XXIII

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Iniziò a tastarmi varie parti del corpo come se cercasse un punto dove mi facesse particolarmente male.
Poi mi guardò soddisfatto, come se avesse davvero capito il mio problema.
"La sento un po' tesa, ha bisogno di rilassarsi. Potrei massaggiarle un po'la schiena."
Mi venne quasi da ridere.
"Credevo fosse un medico non un massaggiatore."
"Shh sono io qui quello che ha un dottorato, io so che cosa è meglio per la mia bellissima paziente."
Mi fece girare così da essere sdraiata a pancia in giù.
Dovevo ancora spiegargli l'introduzione a casa sua e non me la sentivo. Però non volevo lo sapesse da suo fratello.
"Laito?"
"Volevi dire dottore."
"No, seriamente...ascoltami un attimo."
Mi guardò mentre io mi girai per guardarlo, non sapevo come l'avrebbe presa. So che lui è come se avesse una doppia personalità e avevo seriamente paura.
"Non sto davvero male, io ho fatto finta. Oggi sono stata a casa tua."
Continuava stare sopra di me, non cambiò espressione.
"Perché?"
Mi misi a sedere e lo guardai seria.
"Sono stufa dei tuoi segreti. Quindi ho indagato ... ho trovato la tomba."
Il suo sguardo si fece più cupo.
"Ah sì?"
"Poi ho incontrato Kanato che mi ha spiegato tutto. So quello che è successo."
Ci fu un attimo di silenzio, poi sorrise guardandomi.
"Se eri tanto curiosa potevi chiedere direttamente a me, no? Dimmi, ora hai paura di me?"
Anche se avrei dovuto averne non ci riuscivo, quello che più temevo era la sua reazione.
"Non ho paura di te per questo."
"Oh, davvero? Ho ucciso mia madre e non sai nemmeno il perché, magari potrei averlo fatto perché sono pazzo. Magari tu sei la prossima."
Dopo la sua ultima affermazione mi guardò dritto negli occhi.
"Onestamente non mi sembri il tipo da uccidere senza motivo."
Lui mi sorrise.
"È uno stratagemma per farmi parlare? Sei così curiosa di saperlo?"
Non sapevo cosa rispondergli, una parte di me voleva davvero sapere cosa fosse successo quella notte. D'altro canto...avevo seriamente paura di farlo arrabbiare.
Mi osservava aspettando impaziente una mia risposta.
"No, non fa nulla."
Sgranò gli occhi sorpreso.
"Davvero? Eppure poco fa hai detto di essere stufa dei miei segreti."
Mi strinse a sé senza preavviso, era un gesto che in quel momento era davvero inaspettato.
"Non essere timida...o forse hai solo paura di quello che sentirai? Beh, io te lo dirò: fummo io e Ayato a fare il piano, poi aggiungemmo anche Kanato. Ti starai chiedendo il perché immagino. Vedi, nostra madre non era di certo la persona più adatta a questo ruolo. Non faceva che tartassare Ayato per essere il migliore, lo costringeva a stare sui libri praticamente ogni giorno. Spesso faceva cantare Kanato finché non riusciva più per lo sfinimento, più volte ho pensato che gli si sarebbero rotte le corde vocali. Senza contare che se la spassava con altri uomini, tra cui nostro zio. So a che pensi, te lo posso leggere in faccia. Cosa ha fatto a me?"
Il suo sguardo si spostò iniziando a guardare un punto indefinito della stanza.
"Io e i miei fratelli da piccoli dormivamo nello stesso letto. Una notte lei arrivò e mi portò con se, non capivo, non mi aveva nemmeno mai calcolato fino a quel momento. Non ricordo nulla onestamente, non ricordo nulla di quello che ho provato, farlo con lei non mi dava nessuna emozione."
Non sapevo che dire, come può una madre fare una cosa così orribile e disgustosa a proprio figlio? Per un momento sperai non fosse serio, che fosse solo uno scherzo di pessimo gusto e che tra non molto sarebbe scoppiato a ridere burlandosi di me.
Però non fu così. Mi portai la mano alla bocca disgustata.
" Alla fine il e Ayato ci siamo stufati e abbiamo fatto questo."
Abbassò lo sguardo per osservare il mio volto.
"Non fare così, ormai è successo molto tempo fa. A nessuno di noi importa più. O forse ti senti in pena per me?"
Sono una persona orribile se penso che quello che hanno fatto sia giusto? Non mi sentivo per nulla in colpa a pensarlo.
Laito mi abbracciò stringendomi il più possibile a sé.
"Ecco, hai rovinato l'atmosfera. Ora sei tutta tesa."
Non capivo come facesse, per lui parare di queste cose era come chiacchierare su cosa comprare al supermercato.
Mi fece sdraiare nuovamente.
"L-Laito... che fai?"
Tossì.
"Volevi dire dottore."
"Ma non sto davvero male!"
"Beh, ma sei tutta tesa e io conosco un buon metodo per farti rilassare."
Affermò leccandosi le labbra.
Mi sentii avvampare. Ci sono ancora così tante cose che non capisco di lui e che spesso mi confondono. Ogni volta che penso di avvicinarmi di poco scopro che sono ancora lontana anni luce. La sua vera essenza sembra essere inafferrabile, continuò a chiedermi quale sia la sua vera faccia, ma forse è proprio questo il fascino di Laito.

Questo non è amore ||Laito SakamakiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora