Sorpresa

392 31 3
                                    

Arrivò l'inverno. Un altro triste Natale si avvicinava per Mello, le sue uniche consolazioni erano il suo gruppetto di bulli e il gioco delle imitazioni di X, che era capace di imitare la voce di qualsiasi professoressa, alunna dell'orfanotrofio e persino Roger a volte. Mello si era ridotto a vivere in un vuoto siderale, in cui esisteva solo Near e i suoi puzzle bianchi, i suoi vestiti bianchi, il movimento che le sue dita compivano tra i suoi capelli bianchi. Le ragazze erano completamente fuori dal suo mondo, non si rendeva minimamente conto che come Linda tentava di avvicinare Near senza mai mollare, anche X tentava di avvicinarsi a lui, ma per lui era solo una delle tante, qualcosa di grigio e privo di significato, utile solo per ammazzare il tempo con le imitazioni. In realtà per Mello non erano importanti nemmeno i suoi "amici", tutti tappabuchi che considerava inferiori e con cui stava solo perché lo vedevano come leader del gruppo, come più intelligente degli altri.
Presto però le carte sarebbero state nuovamente mischiate..
Quel giorno stavano scrivendo un compito in classe di matematica. Mello osservava Near, come quasi sempre, che stava seduto nella sua solita posizione, con un piede poggiato sulla sedia e l'altro normalmente a terra, la testa ricurva sul foglio che compilava con estrema lentezza, motivo per il quale il biondo si chiedeva come facesse a finire sempre tutti i compiti in classe prima di lui, e la mano libera che giocava tra i suoi capelli. X era vicino a loro e muoveva visibilmente il suo corpo avanti e indietro mentre fissava il foglio del compito con espressione maniacale. Un po' più in là c'era Joy che si grattava violentemente i brufoli mentre scriveva. Ancora più in là c'era If che si dondolava sulla sedia, dandosi la spinta con il piede che teneva appoggiato al banco.
-Ma possibile che io sia l'unico che si siede normalmente ai compiti in classe e non fa cose strane- sussurrò Mello tra sè e sè.
Pochi secondi dopo la sua constatazione, la porta dell'aula si spalancò ed entrò Roger gridando:
-Interrompete quello che state facendo immediatamente e recatevi nella sala dei discorsi importanti, Watari è appena tornato e ha con sé un nuovo studente da presentarvi!-.
Mello pensò che fosse insolito visto che il vecchio avvertiva sempre prima di portare qualcuno. Si trascinarono tutti nella sala dove Watari li aspettava già, in compagnia di un ragazzo alto, con una camicia a maniche lunghe, rossa a strisce nere, abbinata con dei jeans. In testa sembrava che avesse degli occhialetti che a Mello ricordavano quelli da nuoto.
-Guardate, un coglione!- concluse rivolto ai suoi amici.
-Già, oggi ci divertiremo parecchio- rise Jay.
-A me sembra carino- disse Samantha rivolta a lui, che fu subito pervaso dalla gelosia.
Watari fece il solito discorso di presentazione, introducendo il nuovo orfano con il nome di Matt.
Il gruppetto di Mello aspettò come loro solito la fine della cena per sbarrare la strada a Matt, che provò a evitarli con noncuranza, ma fu fermato con la forza.
-Dai su ragazzi, devo andare a fumare- disse mettendosi una sigaretta in bocca e facendo vedere l'accendino.
-E dove pensi di fumare qui alla Wammy's?- scoppiò a ridere Mello.
-In terrazza, Watari mi ha dato un permesso speciale- spiegò il castano. Il biondo si sentì subito turbato da quella risposta, era mai possibile che lui fosse l'unico a non avere nessun permesso speciale, nessuna protezione, niente di niente?
-Basta, pestiamolo- disse disilluso.
Joy si avvicinò a Matt mentre Jay e If lo tenevano fermo e gli mollò un pugno in pancia. Il castano gemette facendo cadere la sigaretta di bocca. La rissa degenerò presto e Joy suggerì di fargli ingoiare la cicca. Mello la prese da terra, ma mentre Matt cercava di liberarsi dalla presa degli altri due un game boy gli cadde dalla tasca, crepandosi sul vetro. Vedendo quello scempio il castano fu colto da una botta d'ira e fu così che gli amichetti di Mello vennero violentemente pestati per la prima volta. Quando terminò con loro, recuperato il suo prezioso game boy, si diresse verso il biondo sconvolto e gli sfilò la cicca di mano.
-Questa la prendo io, grazie e ciao- gli disse poi sparendo per le scale con un sorriso beffardo sulle labbra.

il Bianco e il NeroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora