VI

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Chiuse la porta e subito quell'aria da malato sembrò sparire.
Mi prese per il polso iniziando a trascinarmi per il corridoio.
"Wow, guardalo qui il povero malato" affermai sarcastica.
"Sono un ottimo attore, non trovi?" Chiese ridacchiando.
Poi notai che non stavamo andando né alle macchinette, né in infermeria.
"Dove mi stai portando?"
Non mi rispose, sul suo viso regnava un espressione beffarda e divertita.
Poi cambiò completamente discorso.
"Prima qualcuno stava suonando il piano, ma è un brano che non ho mai sentito"
"Era un brano per strumenti a fiato" risposi senza pensare.
"Mi sa' che tu ne sai più di me. Io so' suonare solo il pianoforte"
Lo guardai sbigottita, non lo ci vedo a suonare il piano o uno strumento in generale.
Continuammo a camminare, o meglio, lui mi trascinava.
Notai che aveva una forza disumana, nonostante non sia molto muscoloso,anzi è piuttosto magrolino.
"Perché proprio me?"
Lui si fermò in mezzo al corridoio e mi guardò negli occhi. Diventai subito più rigida.
"Te lo ricordi? Devi essere punita"
Riprese a camminare per poi entrare nella biblioteca. Era deserta, ma nonostante questo si diresse tra gli scaffali più lontani.
A quel punto mi lasciò il polso, mi accorsi poco dopo di essere a spalle a muro.
"Allora? Qual'è la mia punizione? Così finiamo subito sta cazzata" sbottai nervosa.
Il ragazzo rise, prendeva tutto questo come un gioco. Guardò un attimo tra gli scaffali, per poi darmi un libro.
"Devi leggere questo libro, capitolo otto, pagina 147."
"Tutto qui?"
"Tutto qui" mi sorrise continuando a rimanere di fronte a me.
Aprii il libro alla pagina indicata e, guardando velocemente , mi accorsi che è un libro erotico.
Che diavolo ci fa in una biblioteca scolastica un libro del genere?!
"Fin dove devo leggere?"
"Fino a quando non ti dirò di fermarti"
Per sua sfortuna non sono una tipa così pudica, non mi vergogno a leggere ad alta voce un libro del genere, anche perché siamo solo io e lui. E poi lui l'ho ha già letto dato che mi ha indicato la pagina.
" I loro corpi nudi erano uniti l'uno all'altro. Lei urlò quando lui , entrando, rubò la sua purezza. Cercava di non gemere per non compiacere l'uomo, ma ogni tentativo di resistergli era vano. Il piacere stava pervadendo il suo corpo."
Lo sentii iniziare ad accarezzarmi uno dei fianchi, prolungando di tanto in tanto la carezza, arrivando fino alla coscia.
Sperava davvero che un libro del genere mi eccitasse?
" La passione li stava facendo bruciare. Lui spingeva sempre più forte e lei non poteva fare a meno di urlare il suo nome."
Mi abbracciò di lato, mentre continuava ad accarezzarmi il fianco. Iniziò a premersi su di me, a quel punto sentii chiaramente che lo aveva duro, e questo mi fece arrossire lievemente.
Però dovevo andare avanti.
"Alla fine lui venne dentro di lei , accompagnato da gemiti. Lei lo guardava ansimante, e questo lo eccitava di più.
Non aveva ancora finito con lei.
Si chinò fino ad arrivare al suo collo che leccò dopo averlo annusato."
Ora stava iniziando a diventare strano...anche perché lui fece la stessa cosa che ho appena letto nel libro.
Diedi un'occhiata veloce alle righe successive e mi accorsi che infine la morde, perché il protagonista maschile del romanzo è un vampiro.
Sbaglio o solo le ragazze , così si dice, dovrebbe eccitare la figura del vampiro? Perché diavolo lui dovrebbe trovare eccitante mordere una persona?
O si crede un vampiro, oppure...
Mi viene da ridere solo a pensarci, i vampiri non esistono.
Ormai era da due minuti buoni che avevo smesso, e lui , ancora con la faccia nell'incavo del mio collo, stava iniziando a spazientirsi.
"Allora? Non vai avanti?"
Ma invece di andare avanti gli posi una domanda.
"Come fai a trovare eccitante l'idea di mordere la gente?"
Dopo qualche secondo di silenzio il ragazzo scoppiò a ridere. Stava ridendo così tanto che si strinse ancora di più a me.
Avevo forse fatto una domanda stupida? Oppure scontata...
"Dai...sei una ragazza intelligente, ci puoi arrivare"
Il mio cervello mi urlava una sola ed unica soluzione, e allo stesso tempo la reprimeva, perché troppo stupida ed infantile.
È un vampiro!
D'istinto me lo scrollai di dosso , poggiando il libro a vanvera su un ripiano.
Cercai di mantenere la calma, se mi vedeva spaventata le cose potevano solo che peggiorare.
"Smettila con questi giochi infantili. Portarmi fino a qua per cosa? Per farmi credere che tu sei un vampiro? Ti consiglio di andare da uno psicologo, tanto i soldi li hai no? Penso che uno bravo te lo possa permettere.
Con permesso."
Lui mi guardava meravigliato e divertito allo stesso tempo.
Feci per andarmene, ma lui mi spinse contro una delle librerie.
Era dietro di me, non potevo vederlo.
"Mi piace come cerchi di mantenere in pugno la situazione. Quindi tu non credi che io sia un vampiro? Che peccato, io che non volevo usare la forza."
Con una mano lo sentì sciogliermi il papion, per poi slacciarmi i primi bottoni della camicia.
Cercai di liberarmi dimenandomi, ma questo lo fece soltanto eccitare di più.
"È troppo tardi Kornelia-chan. Sei caduta nella tela del ragno"
Mi scoprì la spalla, abbassandomi anche la spallina del reggiseno.
Poi un dolore lancinante, non riuscendo a vederlo non capii subito che stesse facendo.
Ma appena riuscì a girare abbastanza la testa per vedere rimasi pietrificata.
I suoi canini sono nella mia spalla!
Lo sentivo succhiare il mio sangue mentre ogni tanto cacciava qualche gemito di piacere.
Iniziai a tirargli qualche gomitata, il dolore stava diventando sempre più insopportabile.
Mi sembra di impazzire!
Lui strinse in una presa ancora più rigida le braccia intorno a me, impedendomi così di tirargli gomitate.
Persi la cognizione del tempo, non so per quanto lui andò avanti a succhiare il mio sangue, ma per me sembravano ore.
Alla fine lui si staccò, ed io mi accasciai a terra ansimante, mi sembrava di aver appena corso una maratona, ero priva di forze, non mi sentivo più le gambe.
"Me lo ricordavo più buono"
Ma che diavolo dice?
Questa è la prima volta che vengo morsa da un vampiro in tutta la mia fottuta vita!
Sono incazzata.
Se avessi la forza lo prenderei a pugni.
Stringo la presa su uno degli scaffali della libreria. Non ho ancora avuto il coraggio di girarmi a guardarlo.
Alla fine lui si inginocchiò vicino a me, io lo guardai di striscio: si stava leccando i canini.
"Ti ho fatto male? È normale alle prime volte, ma poi vedrai che ti piacerà."
Iniziò ad accarezzarmi i capelli, mentre guardava soddisfatto il suo segno sulla mia spalla.
"Vuoi continuare a rimanere qua a terra? Dai, abbiamo all'incirca quaranta minuti ancora da passare assieme!"
Sta scherzando?! Sono davvero passati soltanto venti minuti?!
Lo guardai con gli occhi sgranati, e lui capì ciò che stava pensando.
Divertito prese il suo telefono e accese lo schermo per farmi vedere l'ora.
Aveva ragione.
Ma io non volevo passare un minuto di più con lui.
Cercai di alzarmi.
Le mie gambe iniziarono a tremare, ma provai comunque a camminare. Mi resi conto che non ce l'avrei mai fatta a tornare in classe.
Laito si mise al mio fianco osservandomi divertito.
"Tu che club hai intenzione di scegliere?"
"C-club?" Chiesi intontita.
"Sì, sai, in Giappone gli studenti per coltivare i loro hobby scelgono un club da fare dopo scuola"
"E sono obbligatori?"
"Una volta che entri in un club sì"
Arrivai fino ad uno dei tavoli della biblioteca e mi accasciai sulla sedia.
In tutto questo 'pel di carota' era stato a mio passo, per poi sedersi vicino a me.
Non mi ero neanche allacciata la camicia, e il segno era ancora visibile.
Il ragazzo appoggiò il viso su una mano.
Passò un dito sul segno.
" Che brava che sei a tenere in mostra il mio marchio, così tutti capiranno a chi appartieni."
Non lo ascoltai, non mi interessava.
"Si è seccato il sangue del morso?"
Passò un'altra volta il dito.
"Sì, perché?"
Mi alzai la spallina e mi abbottonai la camicia.
"Eri più sexy prima"
Ancora una volta lo ignorai e finii di sistemarmi.
Non vedevo l'ora di tornare a casa.

Questo non è amore ||Laito SakamakiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora