II

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Passai i restanti due mesi a studiare giapponese e a dare esame in tutti i licei che mi interessavano.
Quando feci gli esami per la Shinjuku,la scuola che mi interessava più di tutte, ero agitatissima,ma tutto sommato non mi sembrava male.
Mi avrebbero inviato la lettera nel caso avessi vinto la borsa di studio, dato che avevo spiegato loro che non avevo abbastanza soldi.
Quindi, se quella lettera non sarebbe arrivata prima degli ultimi giorni di studio non ero ammessa.
Passai tutto il tempo con mille preoccupazioni, a me interessava veramente, perché godeva di un ottima reputazione per quanto riguarda la musica.

La mattina mi alzai, dopo essermi rigirata più volte nelle calde coperte, la prima cosa che feci fu segnare il giorno. Il sedici marzo.
Evidenzia il numero sul piccolo calendario. Io dovevo sempre sapere a che giorno siamo per poter sfruttare al meglio il tempo di ogni giorno, odio assolutamente sprecare il tempo che ho.
Mi preparai come al mio solito e quando arrivai in cucina per la colazione vidi che mia madre aveva preparato i waffle.
Mi misi a tavola perplessa, quando lei si metteva a cucinare molto vuol dire che era felice per qualcosa.
"Tutto bene?" Le chiesi prima di mangiare.
La mamma mi sorrise.
"Certo tesoro"
Solo quando abbassai lo sguardo sul piatto vidi che sotto di questo c'è una lettera.
La presi subito ignorando la colazione, mia madre mi osservava a braccia conserte.
Non era stata aperta.
La girai di scatto e avrei voluto saltare ovunque dalla gioia, sentii scariche di adrenalina per tutto il corpo.
Era della Shinjuku.
Dilania la busta e ne presi il contenuto: un foglio bianco ben ripiegato su sé stesso.
La lettere diceva che ero stata ammessa a pieni voti alla Shinjuku e per questo avevo diritto alla borsa di studio. In oltre mi davano un appuntamento il venti di marzo per la prova della divisa ,la quale era compresa nella borsa di studio.
"Sono felice tu ce l'abbia fatta" affermò affettuoso mia madre.
"Che c'è scritto?"
"Il venti di questo mese devo andare a scuola , in orario scolastico, a provare la divisa"
"Oh, quindi di sera"
Annuì mentre continuavo a girare tra le mani la lettera, non potevo fare a meno di sorridere, addirittura ad un certo punto sentii pure le guance farmi male.
Alla fine misi giù la lettera e iniziai a mangiare i miei waffle con gusto.
Tutte le adolescenti ,quando pensano all'inizio di un nuovo anno scolastico, pensano alle amiche, ai ragazzi , ai gossip. Ma a me non interessavano queste cose, mi interessava solo del mio futuro lavorativo.
Voglio diventare una musicista.
So' che questa è la strada giusta per realizzare il mio desiderio.

Sono agitatissima, sono davanti al cancello aperto della scuola mentre gli studenti stanno ancora entrando. Quei quattro giorni ho cercato di farlo scorrere più infretta possibile.
Iniziai ad attraversare il cortile, la prima cosa assurda che notai era che c'erano un branco di ragazze, saranno state una quarantina, tenevano tutte in mano un regalo.
Di certo non sono per me.
Le ragazze iniziarono ad esaltarsi quando videro un'auto avvicinarsi alle scale.
Mi fermai per capire. Questa scuola era frequentata da molti Idol , quindi forse quelle erano delle fan.
La macchina si fermò e da questa scesero ben sei ragazzi. Vide il branco accerchiare solo uno di questi. Un ragazzo dai capelli arancio con indosso un cappello, fu tutto quello che vidi.
Mi avvicinai per cercare di entrare, c'erano urla e schiamazzi ovunque , poi capii il perché, era il compleanno del pel di carota, che loro chiamavano 'Laito-kun'.
A fatica riuscii a scavalcare quell gruppo di adolescenti con gli ormoni a mille.
Mi girai ancora un attimo per guardare quella scena che trovo soggettivamente esilarante.
Cercavano di dargli i loro regali, ma a lui non sembrava dare fastidio. Le più fortunate che riuscivano ad avvicinarsi abbastanza a lui ricevevano qualche carezza e qualche parola dolce.
Un donnaiolo.
Iniziamo bene.

Camminavo nei corridoi per dirigermi nella stanza indicata, questo edificio è enorme!
Ogni alunno mi squadrava per il fatto che sono senza divisa, ma onestamente è l'ultima delle mie preoccupazioni.
Poi la campanella suonò e tutti si fiondarono nelle rispettive classi.
Ora è strano camminare nel corridoio nel silenzio assoluto e sentire solo l'eco dei miei passi.
Altri passi davanti a me.
Alzai veloce lo sguardo, ero giunta all'inizio di una tromba di scale ,dove qualcuno stava salendo .
Sentii una voce maschile che canticchiava.
Io dovevo arrivare infondo al corridoio, quindi non mi interessava passare per le scale.
Se non fosse che riconobbi il ragazzo.
Arrivò sul mio stesso piano e non continuò oltre.
Non si era ancora accorto della mia presenza, finché non girò lo sguardo per venire nella mia direzione.
A quel punto potei vederlo meglio.
I capelli arancio abbastanza lunghi cadevano morbidi lungo le forme delicate del suo viso, molto pallido direi, la sua pelle sembrava quasi fatta di porcellana, se non fosse stato per il piccolo neo sotto il labbro.
Ma la cosa che mi colpì di più furono i suoi occhi.
Dio! Che diavolo di occhi aveva!
Sono certa che in quel momento il mio cuore avesse perso un battito. Erano quegli occhi che ti scrutavano fino a trapassarti.
Uno sguardo intenso di un verde  smeraldo.
Ci credevo che aveva così tante ragazze ai suoi piedi! Quello sguardo non lascia indifferenti nessuno.
Oggettivamente è proprio un bel ragazzo.
Solo in quel momento mi accorsi che mi ero fermata.
Ero lì, in mezzo al corridoio ferma come un palo a fissarlo, pure lui si era fermato.
Aveva capito che lo stavo ammirando?
Non andai nel panico e come se nulla fosse ripresi a camminare.
Lo vidi sorridermi e iniziò a venirmi incontro.
Io continua ad andare avanti.
Poi lo vidi aprire leggermente la bocca, stava per parlare.
Ma poi sentii il rumore di una porta infondo al corridoio aprirsi.
"Signorina Olsen?"
Guardai oltre il ragazzo per capire chi parlava, pure lui si voltò.
"Kornelia Olsen?"
La signora all'uscio della porta mi indicò.
Il ragazzo mi guardò e quando risposi "Sì" lo vidi sgranare gli occhi, come di chi si ricorda appena di qualcosa.
"E lei signor Sakamaki! Non dovrebbe essere a lezione?"
Pel di carota ebbe un sussulto, finalmente tornato nel mondo terreno.
"Ho accompagnato lei " rispose senza scomporsi, rimanendo anche abbastanza sciolto, se così si può dire.
Io mi sentii in dovere di difenderlo, dopotutto poteva anche non essere per buoni motivi, quindi confermai.
"E va bene, ora venga Olsen"
Guardai un ultima volta il ragazzo che prima di andarsene mi fece un occhiolino.

Questo non è amore ||Laito SakamakiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora