Capitolo 33 - Una promessa infranta

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Leonardo

Non avrei dovuto. So perfettamente che non avrei dovuto. Ho promesso a Giorgio che sarei stato lontano da sua sorella, ma quando ho sentito Angelica confessarmi di essere preoccupata per me, con voce chiaramente incrinata dal pianto, non ho resistito. Non so neppure esattamente cosa mi sia preso.

Non sono un istintivo. Nulla è più distante da me del comportamento che ho appena tenuto. Prima di compiere qualunque gesto, valuto tutte le possibili variabili almeno una decina di volte. Quando si verifica un imprevisto, la maggior parte delle volte l'ho immaginato e ho già individuato le ipotesi in cui potrebbe evolversi. Ma quando si tratta di Angelica sembra proprio che il mio intuito non funzioni e che le mie azioni non possano essere previste.

Poco fa non ho pensato a nulla se non a soddisfare l'irrefrenabile desiderio di stringerla tra le braccia e di baciarla.

Per un attimo ho temuto che mi respingesse, ma poi le sue braccia si sono allacciate al mio collo ed io ho quasi perso completamente il controllo.

Trovare la forza di staccarmi da lei è stato difficile tanto quanto affrontare la mia paura di poter essere respinto. Ma il suo abbandono alle mie braccia è già stato un regalo inaspettato; non voglio forzare gli eventi.

È tra le mie braccia e la sto guardando negli occhi, mentre le accarezzo una guancia ancora umida per il recente pianto. Ha smesso di piangere, ma ha gli occhi smarriti, come se non sapesse cosa aspettarsi da me. E come darle torto? Devo esserle sembrato un pazzo: prima faccio di tutto per tenerla a distanza e poi le piombo addosso in preda a un desiderio travolgente.

La sto fissando e penso che dovrei dirle che è stato uno sbaglio; penso che dovrei scusarmi per averla baciata senza alcun preavviso. Per lei in questo momento sono soltanto fonte di pericoli e di problemi. So perfettamente che Giorgio ha ragione su ogni cosa, ma la verità è che non riesco a mantenere la promessa che gli ho fatto. Sono pazzo di Angelica come non lo sono mai stato di nessun'altra donna. La sola idea di lasciarla uscire da questo studio per non vederla più tornare, per lo meno per qualche tempo, mi provoca un dolore sordo al petto che mi toglie il respiro.

<<Perdonami>> trovo finalmente il coraggio di dirle, mentre lei continua a rimanere in silenzio.

<<Devo sembrarti una persona instabile e avventata. In verità desideravo farlo da molto, molto tempo>> le confesso, accennando un sorriso tirato, non sapendo ancora bene cosa aspettarmi da lei.

Angelica continua a guardarmi con occhi smarriti, pur se non dia cenno di volersi allontanare dal mio abbraccio. Questo suo abbandono alle mie braccia mi suscita una sensazione strana e forte allo stesso tempo. Una folle felicità che si mischia ad una piacevole irrequietudine e ad un ingovernabile desiderio di stringerla ancora più forte.

<<Bè, non lo hai mai dato a vedere>> dice lei distogliendo lo sguardo un po' imbarazzata.

Io scoppio a ridere per l'espressione buffa che ha dipinta sul volto e poi le alzo il mento, per costringerla a guardarmi negli occhi. Devo capire se si è pentita o se prova la stessa emozione devastante che sto provando io in questo istante. Ho il cuore che mi batte furioso nel petto e il respiro corto. Mi sembra di essere tornato un adolescente in preda alle incontrollabili emozioni del primo amore.

<<Tu ed io dobbiamo parlare di molte cose>> le dico, fissando le sue labbra con la tremenda voglia di saziarmi di nuovo di loro.

<<Sì, lo credo anche io>> replica Angelica, sganciando una mano dal mio collo e poggiandola sul mio viso per regalarmi una carezza, che accende ancora di più la voglia che ho di baciarla nuovamente.

Se confessi, ti sposo!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora