pronunciato una sola banale parola, eppure sento sciogliersi qualcosa dentro di me, sotto l'effetto di una deliziosa sensazione di calore che mi sale dal petto fino al viso.

Sorrido della mia reazione irrazionale e apro la porta, incontrando i suoi meravigliosi occhi celesti, che (nonostante siano cerchiati da occhiaie e lividi) sono sempre incantevoli.

Inaspettatamente Leonardo mi accoglie con un sorriso affabile che mi provoca un tuffo al cuore, ma nello stesso tempo allenta un po' la tensione che ho in corpo.

Non posso fare a meno di pensare che Leonardo è bellissimo, nonostante le ecchimosi, gli arti ingessati e le bende che gli ricoprono numerose parti del corpo.

Quando il mio cervello però associa i suoi lividi e le sue ferite all'incubo che ha vissuto quando si trovava nelle mani di quello psicopatico di Julius, un nodo allo stomaco mi provoca un senso improvviso di nausea. Mi ritrovo a costatare che le lesioni che posso vedere e ponderare sono solo quelle al suo corpo, mentre le offese che Julius può aver inferto all'animo di Leonardo restano nascoste e incalcolabili. Probabilmente non avrò mai modo di averne davvero contezza, tanto più che l'uomo che ho di fronte è solito tenersi tutto dentro ed esternare al minimo le proprie emozioni.

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