one - melodramatic

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"Stai scherzando?" Dissi a mio padre, balbettando per l'incredulità.

"Ti manca solo un anno di scuola. Quindi perché no?" Rispose. Sembrava completamente ignaro del fatto che questo avrebbe rovinato tutto.

"Grazie! E' esattamente per questo che è un'idea terribile!" Urlai. Non avevo problemi nell'avere l'ennesima discussione con mio padre. Le cose erano un costante vai e vieni tra di noi.

"Stai esagerando. Perché non puoi essere felice per me?"

"Potrei esserlo, MA TU SEI TROPPO IMPEGNATO A ROVINARMI LA VITA!" Urlai mentre uscivo dalla stanza. Andai dritta verso la porta d'ingresso, afferrando il mio familiare skateboard blu. Mi infilai le mie vans nere strappate, scrivendomi una nota mentale per ricordarmi di comprarne un paio nuovo. potevo ancora sentire mio padre urlarmi "SEI COSI' MELODRAMATICA!". Questa era l'ultima cosa che avevo sentito prima di sbattere la porta, bloccandolo.

Non potevo credere a quello che mi stava facendo. Trasferirsi dall'altra parte del paese, Gesù avrei preferito morire. Da Perth a Sydney, ecco come rovinarmi la vita.

Mio padre mi aveva sempre detto di non cambiare mai la mia vita per un ragazzo, eppure eccolo qui, a cambiare la sua per una donna. O forse era meglio dire cambiare la mia vita. Era stato un po' giù in questi anni, ma poi aveva trovato lei.

E lasciatemi dire una cosa, non avevo mai odiato qualcuno così tanto in vita mia.

Mio padre aveva quest'anima gentile che non avrebbe fatto male ad una mosca. Chiedeva sempre se le altre persone stavano bene e non si preoccupava mai per se. Era sempre stato così. Non era esattamente come me, ma c'erano alcune somiglianze tra di noi.

E adesso questa donna pazza l'avrebbe sposato, Sarah. Lei mi disgustava. Era una persona orribile, una che voleva i soldi ed una strega. Cercava sempre di controllarmi, cosa che era sinceramente esilarante da guardare. Nessuno poteva controllarmi.

Mi allontanai da casa mia, dalle mie preoccupazioni, i Blink-182 suonavano nelle mie cuffiette. Camminare con lo skateboard era sempre stato il mio modo di fuggire dal mondo. Era così facile perdercisi dentro. Probabilmente avevo 5 o 6 penny (è un tipo di skateboard penso) diversi a casa, insieme ai tanti skateboard che avevo accumulato.

Ricordavo che una volta mia madre mi aveva detto di proteggere sempre quello che amavo. "Trova qualcosa da amare e nessuno potrà portartelo via." Era una delle cose che ricordavo mi aveva detto prima di andare via. Questo era qualcosa che amavo.

Sarah cercava sempre di portarmi via i miei skateboard. Insisteva a dire che fossero uno spreco di tempo e che avrei potuto spendere quei soldi per qualcosa di più importante. Mio padre era ovviamente dalla sua parte, dicendo che avrei potuto farne a meno.

Questa era la mia vita.

..

Dopo essere andata con lo skate per quasi un'ora decisi che sarei andata a casa del mio migliore amico. Sapeva sempre come confortarmi in situazioni del genere. Era come un fratello per me e sarebbe stato difficile lasciarlo.

Bussai alla sua porta, sapendo che sarebbe ancora stato sveglio. Erano quasi le undici di sera, ma potevo giurare che questo ragazzo non dormiva.

Aprì la porta e i suoi occhi blu incontrarono i miei che erano gonfi e rossi per le lacrime che li avevano lasciati quando ero andata via di casa.

"Troye." Sussurrai. Lui allungò un braccio e mi tirò in un abbraccio forte. Iniziai a singhiozzare di nuovo e a perdere il controllo. Iniziai a tremare tra le sue braccia, facendomi sopraffare dalla mia ansia.

"Ti ho preso, Zoe. Fai uscire tutto." Mi strinse mentre piangevo. Piansi fino a non farcela più. Lui mi accarezzò i capelli ricci e poi la schiena come faceva sempre fino a farmi calmare completamente.

"Hey, cosa è successo?" Mi chiese quando mi allontanai da lui. Non mi lasciò andare del tutto, lasciando le sue mani sulle mie spalle.

"Mi trasferisco. A Sydney." Sussurrai.

Il suo viso sbiancò e ci passarono su varie emozioni. All'inizio sembrava triste, ma poi vidi la rabbia nei suoi occhi. Troye non era per niente spaventoso quando era arrabbiato, di solito era tenero quando si scaldava. Ma non c'era niente che mi piacesse dello sguardo sul suo viso.

"Come –perché ti stai trasferendo?"

Alzai gli occhi al cielo. "La matrigna ordina, la matrigna ottiene."

"Quella strega." Disse, scuotendo la testa. Risi perché chiamavamo sempre Sarah 'la strega'. A lui non piaceva tanto quanto a me.

"Ho avuto una discussione con mio padre, posso rimanere qui questa sera?" Chiesi. Non era una cosa che dovevo davvero chiedere, rimanevo a casa di Troye tutto il tempo. Durante l'estate passavo quasi tutte le sere con lui, guardare film e navigare su internet erano le nostre abitudini. Dio, mi sarebbe mancato.

"Si, certo che puoi, puoi sempre stare con noi." Mi fece cenno di entrare, quasi non avevo notato che eravamo ancora fermi sulla soglia di casa sua. "PAPA'! ZOE SI FERM A DORMIRE!" Urlò Troye per far sapere a tutti che ero qui.

Andammo in cucina per prendere del cibo di conforto e trovammo Sage a mangiucchiare delle patatine. I suoi capelli erano biondi in questo momento e aveva poco trucco sopra. Eravamo nel pieno della settimana quindi dubitavo che fosse stata fuori tutto il giorno. Indossava un top bianco e un paio di pantaloncini di jeans che le stavano alla perfezione. Maledizione, Troye e la sua famiglia erano tutti perfetti.

"Hey, Sagey." Lei notò i miei occhi rossi e venne a darmi un abbraccio. Le diedi un bacio sulla testa prima di allontanarmi.

"Stai bene?" Mi chiese.

"Sempre." Le rivolsi un sorriso debole. Avevo incontrato Sage per prima e lei mi aveva presentato Troye. Ovviamente era più vicina a Troye, ma Sage era comunque una delle mie migliori amiche. Si allontanò dalla cucina, lasciandoci in silenzio.

"Cosa farai?"

"Non ho scelta, devo andare. Comunque andrò all'università tra un anno, quindi non dovrò vivere con quella strega per sempre. Giusto?"

"Immagino. Devi venire a trovarmi un sacco. quest'estate puoi viaggiare con me, okay?"

"Certo." Fu l'ultima cosa che dissi sull'argomento, non volevo neanche più parlarne.

"Gelato e vodka?" Suggerì lui.

"Come se tu dovessi chiederlo." Un sorriso diabolico comparve sul mio viso.

A/N: Eccoci qui con una nuova traduzione! Come ormai penso abbiate capito, pubblico solo le traduzioni delle storie che mi sono piaciute di più e, questa è una delle mie preferite su Ashton. Aggiornerò il lunedì, il mercoledì e il giovedì. E spero tanto che anche questa storia vi piaccia. (all'inizio i capitoli saranno un po' corti, ma poi si migliora)

Baci, Marta

Feeling This | Ashton Irwin (traduzione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora