Capitolo 42 - Invito a cena

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Angy

Alla fine della giornata ho già chiamato Elisa almeno dieci volte a causa dell'ansia che mi provoca la sola idea di dover vedere Leonardo domani.

Ho pensato e ripensato a come potrei comportarmi e a cosa potrei dirgli. Ho anche cercato di immaginare quale sarà il suo atteggiamento: erigerà il suo consueto muro di indifferenza e cinismo, come ai vecchi tempi, o sarà il Leonardo gentile e riservato con cui ho fatto l'amore?

Sto spegnendo il pc, quando Alessandro bussa alla mia stanza.

<<Stai andando a casa?>> mi domanda Ale sulla soglia della porta.

<<Sì, ho il treno tra mezz'ora>> lo informo. La mia vecchia automobile, dopo avermi abbandonato quel famoso giorno in cui sono arrivata in estremo ritardo ad un'udienza a Milano, sembra aver ripreso a funzionare, ma a singhiozzo; perciò, da quando sono tornata a vivere a casa dei miei, per raggiungere lo studio Leoni prendo i mezzi pubblici.

<<Posso darti un passaggio?>> mi domanda Alessandro. La proposta è tremendamente allettante: evitare un viaggio su un mezzo cigolante e un tragitto che presumibilmente dovrò farmi in piedi, per la mancanza di posti a sedere nell'orario di uscita dagli uffici, non sarebbe affatto male, ma dopo l'affermazione di Alessandro di qualche ora fa in sala riunioni, forse sarebbe più opportuno che io rifiutassi.

Dato che impiego troppo tempo a dare una risposta, Ale con un sorriso ammiccante mi chiarisce i suoi intenti: <<È solo un passaggio! Niente di impegnativo, no? Inoltre devo passare in un centro commerciale che si trova dalle tue parti per ritirare un abito che ho acquistato lo scorso fine settimana, ma che ho lasciato al negozio per alcune modifiche>>.

Lo guardo ancora per un istante sorridere con la sua consueta aria da uomo spigliato, e infine annuisco, sopraffatta dal desiderio di evitare un tragitto pesante in treno.

<<Ok, grazie! Accetto volentieri!>> dico ad Ale piegando le labbra in un sorriso sincero.

Diversamente da quanto previsto, il tratto di strada con Ale non è affatto imbarazzante. Lui ed io parliamo di svariati argomenti con estrema disinvoltura, come se fossimo amici di vecchia data.

Quando Alessandro mi lascia sola in auto nel parcheggio del centro commerciale per andare a ritirare il suo abito, non posso fare a meno di domandarmi per quale ragione con Leo debba essere tutto così difficile, mentre con Alessandro tutto così semplice. Dipende da quello che sento per Leonardo o dal fatto che il mio ex capo è terribilmente inaccessibile ed enigmatico? O forse la colpa è soltanto mia e scaturisce dall'atavica paura di legarmi ad un uomo, i cui pensieri e i cui gesti non riesco né ad interpretare né a prevedere?

<<Ecco qui. Ritirato tutto>> dice Alessandro rientrando in macchina e appoggiando un sacchetto ingombrante sui sedili posteriori. <<Ora che ne pensi di andare a cena da qualche parte?>> mi chiede poi infilando le chiavi nel cruscotto e voltandosi a guardami.

<<Non dovevi offrirmi solo un passaggio fino a casa?>> domando ad Ale alzando le sopracciglia e corrugando la fronte.

<<Se ti offrissi anche la cena sarebbe inopportuno?>> chiede Alessandro sorridendo nella sua consueta maniera naturale e sfacciata allo stesso tempo, che da una parte mi imbarazza mentre dall'altra mi suscita un sorriso.

<<Inopportuno no>> inizio a balbettare. <<Tuttavia stasera sono un po' stanca. Ti ringrazio, ma preferirei tornare a casa>> rispondo ad Ale.

<<Dai, non farti pregare! Prometto di riportarti a casa per le undici>> insiste il mio capo, sbattendo le ciglia vistosamente e simulando il broncio di un bambino. Io scoppio a ridere e mi ritrovo ad annuire.

Se confessi, ti sposo!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora