Sotto la pioggia

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Quella notte Near si addormentò difficilmente e si svegliò di soprassalto.
Notò subito la luce accesa nel bagno e, trascinandosi la coperta sulle spalle per il freddo che insolitamente stava sentendo, si avviò verso la porta, speranzoso.
Il suo cuore sobbalzò leggermente nel vedere il biondo appoggiato al lavandino che si specchiava con sguardo perso.
-Mello..- sussurrò.
-Nate River, tu continui a dimenticare il mio nome- si prese gioco di lui Mello.
Lo guardava con la coda dell'occhio, Near era completamente inconsapevole dell'enorme potere che esercitava su di lui, che stupido. Avvolto in quella coperta bianca come i suoi vestiti e i suoi capelli, con quello sguardo implorante..
-Non guardarmi così Nate!- si arrabbiò Mello.
-Mihael..sarà così per sempre? Ogni tanto comparirai per poi sparire senza dirmi nulla?- sussurrò l'albino.
-Perchè? Cosa dovrei fare? Diventare un arredo di questo posto come i tuoi fottuti giocattoli?!- ribattè il biondo.
-Lo so che non hai intenzione di collaborare con me a nessuna indagine, ma perchè non puoi restare qui? Ti allestirò una stanza personale, abbastanza grande da poter..- ma Near fu interrotto bruscamente.
-Basta Near! Non voglio giocare alla famiglia felice con te!-.
-Ma Mihael..Io ti amo- disse Near, abbassando la testa.
Il biondo rimase inchiodato per un po' da quelle parole, non se le aspettava fuori dal letto.
-Ma.. Tu non sai amare, Nate- ruppe il silenzio Mello.
-Neanche tu, Mihael-
L'albino non riusciva a muoversi dall'entrata del bagno, nè tantomeno guardare Mello.
-Io.. Non ce la faccio- disse improvvisamente il biondo avviandosi nervosamente verso l'uscita del bagno, spingendo via Near dalla sua strada.
Si affrettò a lasciare anche la camera da letto e attraversò la sala computer per scendere le scale e sparire nel nulla.
Gli occhi dell'albino si inumidirono, tutta la sua vita era un semplice esistere, vivere pochi istanti in cui Mello era accanto a lui e perderlo di nuovo e di nuovo.
Si guardò le mani, erano così chiare.
Aveva sempre avuto paura di uscire a giocare, il sole lo ustionava così facilmente essendo albino. X era sempre stata il suo opposto, due bianchi così profondamente diversi. X usciva SEMPRE a giocare sotto al sole, col suo enorme cappello di paglia per evitare di ustionarsi e alla fine non ci faceva neanche caso, al suo essere gracile e cagionevole per l'albinismo. Se solo Near avesse saputo cosa era riuscita a fare la cinese, forse avrebbe rivalutato la sua condizione, forse infondo non era tanto 'invalidante', forse sarebbe solo bastato uscire da quella porta e non gli sarebbe successo proprio un bel niente se l'aria lo avesse accarezzato, se il sole lo avesse illuminato. Ma in ogni caso era notte, quindi nemmeno la scusa del sole poteva reggere, aveva come un blocco interiore a uscire da solo da quelle porte blindate, protette da mille codici. Erano la sua barriera contro il mondo. Near aveva sempre vissuto con distacco nel mondo che lo circondava, anche perchè dalla Wammy's non era permesso uscire. Aveva creato una struttura altrettanto, se non ancor più isolata, così da tenersi sempre fuori da quel mondo incasinato che avrebbe migliorato giocando a risolvere i casi più difficili di omicidio, però lui non ne avrebbe mai fatto parte.
Ma la cosa a cui teneva di più in assoluto stava andando proprio là fuori.
-Mello- sussurrò tra sè e sè, continuando a fissare le sue mani vuote, che non erano aggrappate al biondo, perchè non lo erano?
-Mello!- gridò all'improvviso, per quanto potesse 'gridare' Near, gettando a terra la coperta.
Le sue gambe lo stavano portando a percorrere le stanze che Mello aveva già superato, entrò nell'ascensore, le scale erano ancora una sfida troppo grande. Appena l'ascensore si fermò al piano terra, l'albino riprese a correre, non aveva MAI corso veramente in tutta la sua vita.
Si sentiva come se si fosse svegliato da un sonno profondo una volta per tutte.
Le porte di vetro scorrevoli si aprirono, l'ultimo ostacolo che lo separava dal mondo esterno e da..
-Mello!- lo chiamò di nuovo, individuando subito una figura nera che si stava allontanando a passo lento.
Near si accorse che pioveva, stava sentendo freddo stranamente, stava sentendo l'acqua bagnargli i vestiti bianchi, rendendoli fastidiosamente appiccicosi.
Era così fredda, la pioggia.
Era uscito da solo, per la prima volta.
Ma la pioggia, era davvero tanto fredda.
La figura nera si fermò subito sentendo il proprio nome.
Si voltò.
Era davvero Near la figura non lontana da lui, sotto la pioggia.
Impossibile.
L'albino era uscito dal suo covo, era uscito all'aria aperta senza ombrello nè cappotto. Ovviamente quell'essere era proprio inadatto a vivere.
Se fosse stato per la selezione naturale forse sarebbe già morto da tempo.
Era buffo essere prigioniero di un essere così ottuso.
Eppure quello stupido era il numero uno.
-Sei impazzito? Così ti prenderai una polmonite!- gridò il biondo, avvicinandosi al suo rivale.
Near cercò nervosamente una ciocca di capelli con la mano e notò con disappunto che erano tutte fradice.
-Mello..- abbassò lo sguardo in modo da avere il viso praticamente coperto dai capelli bagnati, -non andartene.. Mai più- finì la frase.
-Non darmi ordini nanerottolo, torna dentro che ti raffreddi- rispose secco il biondo.
-Perchè? Tu non ti raffreddi?- assunse il suo tono sarcastico di sempre l'albino.
-Direi che a questo punto la pioggia non può davvero farmi niente- rise Mello, cercando la cioccolata nelle sue tasche, l'avrebbe mangiata anche sotto al diluvio.
-Mello, nonostante tutto perchè continui ancora a tenermi ancora a distanza? Si può sapere.. DI CHE CAZZO HAI COSÌ TANTA PAURA!?- alzò la voce Near.
Il biondo si fermò.
-Ho.. perso- rispose, nascondendosi anche lui sotto la chioma fradicia.
-Ma che dici? Non avrei saputo risolvere il caso senza di te- ribattè l'albino alzando di colpo la testa.
-Matt.. X.. Non dovevano.. Loro non dovevano.. Morire. Se tutto fosse andato secondo i miei piani.. A morire sarei stato solo io- sussurrò Mello.
Se stesse piangendo o meno chi può dirlo, era completamente bagnato per la pioggia.
-X? È morta?- chiese Near.
-Secondo te di chi era il secondo scheletro nel camion?- si irritò il biondo.
-Ora è tutto chiaro.. Vuoi raccontarmi com'è successo?- si rese disponibile l'albino, capendo che Mello non avrebbe detto una parola se non gliel'avesse cavata fuori.
-Non cambierà il fatto che sono morti! Per un mio errore.. Ero così ossessionato dal caso che li ho messi da parte.. Matt sapeva a cosa andavamo incontro, ma io come un coglione ho pensato che nessuno gli avrebbe sparato.. Che se la sarebbe cavata con un interrogatorio, al peggio, la prigione.. Sono stato un idiota, e alla fine ho costretto X a far funzionare il piano ad ogni costo perchè sapevo che era innamorata di me e avrei potuto farle fare qualunque cosa.. E alla fine.. Si è scritta sul quaderno! L'avevo messa troppo sotto pressione, l'avevo spinta a stare con Matt, non ho fatto altro che spingerla a fare cose perchè sapevo che potevo farlo. Ho distrutto tutto ciò con cui sono entrato in contatto, persino il mio corpo.. E non voglio finire per distruggere anche te- si liberò delle sue catene il biondo.
-Tu non potresti mai distruggermi, Mihael, fattene una ragione, è la tua assenza il mio problema- rispose l'albino, tormentandosi i capelli bagnati.
Nel giro di qualche istante sentì delle braccia forti sollevarlo.
Mello lo riportò dentro, su per le scale, attraverso le porte blindate di cui ormai conosceva tutti i codici a memoria grazie a Halle, fino alla sua camera.
Incominciò a sbottonargli la camicia per poi sfilargliela.
-È di questo che hai bisogno? Che gli altri si prendano cura del tuo corpo così puoi avere tutto il tempo a disposizione per utilizzare la tua mente?- cominciò a dire mentre finiva di spogliarlo.
-Vattene in doccia, ti raggiungo- gli ordinò, e l'albino eseguì.
Il biondo si spogliò e lo raggiunse, prese la spugna, la insaponò e iniziò a lavare il suo rivale con acqua calda.
-Vedi? Anche io lo so fare, posso prendermi cura di te se voglio, il punto è.. che non voglio. Non voglio che diventi questa la mia vita- concluse, continuando a lavare il corpo di Near, che non riusciva a dire una parola. Si sentiva felice e umiliato allo stesso tempo, felice perchè Mello si prendeva cura di lui, umiliato perchè in un certo senso si stava prendendo gioco di lui e gli stava dicendo che non era abbastanza autosufficiente per essere sopportato.
Il suo corpo reagì alle cure del biondo ma nessuno dei due ci fece troppo caso.
-Non andartene- ripetè.
Mello rise.
-Ti sei inceppato? Smettila di ripeterlo- si fermò per un' istante, alzando gli occhi al suo rivale, facendosi serio in volto, -La verità è che io non ti abbadonerò MAI, Near. Non potrei farlo nemmeno se lo volessi, non ne sarei capace-

il Bianco e il NeroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora