Jealousy

339 27 3
                                    

(In auto)

La donna tirò fuori il rossetto rosso da una tasca della sua borsa elegante, conosceva così bene la curva delle sue labbra che non ebbe bisogno di alcuno specchio.
Il colore rosso si espandeva sulla sua pelle, come una goccia di inchiostro rosso si sparge su i petali di una rosa bianca, e dava quel tocco seduttivo, il suo preferito, il rosso le dava il potere di agire.
Adesso era il momento di un altro colore, scuro come la notte: il nero.
Con il mascara diede volume alle sue ciglia già molto lunghe, facendo risaltare di più il colore chiaro degli occhi.
Per finire, cosparse la pelle candida con del fondotinta.
I suoi anelli luccicarono non appena aprì la portiera della vettura.

(Hunters University, classe di Alec)

Nella stanza i termosifoni erano accesi, tutti gli studenti erano già usciti, ma il professor Bane aveva fatto tardare Alexander Lightwood.
Subito dopo la lezione si era avvicinato a lui e lo aveva imprigionato contro il muro dell'aula, senza smettere di baciarlo neanche per un attimo.
Quando si staccò, le guance di Alec erano rosso cremisi, si sentiva avvampare dal calore che quel contatto gli provocava.
-Sei invitato a pranzo da me-
-Devo dirlo a mia sorella...-
-Già fatto, l'ho fermata prima in corridoio- Rispose con un occhiolino al quale Alec sorrise, si stava piegando in avanti per dargli l'ennesimo bacio quando qualcuno alla soglia della porta tossì.
Gli occhi di Magnus si posarono sulle sue labbra rosse, per poi passare agli occhi verde smeraldo, ipnotici, appena più su le sue sopracciglie chiare e sottili davano intensità allo sguardo seducente della donna.
Una ciocca di capelli biondi le ricadeva sulla spalla sinistra, da questa partiva l'unica spallina del suo vestito rosso, che le arrivava alle caviglie sottili.
Portava i tacchi a spillo eppure...Non l'avevano sentita arrivare.
Davanti a loro, Camille Belcourt.
Le tende della classe erano quasi del tutto tirate e anche nella penombra, il sorriso luccicante della serpe risultava evidente -Magnus, caro, da quanto tempo?-
Questo incrociò le braccia, fece un passo avanti lasciando che Alec restasse alle sue spalle -Che cosa vuoi, Camille?- Il tono scocciato e disinteressato.
-Oh non è da te non salutare, sei sempre il primo...- La donna fece un passo avanti, il tacco tintinnò al contatto col suolo e...Qualcosa in quella stanza sibilò.
-Ho un regalino per te- La sua voce era ridotta a un sussurro, rivelò la mano che nascondeva dietro la schiena: conteneva una gabbia per uccelli con un telo viola, non si vedeva nulla al suo interno.
Quella cosa lì dentro, qualsiasi cosa fosse, sibilò di nuovo.
-Ah- Il viso di Magnus non si scompose -Era un regalo per te in realtà- La voce ferma, calma.
-Non saprei dove lasciarlo, mi sto trasferendo-
-Il tuo nuovo compagno è allergico ai rettili?-
-Non c'è nessun nuovo compagno apparte...- La bionda fece due passi, gli arrivava al collo con quei tacchi, ora vicinissima a lui.
Alec indietreggiò non appena Magnus gli fece un gesto di ammonizione, quest'ultimo rimase immobile, lo sguardo altrove, i nervi tesi.
Camille avvicinò le labbra all'orecchio di Magnus e continuò la frase, soffiando delicatamente al suo interno -Te-.
Gli occhi di Magnus erano unicamente puntati verso il suo ragazzo, il quale guardava la scena con un certo disgusto.
Gli parve sentire delle parole uscire dalla vocca di Camille...Parole come: "Mi mancano le tue mani tra i miei seni", o peggio, "tra le mie coscie".
Magnus si scanzò immediatamente non appena la sua ex iniziò a leccargli il lobo dell'orecchio, cosa che lo mandava in tilt solitamente, senza provare a toccarla, sapeva che lei avrebbe approfittato di quel contatto.
Quella rise, una risata sconcia e per niente soave come la sua voce.
-Che peccato, mi sono messa anche il rossetto per te-
Magnus alzò una mano -Nessun problema,Camille- Afferrò la gabbia che era stata posata sul pavimento poco prima- Ne avrò cura- Non poteva mancare un sorriso, cercava il più possibile di restare al gioco: mai sembrare vulnerabili con la Belcourt.
-Alec, andiamo- Oltrepassarono Camille, li guardava con un sorriso malizioso, poi aggiunse -Carino il tuo ragazzo-
Tutti e due la ignorarono, ma lei seguiva i loro passi e continuava tranquillamente a parlare -Potremmo organizzare una cena tutti e tre insieme, conosco un locale molto bello dove...-
Gli occhi di Magnus si voltarono un instante verso la donna -Donne a luci rosse? Spiacente, siamo impegnati entrambi con molti esami - Si pentì di averlo fatto, perché il sorriso di Camille si allargò ancora di più.
Perché si era girato?! Perché?
Magnus fece accelerare il passo ad Alec, entrambi mano nella mano, a quel punto il professore si voltò: affianco a Camille c'era un pulsante anti-incendio.
Alec non poteva vedere, la faccia di Camille era contrariata, stava aussurrando qualcosa di negativo a Magnus, lui non ascoltava...
All'improvviso suonò l'allarme, la donna urlò, un urlo di rabbia, e quando delle fessure sul soffitto si attivarono, riversando molta acqua in quel corridoio, Camille scivolò e cadde.
Si rialzò quasi immediatamente, come se quei tacchi a spillo fossero scarpe da ginnastica e dopo aver imprecato, e gli urlò contro -Non finisce qui!- Ma nessuno dei due poteva sentirla ormai, erano già usciti dall'edificio.

(Appartamento di Magnus)

Non appena furono dentro, un miagolio attirò l'attenzione di Alec: un gattino grigio con macchie bianche qua e là corse verso di loro.
-Alec, lui è il Presidente Miao-
-Non sapevo avessi un gatto-
L'animale si avvicinò a lui e annusò la mano del ragazzo, per poi farsi accarezzare: il pelo soffice tra le dita di Alec.
Magnus sorrise, mentre poggiava la gabbia sibilante sul tavolo -Gli piaci già-.
Il Presidente Miao saltò bruscamente sul tavolo, gli si rizzò tutto il pelo e iniziò a soffiare rumorosamente -È un serpente?-
L'altro annuì -E non uno qualunque...Il prossimo sarà un elefante probabilmente-.
-Stai indietro, lui obbedisce solo a me-
Alec si sedette sul divano, a un metro e mezzo dal tavolo
La mano di Magnus sollevò il telo che teneva nascosta la bestia: era un cobra, le scaglie avevano un colore grigio, in alcuni punti c'era del marrone...Non appena alzò la mano la creatura smise di sibilare, la lingua biforcuta usciva dalla bocca con scatti poco amichevoli.
-Ha un nome quella cosa?-
-Si chiama Liebe, lo regalai a Camille anni fa...-
-Vi conoscete da molto voi allora
Magnus smise di dargli le spalle -Abbastanza, credevo di amarla...Ma ora che importanza ha? Io ho te-
Si allontanò dal tavolo e raggiunse Alec sul divano, si sedette e incrociò le gambe.
-Sei stato anche con altri?
-Oh Alec- Sorrise - Non dirmi che sei geloso-
L'altro alzò gli occhi al cielo -Sono serio, Magnus-
Si passò un dito sulle labbra, pensieroso -Sì, ho avuto tanti amanti, essendo un bisessuale disinvolto-.
L'uomo si alzò per andare ad aprire la dispensa , il ragazzo lo guardava, guardava la schiena ben definita perfino da sopra la camicia -Quanti?-
Magnus rigirò un coltello fra le dita e sorrise mentre affettava la carne -Non ricordo il numero esatto- Abbassò lo sguardo dell'alimento, le mani abili affettatavano velocemente.
Alec si alzò in piedi e arrivò al frigorifero con Presidente che faceva le fusa alle sue gambe: lì dentro c'erano tutti gli alcolici possibili tranne che l'acqua.
-L'acqua?-
-Oh io la metto lì- Con il dito indicò un armadietto affianco ai fornelli, il ragazzo si allungò e prese una bottiglia.
-Ehm...Dobbiamo mangiare sotto gli occhi di quel coso?-
-Assolutamente no, questo pranzo è solo tra me e te- Prese la gabbia in mano e la ricoprì di nuovo con il telo scuro, poi la posò in una stanza adicente alla cucina.

Dopo che ebbero impiattato si sedettero, l'uno davanti all'altro e la conversazione continuò
-Cinquanta?-
-Magnus sollevò lo sguardo mentre masticava il suo pezzo di carne, lo guardò negli occhi e subito dopo continuò a mangiare.
-Centinaia?- Alec si sporse in avanti e alzò la voce, Magnus lo ignorava.
-Migliaia?- La sua faccia era sconvolta, così l'altro si degnò di rispondere -È acqua passata, Alexander, ora ci sei tu-
Si alzò in piedi -A quanti hai detto questa stessa frase? Non credo che sia la prima volta- Tornò a sedersi sul divano, ma subito venne raggiunto dal suo ragazzo.
-Tesoro- Erano vicinissimi, Alec arrossì violentemente -È la prima volta che quqlcuno mi chiama così- l'altro gli carezzò una guancia e sorrise -Strano, dovresti avere una fila di pretendenti dietro di te-.
-E perché mai?-
Magnus lo squadrò dalla testa ai piedi -Non sei consapevole della tua bellezza, Alexander-
Il rosso sulle guance aumentò.
-No, tu sei bellissimo-
Gli lasciò un bacio timido sulle labbra, poi si sentì afferrare delicatamente le mani da lui -Questo è solo l'inizio di tutto-.
Alec sorrise al suo ragazzo, lo amava davvero, e niente sarebbe stato in grado di annulare l'intensità del sentimento.

Piccola nota: il nome "Liebe" è una parola tedesca che significa "amore" e si pronuncia "libe", pensavo potesse andare come nome.

- Per chi segue la serie tv, alcune battute sono state riprese dalla 2x06, se ancora ripenso alla scena muoio dal ridere.

^Angolo della scrittrice^

Sto già lavorando al prossimo capitolo, avviso tutti di non scordare i fazzoletti.









Professor Bane: Love is like a spellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora