Coming out pt.1

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Clary finì di bere, scese dalla sedia e spintonando la folla che ormai occupava ogni angolo del locale, avanzò in direzione di Jace.

Non appena aveva sentito quel contatto sulle sue labbra si scansò bruscamente, e Alec, ancora rapito da quell'istante sarebbe caduto se non fosse stato sorretto da lui.

Le mani sul biondo si posarono sulle sue spalle, ma proprio in quel momento...

Aveva visto ogni cosa.

-Io mi fidavo di te!-

Jace su voltò di scatto

-Clary non è come pensi!- Era furioso più che mai

-Che cosa ti è saltato in mente eh?!- Guardava l'amico con gli occhi ridotti a due fessure.

-Tu devi sapere, è da sempre, da sempre ho provato qualcosa per te per tutti questi anni io ti ho sempre difeso, sono sempre stato al tuo fianco tu...

SONO GAY, ORA LO SAI, SONO GAY -.

Le parole erano state pronunciate di getto, così velocemente che Alec si sorprese di sè stesso.

Da quanto tempo erano segregate in lui?

La musica si era abbassata, un branco di ragazzi e ragazze li circondò, mentre osservavano la scena, in attesa della prossima mossa.

-VOI, COSA AVETE DA GUARDARE? SONO GAY, FINALMENTE POSSO DIRLO-.

-Sì invece!- La ragazza con i capelli rossi strillava con tutta la voce che aveva in gola -è sempre stato così, anche in palestra...Dovevo arrivarci subito!-

-Clary, amore, aspetta!- Allungò una mano per fermarla, ma invano, era già uscita dalla discoteca.

-Alec! Che cosa sta succedendo?-

Isabelle ondeggiava nel suo vestito argentato di pizzo, seguita da Simon.

-Dimmelo, come ti è saltato in mente, frocio!-

Afferrò Alec per il colletto della giacca, il quale gli restituì un pugno sul braccio -Come mi hai chiamato?!-

-Non osare parlare così a mio fratello, biondino!-.

La gente esultava, non vedevano l'ora di assistere a una rissa.

-Che cosa ti ha fatto? Non ti riconosco più.

È la prima volta che lo dico a qualcuno, a parte mia sorella...-

In quel momento la pancia di Alec aveva qualcosa che non andava, si precipitò fuori dal locale con tutti gli occhi puntati addosso, e riversò sul marciapiede tutto ciò che aveva in pancia.

Un uomo alto, la camicia viola e le giacca nera, i capelli tutti in disordine, lasciò il gruppo di ragazzi e veloce come un fulmine, raggiunse il ragazzo.

Alec sentì una mano avvolgergli la vita, e un'altra posizionarsi sulla sua fronte mentre stava ancora vomitando.

Quando si ricompose, alzò gli occhi e quasi sobbalzò

-Professore, lei....è stato orribile io....-

Poggiò una mano calda sulla sua spalla -Sei stato coraggioso Alexander-

-Ma cosa! No, ho soltanto peggiorato le cose...-

Il suo tono di voce era più dolce -Tranquillo, torneranno insieme in men che non si dica-.

-Con Jace, la mia amicizia con Jace? Non so come sia successo ma era da tempo che avrei voluto farlo...-

Ora la mano di Bane era scesa sull'avambraccio - Capirà presto la tua situazione-

Isabelle corse fuori dal locale, si guardò intorno e quando scorse Alec, a una decina di metri dal locale, si fiondò da lui, abbracciandolo.

Il professore si scansò sorridendo -Alec! Sei stato fantastico....Ah salve professore, mi scusi-

Magnus di tutta risposta le fece un occhiolino -Il mio turno di lavoro è finito, devo andare...Buona notte ragazzi- Si congedò con un sorriso, il verde dei suoi occhi era puntato su Alec.

Proseguì il cammino, ondeggiando a ogni passo, tra i vicoli silenziosi della città fino a scomparire del tutto, nel buio della notte.

(Dimora Lightwood)

Appena arrivarono a casa, Maryse e Robert avevano appena finito la cena -Già di ritorno, ragazzi?-

-Sì mamma...La festa era noiosa, poi Alec si è sentito poco bene-.

Alec riuscì a fulminare la sorella con lo sguardo senza farsi accorgere, dal momento che un ciuffo ribelle gli arrivava fin sopra le palpebre.

-Come mai?-

-Vomito...- Si costrinse a dire, soltanto per non destare sospetti

-Non sei abituato a bere alcolici, per questo...-

-No mamma, non è questo il motivo...Le verdure della mensa erano disgustose-.

-Mi sembrava strano che mio figlio diventasse alcolizzato così all'improvviso- Robert si alzò da tavola, pulendosi la bocca con un fazzoletto e dando la buonanotte ai figli, salì le scale per andarsi a coricare.

Mezz'ora dopo che Isabelle ebbe divorato due fette di cheesecake(Una era di Alec, che non l'aveva voluta)salirono anche loro al piano di sopra.

-Alec...Come devo ripetertelo? Sei stato davvero coraggioso, io non ce l'avrei fatta-

-Queste sono le stesse parole che mi ha detto Bane-

-Ha ragione, vedrai che starai bene-

-Vedrai...

Andrà meglio...

Di quale futuro remoto state parlando tu e lui...si può sapere?-

La ragazza rise, abbassando la voce -Di uno molto vicino, Alec-

La sveglia sul comodino segnava le ore 00.13.

-Sai cosa dovremo fare domani, vero?- Un sorriso amorevole le illuminò il viso, mentre il fratello rimase perplesso per un attimo ma poi...

-Max!-

-Già-.

Per questa volta il ragazzo ricambiò il sorriso e diede un bacio sulla guancia a Isabelle per augurarle la buonanotte.

Si girò dall'altra parte, tirò le coperte e si catapultò nel mondo dei sogni.

(Appartamento di Magnus)

Il professore andò ad aprire immediatamente quando udì bussare ripetutamente alla porta.

Non era Alexander.

-Ho bisogno di parlare- Era Clary, il sole le illuminava i capelli tutti spettinati.

Aveva il fiatone per la corsa -Stai calma, Clarissa- l'uomo la seguì mentre prendeva posto sul divano.

-Posso chiedere il perché? Perché sei rimasto in silenzio quando quello...-

-Alexander Lightwood-

-Sì, chiamalo come vuoi quel pezzo...-

Magnus contorse un labbro -Hei, hei...Tieni, prendi una tazza di tè- Lasciò cadere uno spicchio di limone nella tazza, ma la ragazza lo rifiutò.

-Come è possibile....Jace? Omosessuale?-

-Infatti non è possibile- Il verde dei suoi occhi sembrò schiarirsi velocemente, ora scaglie dorate circondarono la pupilla nera, che stava diventando una fessura come quella dei gatti...

-Non è così, Clary...- La ragazza non si era accorta del cambiamento, continuava a guardarlo e sembrava tranquillizzarsi.

Bane sbattè le palpebre, e la ragazza indietreggiò finendo con la testa sullo schienale del divano.

Era come se fosse appena stata svegliata da un lungo sonno.



Professor Bane: Love is like a spellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora