Come vivere domani?

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-Mello è morto- disse Halle.
Near rimase pietrificato. Non era possibile. Lo aveva appena ritrovato e lo aveva già perduto di nuovo? Non poteva essere.
-Questo non è possibile- rispose determinato.
-Si, è possibile. Lo ha confermato la stessa Takada, telefonando a Light. Inoltre le ossa ritrovate nell'incendio appartengono a due corpi differenti, uno è quello di Kiyomi. Ora sappiamo che Mikami aveva una copia fasulla del quaderno, perché ha usato quello vero per uccidere Takada, uscendo allo scoperto.. Mello ci ha salvati tutti..- spiegò Halle.
-Bene, mi ritiro in camera, ho bisogno di stare un po' da solo- disse calmo l'albino prendendo i suoi pupazzetti.
La bionda lo lasciò andare.
Quando la porta blindata si chiuse alle sue spalle, Near si accasciò a terra con gli occhi inumiditi dal pianto.
-Idiota! Perché l'hai fatto? Perché devi sempre fare l'eroe!? Stupido Mello- scoppiò a piangere come un bambino. Come pensava il biondo che lui avrebbe potuto vivere un domani in questo modo? Mello era stato egoista come sempre, aveva pensato solo a cosa era meno peggio per lui, non aveva pensato che se Near lo avesse perso, avrebbe perso anche sè stesso!? Il lamento dell'albino si fece più intenso.
-Mihael! Perché mi hai abbandonato!?- gridò in preda alla disperazione.
-Non posso essere il numero uno senza te! Noi dovevamo completarci, come mi aveva detto L, io avrei sempre dovuto starti vicino *(near=vicino in inglese)* ! Ora come farò!?- si disperò l'albino, seppellendosi la testa nelle mani. Non avrebbe mai più provato nulla, Mello si era portato via tutti i suoi sentimenti. Era già morto anche lui.

Near risolse il caso, ebbe il suo momento di gloria affrontando Kira e sconfiggendolo, grazie al suo Mihael.
Ora il caso Kira era chiuso. Non restava molto su cui lavorare.
Questo logorò ancora di più l'albino perché aveva troppo tempo per pensare alla sua metà perduta.

Passava le notti a chiamare il suo nome. A volte sentiva il bisogno di toccarsi per fare finta che ci fosse ancora, ma non era molto bravo da solo.
Decise di fare forte. Più forte, fino a farsi male, così male come solo Mello avrebbe saputo fargli. Ma era diventato quasi impossibile per lui venire in quello stato, continuando sempre a ricordarsi che qualunque cosa facesse, il biondo non c'era più.
Aveva acceso in lui desideri inconfessabili, che ora si sarebbe dovuto portare dietro per tutta la vita senza poterli soddisfare mai più.

Passarono giorni, settimane e mesi, ma nulla era migliorato. Il suo cuore si era gelato nel petto e non esisteva più nulla intorno a lui. Era finita. Non c'era più niente per continuare. Un giorno si arrampicò sulla sua finestra e guardò in basso per diversi minuti.
-Near! È pericoloso!- sentì la voce di Gevanni alle spalle.
-Uhm, si certo, scendo subito- disse apatico e si rituffò nella stanza.
Non c'era costruzione che reggesse al suo dolore, non c'era limite a quella sofferenza.

-Mello, parlavi dunque di questo tipo di sofferenza? Era questa la tua sofferenza quando temevi di non essere ricambiato? A te non bastava solo vedermi per sentirti meglio? Hai sempre voluto di più, non è vero? Perdonami se non lo avevo capito, ma a me sarebbe bastato solo vederti ancora e ancora, fino alla fine dei nostri giorni. Ti sei portato nella tomba anche quello scemo di Matt, perché sempre Matt e non me?- si interrogò una sera l'albino.
Era particolarmente scosso, e non ce la faceva più. Era ormai completamente sprofondato in un abisso senza via d'uscita.
Quella sera riempì la vasca, si spogliò, ripose i suoi vestiti ordinatamente su una sedia e si immerse nell'acqua in cui galleggiavano le sue paperelle di gomma.
Il caso era risolto da molto tempo ormai.
Il suo dovere era compiuto.
Il suo amore era perduto.
Non restava che una cosa da fare.
- Oh pugnale benedetto! Ecco il tuo fodero.. Qui dentro arruginisci, e dammi la morte- recitò a memoria le parole di Giulietta, prima di immergersi completamente sott'acqua e fare un bel respiro profondo. Ecco cosa significava morire per amore, si era sbagliato, la storia di Romeo e Giulietta non gli sembrava più affascinante. Era una storia di orrore e morte, e ora lo aveva capito, grazie a Mello. L'acqua gli accarezzava le orecchie attutendo tutti i suoni che potevano venire da fuori, sentì persino come se la voce di Mihael lo stesse chiamando. Si sarebbe addormentato per sempre in quella calma piatta dell'acqua. Si dimenò leggermente, continuando a spingersi verso il fondo della vasca per evitare di cedere all'umano impulso di risalire a prendere aria. Respirando a fondo come chi sente un inebriante profumo, ancora e ancora. Stava affogando. Si stava costringendo ad affogare.

« I hate feelin' like this
I'm so tired of tryin' to fight this
I'm asleep and all I dream of is waking to you

Tell me that you will listen
Your touch is what I'm missin'
And the more I hide I realize
I'm slowly losin' you

Comatose
I'll never wake up without an overdose of you

I don't wanna live
I don't wanna breathe
'less I feel you next to me
You take the pain I feel
Wakin' up to you never felt so real
I don't wanna sleep
I don't wanna dream
Cause my dreams don't comfort me
The way you make me feel
Wakin' up to you never felt so real

I hate livin' without you
Dead wrong to ever doubt you
But my demons lay in waitin'
Tempting me away
Oh how I adore you
Oh how I thirst for you
Oh how I need you

Comatose
I'll never wake up without an overdose of you »

il Bianco e il NeroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora