Capitolo 52 - Coincidenza sospetta

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 Leonardo

Sono passate settimane dall'ultima volta che ho incontrato Angelica, settimane che mi sono sembrate interminabili.

Ormai la mia vita è completamente stravolta: vivo con la mia ex compagna (una presenza in casa mia che comincia a pesarmi terribilmente), mio figlio è ancora in Inghilterra con i nonni materni (per fortuna lontano dal putiferio che è diventata la mia vita) ed io sono continuamente monitorato dalle autorità, oltre che ascoltato da Julius, osservato dall'agenzia investigativa che ho assoldato, e - come se non bastasse tutto questo - minacciato da accalorate lettere minatorie.

Ero convinto che sarei impazzito a causa degli sconvolgimenti della mia esistenza, ero sicuro che non sarei riuscito a sopportare il drastico cambiamento impostomi dall'uomo folle che ha stravolto la mia routine. E invece mi sono abituato anche a questa vita infernale sfuggita completamente al mio controllo, pur se la odi.

È strano come l'uomo in fin dei conti sia un animale adattabile, in grado di piegarsi ai mutamenti e agli avvicendamenti del destino.

Si lamenta, si dispera, si angoscia, si abbatte anche, ma alla fine si adegua e china la testa davanti a ciò che non può controllare, in una sorta di schiavitù che lo incatena ad una sopravvivenza non desiderata e tuttavia tollerata, dove la mancanza di alternative impone di capitolare.

Così mi ritrovo a svegliarmi la mattina come un automa, a vestirmi per andare al lavoro (perché nonostante tutto, nonostante sia stato catapultato in un incubo, il mio maledetto senso del dovere mi impone di rivestire il mio ruolo in una società che - oggi più che mai - mi appare malata), a nutrirmi meccanicamente per mantenermi in forze (pur se non abbia un reale appetito), e ad assolvere alle mie incombenze fino all'ora in cui spengo la luce e mi ritrovo nel mio letto.

Ed ecco il momento della giornata che temo di più: quello in cui il silenzio mi avvolge come un lenzuolo gelato in pieno inverno; eppure è lo stesso silenzio che, solo qualche mese fa, mi abbracciava come una calda e confortevole coperta, quando tornavo stanco dal lavoro e davo la buonanotte a mio figlio.

Le pareti della mia stanza, le stesse che mi consolavano dopo una giornata storta e che costituivano il mio rifugio sicuro, ora mi appaiono sempre più anguste, come tentassero di chiudersi intorno a me ed io non potessi impedirlo.

I miei pensieri sono ormai caotici e poco lucidi, tanto che in talune circostanze io stesso mi meraviglio di averli formulati. Ma nonostante il mio equilibrio sia andato a farsi benedire, continuo a dibattermi nel tentativo di riemergere dalla burrasca in cui vegeto.

Sto ancora cercando di non annegare nei miei pensieri, quando il mio cellulare mi ridesta dalla mia quotidiana agonia per riportarmi nel mondo reale. Il display mi informa che è l'investigatore privato a chiamarmi.

<<Mi dica>> rispondo, senza troppi convenevoli, <<ci sono novità?>>.

<<Ho un'informazione che potrebbe interessarle>> mi informa il mio interlocutore.

<<La ascolto>> mi limito a rispondere, mentre fisso il soffitto sdraiato sul letto.

<<Ricorda il tizio che si è fermato a parlare con la dottoressa Ferrari qualche settimana fa, fuori dalla caserma dei carabinieri, il giorno che lei e la dottoressa avete avuto l'incidente in auto?>> domanda l'investigatore privato.

<<Sì, me ne ricordo>> confermo, sentendo ancora la morsa della gelosia tormentarmi al solo pensiero di come quel tipo guardava Angelica.

<<Quel giorno, come da sue istruzioni, sono rimasto in disparte ad osservarvi e ad ascoltarvi. Quando quella persona si è avvicinata a voi, ho avuto come la sensazione di averla già vista, ma sul momento non sono riuscito a ricordare dove l'avevo incontrata. Questo pomeriggio, diversamente dal solito, ho mandato dei miei collaboratori a controllare lei e la signora Veronica, e ho provveduto a sorvegliare io stesso la dottoressa Ferrari. La ragazza si è vista con lo stesso individuo che avete incontrato fuori dalla caserma dei carabinieri>> mi informa il mio interlocutore.

Non appena l'investigatore mi riferisce dell'incontro di Angelica con il bellimbusto di qualche settimana fa, sento lo stomaco contorcersi e una gran voglia di spaccare qualcosa.

La verità è che sono geloso, tremendamente geloso, anche se non ne ho alcun diritto.

Ho chiarito ad Angelica che non voglio che mi sia vicina in questo momento della mia vita e non posso certo pretendere che lei mi aspetti in eterno.

Ma non posso neppure evitare di non tollerare la sola idea che lei possa interessarsi ad un altro uomo.

<<Rivedendo il volto di quell'uomo>> riprende a parlare l'investigatore, <<ho finalmente ricordato dove l'avevo visto: qualche settimana fa, mentre seguivo la signora Veronica, l'ho vista parlare con quel ragazzo. I due hanno conversato informalmente sotto casa sua, avvocato. Lui poi è salito in auto ed è rimasto a fissare il suo appartamento per quasi un'ora>>.

<<Veronica conosce quel tipo? Ne è proprio sicuro?>> domando alquanto stupito da quella che immediatamente non mi pare possa essere soltanto una coincidenza, tanto più che quel tipo è rimasto appostato davanti a casa mia.

<<Sono sicurissimo. La circostanza mi è apparsa alquanto strana già in quell'occasione, ma non ho dato ad essa troppo peso. Ma quando ho rivisto quell'uomo in compagnia della dottoressa Ferrari, mi è venuto qualche sospetto; così oggi, dopo che il soggetto in questione ha salutato la dottoressa, l'ho seguito rendendomi conto quasi subito che si stava dirigendo verso casa sua, avvocato. In questo momento si trova in auto da circa mezz'ora non molto distante dal suo appartamento. La circostanza mi sembra piuttosto sospetta, tanto più che, al momento dell'incontro qualche settimana fa davanti alla caserma dei carabinieri, l'uomo sembrava aver ignorato del tutto la sua presenza, come se non l'avesse mai vista prima. Vuole che faccia delle indagini su quel tipo?>> domanda l'investigatore.

<<Assolutamente sì, grazie. Mi aggiorni non appena scopre qualunque cosa! Nel frattempo, la prego di intensificare il controllo per quanto riguarda la dottoressa Ferrari>> concludo, salutando il mio interlocutore con una certa inquietudine.

Ho perso lucidità e ormai vedo cospirazioni e complotti ovunque, ma l'incontro di Angelica con quel tipo, alla luce di quanto segnalatomi dall'investigatore, mi lascia perplesso. Voglio vederci chiaro. Non mi fido di lui. Anzi, per essere completamente sincero, non mi fido quasi più di nessuno.

Le domande iniziano ad affollare la mia mente in un susseguirsi disordinato di riflessioni, in cerca di risposte che non sono in grado di darmi.

Come mai Veronica conosce quell'individuo? Perché una vecchia conoscenza di Angelica è appostata davanti al mio appartamento in questo momento, come se stesse controllando i movimenti miei e di Veronica? Aver incontrato quel tizio davanti al comando dei carabinieri proprio il giorno dell'incidente avuto con Angelica è stato davvero un caso? Sto forse perdendo completamente il lume della ragione o quel tipo nasconde qualcosa?


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