IV

3.2K 127 25
                                    

Fortunatamente mi venne comunicato che non ero finita nella sezione C , questo mi tranquillizzava parecchio, almeno non avrei dovuto sopportarlo anche a lezione. Già il mio istinto mi dice che dovrò sopportarlo alla pausa cena e alla ricreazione.
Il pomeriggio prima di andare a scuola mi esercitati con l'oboe , dato che non avevo niente da fare.
Poco prima della cinque mi cambiai , abbandonai i miei vestiti quotidiani​ per essere sostituiti dalla più formale divisa.
Anche se Laito , da come si era comportato l'ultima volta, la trovasse tutt'altro che formale.
Sarà il fascino della divisa.
Risi per il mio stesso pensiero che trovavo davvero ridicolo.
La scuola iniziava alle sei , quindi alle cinque e qualche minuto ero già fuori casa con il mio zaino.
Avevo calcolato che ci voleva all'incirca mezz'ora per arrivare da casa mia alla Shinjuku. Infatti arrivai in anticipo, ma non mi dà problemi, anzi! Preferisco essere in anticipo piuttosto che arrivare in ritardo.
Approfittai della restante mezz'ora per girovagare la scuola.
A parte qualche studente non sembrava esserci in giro nessuno, perché i restanti studenti o erano fuori, o all'ingresso, o dovevano ancora arrivare.
Comunque trovai alcune delle aule di musica , perché sì, ce ne sono più di una. La biblioteca e infine salii le scale per arrivare al tetto. Il perimetro era coperto da una rete , c'erano qualche panchina e delle piante.
Guardai nel cortile: studenti e macchine continuavano ad arrivare. Da lì sembravano solo dei puntini in movimento.
Una massa di puntini che va a lezione, parla, fanno gossip commenti stupidi, forse tutti loro si credono grandi , potenti, invincibili. Ma alla fine tutti finiamo in una bara di legno al cimitero.
Arrivavano anche davvero molte limousine.
Sospirai i mi andava sedere su una delle panchine di legno, alzai lo sguardo per guardare il cielo che si stava pian piano scurendo.
Mancavano un quarto alle sei, tra cinque minuti avrei iniziato a cercare la mia aula.

Controllai quasi tutto il terzo piano, ora stavo girovagando per il secondo, mancavano solo pochi minuti al suono della campanella, ma la trovai!
Seconda A , e nello stesso corridoio c'erano anche le altre secondo, entrai svelta nella classe, dato che non ci tenevo a fare incontri indesiderati.
Andai a sedermi in un banco vicino al muro nella terza fila.
Assurdo, i giapponesi hanno i banchi staccati, in modo tale da non avere vicini di banco, la cattedra è leggermente rialzata, poi c'erano anche due porte d'entrata, una dove c'è la cattedra è una dietro a tutti i banchi.
Io non ci vedevo un senso onestamente.
Nell'aula c'erano già della persone, quando entrai , ovviamente, tutti i presenti mi fissarono,perché, giustamente ,non mi avevano mai vista l'anno passato.
Quando iniziarono ad arrivare anche il resto degli studenti mi resi conto che , proprio come aveva detto la professoressa, non erano tutti giapponesi.
Era nel mio mondo quando sentii qualcuno sedersi dietro di me, ovviamente non ci feci caso è continuai a stare nei miei pensieri.
Ma venni nuovamente distratta perché sentii un mucchio di ragazze accerchiare il banco dietro di me , in quel momento avrei preferito tornare nel mio mondo se non fosse che "Laito-Kun! Che hai fatto in queste due settimane di vacanza?"
Cosa? Stiamo scherzando?!
"Ho fatto qualche giro in città, per divertirmi" dopo questa aggiunse una risata. Era proprio lui!
Lo ignorai finché non entrò il professore e tutte dovettero tornare al loro posto.
Mi aveva mentito! Vi giuro che se avessi potuto mi sarei girata e avrei iniziato a picchiarlo.
Mentre il professore si presentava da dietro sentivo 'pel di carota' che cercava di farmi voltare.
Aveva pure iniziato a tirarmi pezzi di qualcosa.
Mi stava venendo uno crisi di nervi.
In un momento di distrazione dell'insegnante mi girai di scatto bisbigliandogli "Qualsiasi cosa devi dirmi me la dici dopo"
"Questo è forse un appuntamento, Kornelia-chan?"
Sospirai e mi voltai senza degniarlo di una risposta, in quel momento guardando i miei compagne mi accorsi che tutte lo guardavano con gli occhi a cuore.
Che diavolo ha di attraente uno così? È evidente che i tipi come lui vogliono solo sesso, lui i sentimenti li butta nel cesso.

Uscì di fretta dalla classe con la mia cena ben preparata nel mio bento, mia madre ha detto che vuole che mi adatti alla cultura giapponese.
Ero letteralmente scappata dalla classe, non avevo voglia di parlare con quello, anche solo a guardarlo mi faceva salire un nervoso che sono certa avrei buttato giù la scuola.
Trovai un angolo ben isolato al terzo piano, mi sedetti contro al muro e aprii il mio bento.
"Non avrei mai pensato avresti scelto un posto così appartato per conversare"
Alzai lo sguardo e lo vidi deliziarmi con uno dei suoi comunissimi sorrisi perversi.
"Quello è un bento?" Si sedette vicino a me, troppo vicino per l'esattezza.
"Già" dissi fredda io
"Posso mangiarne un po'del tuo?"
"Perché? Tu non ce l'hai?"
"No, solitamente non ho mai fame a quest'ora"
"Comunque che diamine vuoi?"
Lui sembrò pensarci un attimo, sembrava pure non capisse.
"Pensavo volessi dirmi qualcosa dal momento che mi hai stressata per tutta la durata della lezione!"
"Voglio solo parlare"
Mi guardò e lo vidi arrossire leggermente.
"Ti sta veramente bene l'uniforme, Kornelia-chan. Risalta il tuo prosperoso seno"
Volevo mettergli le bacchette negli occhi, ma invece continuai a mangiare non reagendo. Le persone come lui dicono queste cose per vedere la reazione dell'interlocutore.
Quindi non mostrai nessuna reazione.
Lo vidi un po' deluso , ma poco dopo iniziò a guardare altrove e sembrò ravvivarsi.
"Perché non mi parli?" Aveva un tono triste .
Ma anche lì non ci feci caso.
Poi sentì la sua mano accarezzarmi la gamba.
Questo era seriamente troppo!
Ora stava pure cercando di metterla sotto la gonna!
Gli tirai uno schiaffo dritto in faccia.
Lui si toccò la guancia e rise.
"Mi ricordavo ti piacesse"
Fantastico, ora inizia di nuovo a dire ste cose.
"Sentì, con me i tuoi metodi di rimorchio non funzionano, quindi va a cercarti un'altra con cui divertirti"
"Non fare così, sei forse gelosa perché l'ho fatto con altre?"
"Ma che diavolo stai dicendo?! Non ti conosco nemmeno!"
Mi alzai in piedi infuriata, non avevo nemmeno finito la mia cena.
Pure lui fece lo stesso.
"Sappi che mi ricorderò di questo schiaffo e verrai punita per questo"
Dopo di che se ne andò.
Penso gli serva un buon psicanalista.

Questo non è amore ||Laito SakamakiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora