A/N: Allooora, siccome ieri non ho potuto aggiornare ho deciso che, per farmi perdonare, oggi metterò due capitoli. E poi da domani si tornerà al solito schema di aggiornamento. Spero che siate felici ahahah
"Ciao."
"Hey."
Lui allargò le braccia. "Vieni qui."
Gli lanciai le braccia al collo e scoppiai a piangere di nuovo. Tra le lacrime riuscì a dire, "Sono un disastro, Ashton."
"Siamo tutti un po' un disastro, Zoe Lee."
Io ridacchiai, sapendo che fosse vero. Ma perché Ashton avrebbe dovuto dirlo? Aspetta, i suoi occhi erano tanto rossi come i miei...
"Seguimi." Disse, stringendo la mia mano come se da quello dipendesse la sue vita. Lo seguì su per le scale mentre mi faceva strada verso camera sua. Non accese nessuna luce ed io continuavo a sbattere contro qualsiasi cosa. Lui sembrava non avere problemi, ma non potei fare a meno di notare quanto piano stesse camminando, mentre controllava ogni stanza per vedere se fosse pulita.
Iniziai ad essere più nervosa mentre ci avvicinavamo alla sua stanza. Si fermò davanti ad una porta e mi baciò velocemente la testa. Era confortante e, in qualche modo, mi fece sentire un po' meglio.
Entrammo in camera, che era completamente spoglia. Oltre al letto sotto la finestra e all'armadio dal lato opposto, era appena vuota. Sembrava che fosse tutto buttato sul letto. C'erano dei quaderni e un portatile, bacchette e un sacco di penne. Perché la sua stanza era così?
Ma non ci fermammo nella stanza. Mi trascinò verso il letto, dove saltò ed uscì dalla finestra. All'inizio ero confusa, ma decisi di seguirlo comunque.
"Ashton, che stai facendo?" Sussurrai.
"Ultimamente vengo qui fuori un sacco. E' così bello il modo in cui si possono vedere tutte le stelle." Si stese sul tetto. Invece di stendermi accanto a lui, io mi misi dritta e guardai le stelle. Poi urlai, facendo uscire tutto. Ashton non sussultò neanche, era come se si aspettasse che facessi una cosa del genere. Era come se stesse iniziando a capirmi.
"Vuoi parlarne?" Chiese.
"No... Si... non lo so. Perché tu eri giù?"
Lui cercò di sviare la mia domanda. "Non lo ero."
Sollevai un sopracciglio, guardandolo. "Stavi piangendo."
Lui girò il viso, grattandosi la nuca. "Non so di cosa stai parlando."
Sorrisi, non a lui, non con lui, solo in generale. "Sei testardo tanto quando me."
"Grazie."
"Io parlerò se tu parlerai." Offrì. Mi misi a sedere, per poi stendermi accanto a lui a pancia in giù, posando la testa sul suo petto.
"Affare fatto." Poi mi diede un veloce bacio.
"Ho litigato con Sarah. Lei mi ha detto di andare via." Feci spallucce, non era la prima volta in cui litigavamo, ma era la prima volta che lei mi diceva davvero di andarmene.
"Perché avete litigato?" Io non risposi. "Zoe Lee..."
"Le ho solo urlato contro di nuovo, per avermi rovinato la vita."
"Perché sei così arrabbiata con il mondo?" Chiese con frustrazione.
"Cosa c'è per cui non essere arrabbiati?" Lui non mi rispose, quindi colsi l'occasione per cambiare argomento. "E' il tuo turno."
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Feeling This | Ashton Irwin (traduzione italiana)
FanficDue disadattati che creano un legame grazie all'unica cosa che li ha portati insieme: l'amore che hanno l'uno per l'altra. Questa storia è una traduzione, l'orginale è di michkale. Tutti i diritti e i meriti sono riservati a lei.