5 anni dopo.

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**Marzo 2012**

Near aveva compiuto 18 anni, ora poteva uscire dall'orfanotrofio.
Ben presto fondò un associazione chiamata SPK, composta dagli agenti migliori per dare la caccia a Kira. Determinato più che mai, avrebbe sconfitto quell'assassino. Ma in tutto questo Near non aveva mai dimenticato, come avrebbe potuto?
Il profumo della cioccolata, le mani fredde, gli insulti, gli abbracci, i desideri, il bacio, persino le botte, il colore nero e.. E quella notte.. Non era cambiato niente per lui, e avrebbe aspettato in eterno che Mello entrasse di nuovo in camera sua, come se il tempo si fosse fermato. Se lo ripeteva ogni giorno, che avrebbe solo dovuto aspettare e la porta della sua camera si sarebbe riaperta, e sarebbe ricomparso un caschetto biondo che nascondeva una sofferenza nera. Ormai erano passati cinque anni ma il ricordo era impresso a fuoco nella sua mente, a maggior ragione in quei cinque anni era cresciuto ed era ancora più sicuro di volere 'quello', di volere Mello, di volerlo in 'quel' senso e se solo fosse stato per lui avrebbe già esaudito il desiderio di L, ma forse era meglio così, forse doveva aspettare e magari al biondo era passato l'odio che provava per lui durante quegli anni di lontananza.
Ma Near si sbagliava. Come poteva passargli quell'odio? Era l'odio che teneva viva la fiamma del desiderio di rivedere il suo rivale. Esatto, neanche Mello si era mai scordato di lui. Finalmente stava vivendo la vita che voleva, si era guadagnato il rispetto della mafia ed era diventato un pezzo grosso. Ma non aveva mai smesso, nemmeno in quell'oscurità di pensare al bianco dei vestiti di Near, ai suoi capelli, al movimento che le sue dita compivano in essi, alla sua imperturbabile calma e.. E a quella notte. Non era cambiato niente per lui, continuava a desiderarlo, a pensare alla sua espressione di quella volta e al perché non lo avesse abbracciato. Forse era stato un errore, perché forse se lo avesse abbracciato tutto sarebbe stato diverso. Forse allora non si sarebbe sentito talmente in colpa da fuggire via da quel luogo abbandonando il suo migliore amico e la strana ragazza buffa che credeva in un Dio che non fosse Kira. Se solo lo avesse rivisto, che cosa avrebbe fatto? Che cosa avrebbe detto? Si sarebbe mai scusato? Ma no, non era da lui scusarsi.. Avrebbe voluto qualcosa di più questa volta. Avrebbe voluto rompere in mille pezzi il suo essere così gelido, la sua anima, e vederlo nudo come quella notte che lo sentì piangere. Voleva l'essere umano dietro la maschera. Voleva qualcosa di 'vero', niente più cazzate da genio asociale. Lo voleva veder piangere di nuovo, come il bambino di merda che era. Lo voleva far crollare. Lo voleva reale e fragile, come quella notte. E se lo sarebbe ripreso a tutti i costi. Sottomettendolo sentimentalmente e diventando così il numero uno una volta per tutte.

La cosa più interessante di Mello e Near era la loro predisposizione a cercarsi e non trovarsi mai. Ogni volta che uno concedeva un punto di incontro all'altro, questo lo rifiutava inspiegabilmente. Non era chiaro il perché, ma era chiaro che fosse così. Forse faceva parte di un gioco che capivano solo loro o forse per una volta era davvero tutto come sembrava e sapevano risolvere qualsiasi problema meno che l'attrazione reciproca. Era forse il loro punto debole, forse è una caratteristica dei geni perché si occupano troppo di cose reali e l'amore figuriamoci se rientra tra queste. Mello l'aveva semplicemente interpretata male quell'attrazione e aveva dedotto che era solo colpa dell'odio, che essa stessa ERA l'odio. Near aveva capito forse un po' di più di quello che provava ma non era il tipo da prendere e cercare il biondo, ovunque si trovasse e mettersi a gridare 'Ti amo e ora restiamo insieme per sempre', forse perché sarebbe stato troppo facile, e si sapeva che a Near le cose facili non piacevano. O forse era solo che l'albino era una fighetta, una mezza sega, ed era incapace di agire in base a qualcosa di così irrazionale e spaventoso come i propri desideri. Erano due metà e dovevano formare un intero, ma non ci riuscivano. Probabilmente sotto sotto entrambi avevano deciso di non agire per paura di un rifiuto, non considerando prove tangibili i deboli (o meno) segnali che continuavano a lanciarsi a vicenda. Forse loro alla fine dell'amore non ci avevano davvero capito niente.

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