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Il resto della giornata era andato bene, Laito non mi ha più infastidita, sembrava come se ce l'avesse con me.
Era per colpa dello schiaffo?
Ma non me ne preoccupai, poi mi ricordai che lui mi ' punirá​ ' , però pure questo mi faceva solo ridere, non l'avevo preso seriamente.
Come si fa a prendere sul serio una persona del genere?
Comunque appena tornata a casa non ebbi nemmeno voglia di farmi un bagno, volevo solo andare a dormire.
Mi tolsi solo la divisa e poi mi buttai sul letto, non avevo nemmeno la voglia di indossare il pigiama, assurdo.
Guardai il cielo ormai completamente buio, dove è impossibile scorgere le stelle per via della troppa luce prodotta dai lampioni. Un vero peccato, in Norvegia si vedevano benissimo.
Mi mancavano anche i suoi paesaggi, con le montagne che dominano ogni orizzonte.

Mi sveglia stanchissima alle otto del mattino, ma mi abituerò​ , il lato positivo è che di mattina posso dormire quanto voglio, quindi è anche sopportabile dopotutto.
Mi sveglia poco prima di pranzo, mi alzai solo perché avevo fame e sentivo il bisogno di farmi una doccia. Già, una bella doccia fresca, è quello che ci vuole per svegliarsi.
L'acqua fresca iniziò a bagnare il mio corpo. Che bella sensazione.
Inizia a pensare alla mia terra natia, e a quanto fossero belli i paesaggi notturni, non come qua.
Nel pomeriggio mi occupai di alcune faccende casalinghe, tra cui preparare il mio bento.
I giapponesi hanno un modo particolare di mangiare: mangiano tanto, ma bene. Perché loro , ai pasti, preparano piatti piccoli di svariati cibi, in modo tale da mangiare quel che serve, ed in modo equilibrato. Il bento stesso seguiva quel meccanismo.
E alle cinque ed un quarto ero pronta per partire.
Come il giorno prima fui una della prime ad arrivare, ed anche questa volta andai sul tetto, ad osservare quei microscopici puntini che si muovevano.
Il sole stava tramontando.
Appoggiai una mano alla ringhiera. Mi mancava Oslo, venni attaccata da un forte senso di nostalgia.
Tokyo non è così bella. I boschi non si vedono nemmeno, c'è solo una giungla di palazzi.
"Ma cos'ha Kornelia-chan?"
Sentii qualcuno posarmi le mani sulle spalle. Sussultai finendo con le spalle contro la ringhiera. Ovviamente chi era se non il mio ' caro' amico.
Lui approfittó della situazione per bloccarmi.
"Che vuoi?"
"Ti ho vista qui tutta sola" sorrise lasciandomi intendere le sue intenzioni.
"Tra cinque minuti iniziano le lezioni, quindi lasciami"
Il ragazzo fece un lungo sospiro.
"Non posso. Salta le prime ore di lezioni con me."
"Dammi anche solo una buona motivazione per farlo"
"Se salti con me ti faccio una sorpresa"
Gli risi in faccia. Ma scherziamo? Chi sa che sorpresa poi!
"Scordatelo"
Cercai di spostarlo, ma lui non aveva nessuna intenzioni di lasciarmi andare.
"Ecco, la tua punizione per avermi dato uno schiaffo ieri è di saltare con me "
"Cosa ti fa credere che accetti?"
"Eh? Vuoi aggravare la tua punizione?"
"Sì! Ora lasciami andare!" Lo spintonai e andai via più velocemente possibile.

Lui non venne alle prime due ore di lezione, proprio come immaginavo. Meglio così, almeno potevo seguire la lezione, dato che non sempre capivo tutto. Durante la pausa cena avevo intenzione di andare in una delle aule di musica. Volevo suonare un po' il piano, quindi vi andai immediatamente.
L'aula in cui andai era vuota , c'erano molti strumenti e ovviamente anche un piano da muro.
Appoggiai il bento su un banco, per poi sedermi di fronte al pianoforte.
Osservai i tasti color avorio mentre pensavo ad una melodia da poter suonare.
Alla fine mi lasciai guidare dall'istinto, suonando la prima melodia che mi venisse in mente, anche se era una melodia per strumenti a fiato la riadattai sul pianoforte.
Nessuno mi disturbò, potei suonare e cenare in santissima pace.
Non avevo ancora trovato un'amica, buona parte degli studenti di questa scuola sono figli di attori , o artisti conosciuti oppure politici. Come tali vizziati al lusso, solo per i loro soldi credono di poter trattar male chiunque non gli vada a genio. Purtroppo non avevo preso in considerazione l'ambiente.
Cos'altro ho capito in questi soli due giorni? Che Laito e tutti i suoi altri cinque fratelli sono molto popolari tra le ragazze, non fanno altro che parlare di loro, mi fanno impazzire.
Sembra che le ragazze in questa scuola sappiano parlare solo di loro.
Lodando qualsiasi cosa fanno.
Davvero, tutta questa ossessione non la capisco.
Lo trovo infantile idolatrare qualcuno. Comunque questo è un altro dei motivi per cui non riesco a parlare con le mie compagne.
Tornai poco prima del suono della campanella sedendomi al mio posto, poi tirai fuori i libri della lezione.

Circa dopo una ventina di minuti la porta della classe vicino alla cattedra si aprì.
"Sakamaki?" Domandò la professoressa sorpresa, per poi andare a controllare il registro "Qui è segnato come assente. Dov'è stato?"
"Scusi professoressa, ero in infermeria, non stavo tanto bene"
La cravatta era ancora più allentata del solito, ora ben cinque bottoni della camicia erano aperti, mostrando così l'addome. Teneva il capello in mano, usandolo come ventaglio.
"Ho un po' di febbre, ma ho dormito in infermeria dopo aver preso un'aspirina"
Continuò il ragazzo avvicinandosi al suo banco, e quando mi fu vicino passò una mano sul mio banco, ovviamente voleva la mia attenzione.
"È sicuro? Altrimenti può tornare in infermeria, o a prendersi un thè caldo. Potrei pure farti accompagnare da qualcuno"
L'ultima frase sembrò attirare la sua attenzione.
"Ha detto che posso essere accompagnato da qualcuno ?"
Le ragazze iniziarono ad agitarsi.
Cavolo, tenete a freno quegli ormoni!
"Sì, se vuole."
"Professoressa, posso essere accompagnato da Kornelia-chan?"
Sentì la sua mano sulla mia spalla, mentre tutta la classe mi fissava.
La professoressa ci pensò un attimo.
"Anche se non è da molto che è in Giappone lo padroneggia piuttosto bene...quindi anche se salta un'ora di lezione non sarà un danno per lei. Ma solo un'ora, non di più"
Mi alzai lentamente della sedia.
"V-va bene"
E senza dire altro uscii dalla classe seguita da 'pel di carota'.
Perché proprio a me?

Questo non è amore ||Laito SakamakiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora