Welcome to my dark side

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Magnus era leggermente pallido in viso, ma ciò non metteva in dubbio la sua bellezza: vestito da medico stava una favola, poteva travestirsi da chiunque, stava sempre una favola.
Alzò la mano sinistra, la destra ancora sulla spalla di Max.
Mosse due dita in modo quasi impercettibile e lo stomaco di Alec parve vacillare...
Si sentiva quasi al punto di vomitare, ma ciò non accadde anzi, percepiva uno strano ronzio nella testa e d'improvviso un vuoto totale invase la sua mente: tutto divenne buio.
La stessa reazione accade a tutti gli altri e nessuno fu in grado di vedere le scintille azzurro vivo che si spargevano per la stanza.
Nessuno notava ciò che stava accadendo, in totale balia di un incantesimo.
Le forme e i colori degli oggetti si offuscarono sotto occhi di Magnus, era come guardare attraverso un vetro increspato.
Il soffitto assuneva un'altra forma e colorazione, le piastrelle bianche del pavimento furono sostituite con una moquette rosso scuro e le sedie grigie della sala d'attesa scomparvero tutte per dare spazio a un grande divano color cremisi con cuscini di seta dorata.
Il lampadario si spense immediatamente e ai lati dalla stanza comparvero pian piano dei tavolini con sopra una decina di candele e davanti al divano prese forma un bancone lungo la metà della stanza, stracolmo di bevande di ogni colore dell'arcobaleno.
Fu a quel punto che gli occhi di Alec ricominciarono a vedere in modo nitido, abbassò lo sguardo verso la sua mano e si accorse di avere tra le dita un bicchere di cristallo pieno quasi fino all'orlo, alcune bollicine raggiungevano la superficie e guizzavano fuori.
-Che cosa stiamo festeggiando?- Era stata sua sorella a parlare, vestiva con un abito color crema lungo fino alle ginocchia, che metteva in evidenza la sue curve.
Aveva un vassoio in mano contenente due bicchieri di colore diverso: uno viola e l'altro azzutto vivo.
-Non ne ho idea, però è divertente- Simon era davanti a lei e stava giocherellando con l'orlo della sua camicia bianca a righe rosse.
Ma non poteva non notare l'uomo pallido sdraiato sul divano, gli occhi a mandorla semi chiusi e il respiro affannato.
Quasi fece cadere il bicchiere sul pavimento mentre si precipitava accanto al suo ragazzo e gli prendeva il viso tra le mani -Magnus, Magnus stai bene?-
-Oh Alec- Gli sorrise debolmente mentre l'altro lo aiutava a mettersi seduto, posizionando le mani sulle sue spalle che erano coperte dal tessuto viola vivo e brillante della giacca.
-Devo aver bevuto troppo- Si massaggiò le tempie con due dita mentre guardava Alec negli occhi -Decisamente troppo- Il ragazzo gli baciò una guancia e sentì la pelle tiepida sotto le labbra, poggiò il palmo sulla fronte di lui come per controllare una probabile influenza.
Clary, Jace, Max, Isabelle e Simon si avvicinarono per chiedere dell'accaduto -Sto bene, ho bevuto un po' troppo-
-Riesci ad alzarti in piedi?- Alec glielo sussurrò dolcemente mentre stringeva le mani per attirarlo a sè.
Gli altri si allontanarono un po' e ripresero a chiacchierare a a bere nel soggiorno di Magnus.
Max, ora completamente guarito, balla va assieme alla sorella e a Simon.
-Ho voglia di ballare- Assieme ad Alec, Magnus raggiunse un angolo della stanza, camminava lentamente ma il suo fidanzato lo sorreggeva.
Armeggiò con un disco anni ottanta e le note di musica jazz invasero la sala -Ti piacciono gli oggetti antiquati-
-Molto- Gli sorrise più intensamente, si stava già riprendendo, lo baciò sulle labbra e poi gli afferrò i fianchi, facendolo volteggiare tra le sue braccia.
Alec gemette dalla sorpresa e mentre ballava, o meglio, seguiva gli stessi passi di Magnus, non poteva smettere di osservare il suo petto nudo che si intravedeva quasi completamente dalla camicia bianca sbottonata a metà.
Alec avrebbe voluto strappargliela a morsi, avrebbe voluto vederlo nudo per toccarlo, assaggiare ogni centimetro della sua pelle. Comprare riviste con Magnus in prima pagina lo faceva stare male, era stufo di toccare un inutile pezzo di carta.
Alzò lo sguardo non appena percepì le labbra dell'altro sulle sue, assaporò tale morbidezza in un bacio gentile, che divenne via via sempre più passionale cuando una mano di Magnus osò scendere dalla vita fino al gluteo sinistro del suo ragazzo, palpandolo leggermente.
Alec sobbalzò e gemette sulle sue labbra mentre l'altro sorrideva seducentemente.
Alec si sentì spingere contro il muro, i due corpi aderirono completamente così come le loro bocche che non si staccavano più, i respiri accelerati.
Tutti gli altri ballavano, nessuno li notava o anche se fosse, li ignoravano.
Quello era un loro momento riservato, e avevano tutto il diritto di rimanere soli, in disparte.
-Mi fai impazzire- Magnus gli morse un labbro in modo vorace e cercò di non distogliere lo sguardo da lui mentre si piegava per afferrare la chiave, nascosta sotto un vaso, della sua camera da letto.
Non appena riuscì ad aprirla entrambi, rotolarono letteralmente dentro.
Magnus richiuse la porta al volo poi spinse Alec sul letto con molta forza.
L'impatto tra i corpi alterò i loro respiri, le mani del ragazzo sfilarono la giacca del compagno, che cadde in chissà in quale angolo della camera.
Passò una mano sul suo petto mentre continuava a baciarlo in modo sempre più caotico, le mani di Magnus artigliavano i suoi capelli.
Gli ultimi tre bottoni della camicia bianca furono staccati e anche questa finì sul pavimento, lanciata da Alec.
Quest'ultimo staccò la bocca dalle sue labbra per esplorare il collo lungo leggermente sudato, per poi passare e lasciare un baci lievi e rapidi sull'incavo del suo collo, scendendo sempre più per giungere ai suoi addominali solo accennati ma comunque bellissimi e invitanti.
Arrivò a baciare i fianchi e la "v" del bacino molto accennata e provò a usare la lingua stavolta...
Stranamente non incontrò ostacoli, il torace era liscio come il velluto e non c'era niente, assolutamente niente di somigliante a un ombelico lì in mezzo.
Alec aprì gli occhi che fin ora aveva tenuto chiusi e prima che potesse accorgersi della stranezza, Magnus balzò all'indietro, staccandosi dal suo corpo e andando a scontrarsi col muro alle sue spalle.
Lo sguardo di Alec salì pian piano verso le sue spalle contratte, ai 1muscoli in tensione del suo collo fino ad arrivare alla perfezione del viso.
I suoi occhi avevano cambiato colore.
Prima erano del colore del tè nero, ora invece la pupilla era più sottile, la sclera bianca era scomparsa del tutto, lasciando il posto a un colore giallo che si mischiava a un verde intenso.
Magnus abbassò la testa e strinse forte i denti -No!, non guardare-
Alec era rimasto immobile, perplesso, fece un balzo quando una scintilla azzurra guizzò fuori da una mano di Magnus e distrusse il vaso di fiori sul comodino.
-Magnus...Che cosa sta succedendo?!-
-Non doveva accadere...-
-Ma cosa, come...- Si alzò in piedi per camminare verso di lui ma si fermò immediatamente quando vide qualcosa di azzurro come una nebulosa, avvolgere le sue mani.
-Stai indietro- Alec percepì la paura, la rabbia e l'amore in quella voce.
-Che cosa sei?-
Continuava a tenere lo sguardo basso, la fronte madida di sudore con qualche goccia che gli percorreva le tempie -Sono stato io ad aiutarti al torneo di tiro con l'arco, nessuno poteva vedermi eccetto te. Ho curato io Max, è stato merito mio se ora è ancora qui con noi-
-Magnus...Di cosa stai parlando? Che cosa è successo a Max?-
-Tu non riesci a ricordarlo, non puoi, ogni volta che potevi vedere il lato oscuro di me, ho fatto in modo che dimenticassi ogni cosa-
-Quindi tu sei...-
-Sì Alexander, uno stregone. Il sommo stregone di Brooklyn.
Il silenzio divenne sovrano nella stanza, Alec era senza parole, non riusciva a capire se provava più paura o stupore.
Fu lo stregone a parlare di nuovo -Ora basta, devo mettere fine a tutto questo. Tu non avresti mai dovuto scoprire chi sono veramente-
Prima che potesse alzare un dito, Alec gli bloccò le braccia al muro, e prima che Alec potesse guardare ancora i suoi occhi soprannaturali li fece tornare al suo stato attuale.
Alec alzò la voce, stringendogli i polsi -Magnus, va tutto bene. Lasciati guardare per così come sei, non mi fai paura.
-No, no-.
-Magnus, per favore-
-Tu non capisci- Urlò e i suoi occhi tornarono allo stato felino -Io sono un mostro, e tu non sai nulla di me-.
Alec si scostò appena per evitare di fargli troppa pressione, i suoi occhi color cobalto fissi nei suoi ambra e smeraldo -Magnus, ti prego. Riuscirò ad apprezzare anche questo di te-
-Perchè, che cosa ti piace di me?-
Non staccò gli occhi da lui nemmeno per un istante -È da quando ti ho conosciuto che non sono più il ragazzo timido che ero una volta. Il tuo senso dell'umorismo e il tuo amore mi hanno permesso di diventare una persona migliore. Tu sai amare meglio di chiunque-.
L'uomo si scostò dal muro e intrecciò le dita con quelle di Alec, fece un respiro profondo
-Anche tu sei entrato nella mia vita così profondamente da stravolgerla e sei fin troppo buono con me-
-Magnus- I loro nasi si sfiorarono, Alec sorrise: un sorriso d'incoraggiamento
-La festa ci aspetta-.
Lo stregone rise mentre si abbottonava di nuovo la camicia e seguiva il suo ragazzo fuori dalla camera.

I due ballarono per tutta la sera, baciandosi di tanto in tanto.
Max si avvicinò sorridendo alla coppia -È proprio una bella serata-
-Bellissima serata- Il fratello ricambiò l'entusiasmo
-Max, devo mostrarti una cosa- Magnus gli fece un occhiolino amichevole e indicò una scatola sul tavolo.
-Oh è per me!?-
-È per un bambino coraggioso-
Un piccolo cane sbucò dalla scatola e iniziò a scodinsolare
-Sta bene! Si è salvato!-
Tutti gli occhi erano puntati su Magnus -Come hai fatto?!-
Questo sollevò le spalle e sorrise -È stato un caso-.
L'animaletto saltò addosso a Max -Devo darti un nome...Credo che Brave sia adatto-
-È stupendo- Alec gli diede una pacca sulla spalla mentre guardava Magnus.

-Alec! Dove eri finito? Devi venire al pigiama party a casa mia stasera-
-Cosa?-
Jace sgranò gli occhi -Non dirmi che hai cambiato idea, ci saremmo divertiti-
-Ok, va bene, va bene-
Prima di uscire da casa di Magnus, rivolse allo stregone un'occhiata di risentimento ma l'altro lo rassicurò con l'occhiolino.










Professor Bane: Love is like a spellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora