Angy
<<Ti avevo chiesto di tenere il massimo riserbo sulle indagini!>> sento il comandante Armi rivolgersi in tono alterato ad Alessandro. È evidente che non approva che Ale mi abbia reso partecipe di informazioni riservate.
Non ho notizie di Leonardo da quasi quarantotto ore e la mia testa ormai comincia a prefigurarsi il peggio.
Anzi, per la verità, oscillo tra la convinzione che non rivedrò mai più Leonardo e gli sporadici sprazzi di irrazionale speranza, in cui la parte più fiduciosa di me si ostina a crederlo vivo.
È strano come nei momenti tragici della vita ci si aggrappi a quell'unica infinitesimale eventualità di esito positivo, pur nella convinzione che essa sia una goccia nel mare delle circostanze che urlano catastrofi e sciagure.
Non so cosa spinga l'individuo ad afferrare con tutte le sue forze e le sue energie quell'unica sola possibilità, tanto trascurabile da apparire un'illusione nei momenti di lucidità e di razionalità, che (diversamente dall'emotività) ponderano i numerosi e schiaccianti elementi concreti, giungendo alla conclusione più logica, anche se più dolorosa.
Eppure finché non arriva la notizia dell'evento che tanto si ripudia, la notizia che sentenzia la fine dell'agonia interiore che alterna momenti di rassegnazione a momenti di fede, residua sempre il miraggio del lieto fine.
Forse perché diversamente, ovvero rinunciando fin da subito al sogno di un epilogo felice, il dolore, l'angoscia e la paura che governano le ore di attesa sarebbero tanto intollerabili da condurre alla follia, o quantomeno da impedire a chiunque, anche all'individuo più forte, di poter affrontare il peggio che ancora deve arrivare.
Dopo che Alessandro mi ha confidato le notizie riservate che ha avuto da Martina, l'ho costretto a portarmi da lei per poterle chiedere notizie di Leonardo.
<<Martina, cerca di capire! Lei tiene a Leonardo quanto me, se non di più. Anche lei ha diritto di sapere. Non puoi lasciarla nell'agonia dell'attesa, senza fornirle almeno qualche notizia!>> replica Alessandro al comandante Armi, perorando la mia causa. Alessandro è davvero un buon amico e una persona eccezionale. Solo ora mi rendo conto che lui e Leonardo non sono poi così diversi come sembrano. Sono gli opposti nel carattere, ma nell'animo sono accumunati da un'onestà e un buon cuore che poche persone possono vantare di avere.
<<Comandante, la prego! Se ha qualche notizia di Leonardo, anche la più piccola, me lo dica! Le giuro che non ne parlerò con nessuno!>> intervengo, implorando il comandante Armi con lo sguardo.
Lei mi fissa per alcuni istanti, forse indecisa se rendermi partecipe delle indagini, poi lancia un'ultima occhiata in tralice ad Alessandro e finalmente mi regala una speranza che, per quanto minima, mi permette di affrontare il calvario di un'attesa che non mi dà tregua.
<<Dottoressa Ferrari, stiamo seguendo una pista. Non sappiamo ancora dove quel pazzoide ha portato Leonardo, ma abbiamo indagato su un ex compagno di cella di Julius e sento che è la pista giusta>> precisa il comandante Armi.
<<Un ex compagno di cella di Julius? Vuol dire che state indagando su un possibile complice?>> chiedo, sentendo il cuore esplodere nel petto e il fiato mancarmi.
<<A dire la verità questa persona si è rivelata tutt'altro che un complice per Julius. Direi piuttosto che è un nostro informatore>> precisa il comandante.
<<Non capisco>> dico, sperando che Martina entri maggiormente nei dettagli delle indagini.
<<L'ex compagno di cella di Julius lo ha ospitato a casa sua per tutto questo tempo, completamente ignaro di quello che Julius stava architettando. Quest'uomo - che, uscito di prigione qualche anno fa, sembra aver iniziato a rigare dritto - era convinto che Julius stesse cercando di nascondersi dalla criminalità organizzata. Julius è infatti riuscito a fargli credere che aveva bisogno di aiuto per nascondersi da personaggi poco puliti. Quest'uomo si è fidato di Julius e gli ha fornito inconsapevolmente l'aiuto di cui aveva bisogno per celarsi alle autorità. Poi, qualche giorno fa, sistemando la camera in cui ospitava Julius, ha ritrovato dei narcotici, delle corde e un'arma da fuoco. L'uomo ha compreso quasi subito che Julius doveva avergli mentito, ma ci ha messo qualche giorno a convincersi a venire da noi per denunciarlo, probabilmente per paura che Julius lo scoprisse e nello stesso tempo per lo scrupolo di tradire quello che per lui doveva essere un amico. È facile infatti che tra i compagni di prigione si inneschi una forte complicità che spesso si rafforza fuori dal carcere. Ad ogni modo l'uomo in questione ha fatto la cosa giusta e si è rivolto a noi. Purtroppo però si è persuaso a farlo soltanto ieri mattina, quando Leonardo era già scomparso. Ora quest'uomo - ovviamente all'insaputa di Julius - sta collaborando con le autorità. Grazie a lui e ai contatti che ha continuato ad avere con Julius siamo riusciti a scoprire che quest'ultimo si trova su un'imbarcazione ormeggiata nella zona dell'alto lago, ma non sappiamo quale sia di preciso, né se nasconda lì Leonardo. Tuttavia crediamo che l'ipotesi del rapimento per vendetta sia più che plausibile, visti i precedenti penali di Julius e il coinvolgimento del padre di Leonardo nella reclusione del sospettato>> conclude il comandante Armi.
<<Quindi state cercando quella imbarcazione? Avete già fatto incursione in qualche barca sospetta?>> domando, pur rendendomi conto di aver posto domande stupide. È ovvio che i carabinieri stiano cercando quella maledetta barca, ma voglio essere rassicurata. Ne ho terribilmente bisogno.
<<La stiamo cercando, dottoressa. Anche la sua vecchia conoscenza, Stefano>> replica il comandante Armi, voltandosi per un attimo a guardare Alessandro con un evidente contegno di disapprovazione verso le rivelazioni che Ale mi ha fatto anche in relazione al ruolo di Stefano nella vicenda, <<sta provvedendo con le necessarie ricerche. Ma dobbiamo essere più che discreti. Non possiamo certo inviare delle volanti sul posto a sirene spiegate. Se Julius si accorgesse che il suo ex compagno di carcere sta facendo il doppio gioco o che le forze dell'ordine lo hanno quasi intercettato, sicuramente troverebbe il modo di scappare e a quel punto, ammesso che Leonardo sia ancora vivo, per lui potrebbe essere la fine>> conclude Martina in tono fin troppo freddo per i miei gusti. So che è il ruolo di Martina ad imporle un contegno distaccato, ma ciononostante il suo atteggiamento quasi impassibile in questa circostanza mi dà i nervi.
<<È vivo!>> replico pertanto, alzando la voce. <<Leonardo è vivo... deve esserlo>> termino in tono più sommesso, non credendo neppure io fino in fondo alle mie parole.
Ma non voglio ancora abbandonare la speranza. Voglio aggrapparmi all'idea che Leonardo è vivo e che la pista che stanno seguendo le autorità è quella giusta, anche se nessuno (neppure le forze dell'ordine) ha la certezza di dove si trovi Leonardo, anche se nessuno è in grado di dirmi che lui sta bene e che lo rivedrò presto.
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Se confessi, ti sposo!
Literatura FemininaAngelica Ferrari, una ragazza di ventisei anni che si è da poco laureata in giurisprudenza, è ancora confusa sul suo futuro lavorativo. Non trovando lavoro, inizia la pratica forense presso uno studio legale, nonostante non abbia mai desiderato dive...