Era passata quasi una settimana dal concerto in cui avevo conosciuto Kathy. Ci eravamo scambiate qualche messaggio e l'avevo invitata ad una delle feste a casa di Mikey questa sera. Non l'avevo ancora rivista, ma l'ultima volta avevamo parlato al telefono e tutto quello che riuscivo a sentire in sottofondo era sua madre che urlava il suo nome, che suonava come Catty. Il soprannome era rimasto.
Ma grazie a Catty avevo pensato molto ad Ashton e a cosa avrei dovuto fare. Eravamo entrambi incasinati –io un po' di più- e testardi. Non volevo rovinare quello che stava succedendo tra di noi.
Che al momento era niente.
Mi aveva a malapena guardato per tutta la sera. Eravamo a casa di Michael, che aveva organizzato la sua solita festa settimanale. Mi sentivo male per Mikey. Le feste non gli piacevano neanche così tanto e i suoi genitori erano fuori per così tanto tempo che era come se non gli importasse di lui. Si era così abituato ad organizzare queste feste estravaganti con droghe illegali e ragazzini sudati che cercavano di avere qualche azione prima di tornare alla loro vita da nerd che era diventato un rito. Immaginavo che provasse conforto nell'essere circondato da persone, anche se non erano davvero qui per lui. Era abbastanza triste.
Proprio come Mikey, ero seduta sola in questa festa della pietà. Di solito eravamo sempre seduti vicini. Anche se non parlavamo sempre, comunicavamo con guardi e cenni. Ogni tanto faceva una faccia buffa ed io scoppiavo a ridere.
Ero seduta su uno dei divani, una coppia stava pomiciando vicino a me quando notai Michael fare un'altra smorfia. Però questa non era una di quelle divertenti per farmi ridere, era serio. Continuava a farmi cenno verso l'entrata della grande stanza. Seguì i suoi occhi che si posarono su Ashton, che era appena entrato.
Indossava quel ridicolo cappello che faceva pensare che gli mancassero dei capelli al centro e un paio di jeans neri che erano un po' troppo strappati. Indossava una canotta che mostrava tutti i suoi muscoli. Potevo dire che altre ragazze lo stavano fissando e mi disgustava il fatto che probabilmente stavano pensando a come portarselo a letto dopo, lui doveva essere mio.
Ma lo era?
Maledizione, mi servivano risposte.
Sospettavo che fosse questo che volesse dirmi Michael, quindi andai verso Ashton senza esitazione e iniziai a trascinarlo fuori dalla casa affollata. Alcune ragazze con pochi vestiti sopra mi lanciarono delle occhiatacce. Poi non esitarono ad ammirare Ashton mentre passavamo. Potevo sentire gli occhi di Ashton bruciare su di me, ma non disse niente. Non si lamentò del fatto che gli stavo stringendo il polso troppo forte o che stavo camminando troppo velocemente. Obbedì, a differenza di quello che avevo fatto io quando era stato lui a trascinarmi fuori,
sembrava un deja vu, ma era anche soddisfacente essere al controllo questa volta.
Finalmente uscimmo dalla casa e lasciai andare il suo polso, sapendo che mi avrebbe seguito ovunque. Era questa la cosa bella di Ashton, era come un cucciolo perso ed era assolutamente adorabile.
Le mie dita sentirono l'assenza della pelle di Ashton e mi mancò subito il contatto. Quasi saltai quando lui intrecciò le dita con le mie. Cercai di non sembrare troppo contenta e continuai a camminare con nonchalance. Ma non stava funzionando perché potevo sentire Ashton ridacchiare dietro di me.
Mi fermai. "Perché stai ridendo di me?!" Urlai. Potevo dire che stava cercando di fare il serio e di trattenere le risate, ma non ci stava riuscendo molto.
Fece qualche passo indietro. "Pensavo che mi avresti preso a pugni per averti preso la mano, ma invece hai avuto un piccolo episodio da fangirl." E, ancor prima di finire la frase, scoppiò a ridere.
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Feeling This | Ashton Irwin (traduzione italiana)
FanfictionDue disadattati che creano un legame grazie all'unica cosa che li ha portati insieme: l'amore che hanno l'uno per l'altra. Questa storia è una traduzione, l'orginale è di michkale. Tutti i diritti e i meriti sono riservati a lei.