VIII

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I giorni successivi la scuola diventò più serena, avevo trovato un'amica, ci eravamo pure scambiate il numero.
Mi aveva già raccontato della sua situazione. I suoi genitori sono separati, lei è venuta qua tre anni fa con suo padre. I suoi hanno litigato perché sua madre spendeva continuamente soldi, approfittando del buon lavoro del marito, che frutta molto.
Da allora non vide mai più sua madre, non si fa nemmeno sentire per il suo compleanno.
Mi dispiace un po' per Darsey, anche se , come ha detto lei, è meglio così.
Il primo mese di scuola era volato ed io non me ne ero nemmeno accorta.

Quel giorno dopo le lezioni Darsey non era riuscita a venire al club, aveva da fare.
"Olsen? Dopo il club potresti trattenerti un po' di più? Così mi aiuti a sistemare."
Una mia compagna di club, non mi ricordo come si chiama, un nome tipo Nanami o qualcosa di simile.
Io accettai, anche perché sono stranamente di buon umore.
Ci mettemmo all'incirca venti minuti.
"Grazie Kornelia-chan."
"Di niente, tranquilla".
Notai che entrò subito nella cabina per cambiarsi.
" Non fai la doccia qui?"
"N-no, preferisco farla a casa"
Wow! Sarà strano avere lo spogliatoio tutto per me.
Presi il cambio e i miei vestiti,insieme all'asciugamano, mettendoli su un mobile poco lì fuori la doccia.
Era così rilassante il silenzio, e anche strano, ormai mi ero abituata al continuo chiacchierio di sottofondo, del quale pure io e la mia amica siamo complici.
Però mi ero già trattenuta troppo, non volevo tornare a casa tardi.
Tesi una mano fuori dalla doccia, cercando il mio asciugamano, poi mi accorsi che il mobiletto su cui c'erano tutte le mie cose era vuoto.
Sparite!
Pensai che Nanami avesse voluto farmi uno scherzo.
"Hey! Questo scherzo non è divertente!"
Sentii qualcuno ridacchiare dalla parte delle cabine.
Uscii dalla doccia completamente nuda.
"Nanami! Davvero, dammi i miei vestiti!"
Mi diressi verso le cabine, dove sentivo che c'era qualcuno dentro di queste.
Per vedere dov'era mi inginocchia.
Mi venne un colpo.
Vidi delle scarpe da uomo!
Senza far rumore mi alzai e tornai indietro, chiudendomi in una delle docce.
Ero da sola, nuda, in uno spogliatoio, con un ragazzo.
Lo sentii uscire e dirigersi di qua.
"Kornelia-chan! Sento il tuo odore!"
No, non ci voglio credere.
Non lui!
"Ovunque tu vada io ti troverò sempre."
Si fermò davanti alla doccia dove ero nascosta.
"E ti catturerò."
Spinse la porta cercando di aprirla, ma ovviamente è chiusa dall'interno.
"Fai la difficile? Eh?"
Non gli risposi.
"Non ti è conveniente fare così. Ho i tuoi vestiti e posso andarmene portandoli con me, sai?"
Lo sentivo giocare con uno dei miei indumenti.
"Le tue mutandine hanno davvero un buon odore. Però mi piacerebbe che tu indossassi un intimo più sexy! Il rosso per me ti starebbe benissimo! Se vuoi te lo compro io, ho intuito per queste cose."
Che porco!
Mi sentivo con le spalle al muro, in tutti i sensi.
"Cosa vuoi..?"
'Pel di carota' rise.
"Voglio vederti...voglio toccarti. Fidati, per pochi minuti sarai in paradiso!"
Feci un suono di disaprovazione. Dovevo trovare il modo di andargli incontro, ma senza che per me fosse troppo.
"L-laito...senti, non ci tengo ad essere sverginata da te, quindi..."
"Ah! Sei vergine?!"
Lo chiese con un tono più che eccitato.
Ora ero certa che se fossi uscita di lì mi avrebbe stuprata.
Lo sentii battere le mani sulla porta.
"Esci di lì! Voglio fare sesso con te! Questa non è una richiesta, è un ordine."
L'ultima frase la disse con un tono tremendamente serio , questo mi fece paura.
Stava iniziando a spazientirsi, lo capivo benissimo.
Ma non voglio che la mia prima volta sia con lui, e per giunta sarebbe uno stupro.
"Dai, se non esci tu , entro io. E te lo sconsiglio, non è conveniente farmi incazzare, quindi non farmi entrare."
Lo stesso tono di prima, ora sono praticamente pietrificata.
Non so che fare.
Mi accascio a terra, con le spalle contro al muro. Stringo le gambe al mio petto.
Lo sentii tirare un sospiro rumoroso, qualche secondo dopo lui era lì con me, nella doccia.
Ora il come avesse fatto ad entrare era l'ultimo dei miei problemi.
La mia preoccupazione ora è che lui è in piedi davanti a me, io ,invece, accovacciata a terra, nuda, come un misero insetto.
Non ho nemmeno il coraggio di guardarlo in faccia.
"Alzati."
Mi ordinò con tono freddo.
Io sono troppo spaventata anche solo per muovere un muscolo.
Penso che lui lo capì, perché s'inginocchiò vicino a me iniziando ad accarezzarmi i capelli.
"Tranquilla, basta che fai ciò che ti ordino e non ti farò del male. Io voglio farti godere."
Strinse la mano tra i mie capelli, mentre con l'altra mi prese il mento, girandomi il viso verso di lui.
All'inizio mi diede un semplice bacio a stampo, poi iniziò a picchiettare la lingua contro ai miei denti.
Non ci riuscivo ed istintivamente mi voltai.
"Andiamo Kornelia. Rilassati"
Con una presa più salda fece voltare nuovamente il mio viso.
Questa volta permisi alla sua lingua di entrare, per un po' feci il suo gioco, iniziando a baciarlo di rimando.
Buttai le braccia intorno al suo collo, lui sembrava più che sorpreso. Però senza sospettare di nulla continuò a baciarmi.
Anche se ammetto che la sensazione è davvero piacevole.
Successe all'improvviso.
Gli morsi la lingua e poi lo spintonai.
Mi alzai di scatto aprendo la porta, presi i vestiti, cercando di vestirmi più in fretta possibile, evitando di mettere alcuni indumenti superflui, come il reggiseno, i calzini e il papion.
"Puttana!"
Lo sentii urlare dalle docce.
Quando lo vidi uscire si teneva una mano alla bocca, vedevo un poco di sangue sporcargli le mani,non credevo di aver stretto così forte.
Presi lo zaino ancora aperto, mentre dall'altra parte avevo i vestiti che non mi ero messa.
Avevo la sicurezza che se mi avrebbe presa mi avrebbe fatto passare le pene dell'inferno.
Iniziai a correre senza mai voltarmi, dovevo andare in un posto con delle persone.
Non corsi troppo lontano che lui mi raggiunse buttandomi a terra.
"Dove pensavi di scappare puttanella!"
Aveva le labbra insanguinate.
"Ora ti toccherà subire il doppio, anzi , il triplo del mio dolore!"
Mi stavo già rassegnando, lo sentivo avvicinarsi al mio collo.
"Laito!" Una voce maschile, poco distante da noi urlò il nome del ragazzo.
Sempre questo prese Laito per il cappuccio togliendolo da me.
Il ragazzo in questione aveva dei capelli corvini e degli occhi magenta, con degli occhiali dalla montatura in metallo fine.
"R-Reiji?"
Oh! Quindi è lui !
È la prima volta che lo vedo anche se è passato un mese.
Il ragazzo mi scrutò, a grandi linee capì ciò che era successo.
"È per questo che hai saltato le lezioni del club?! Per spiare una ragazza negli spogliatoi femminili?! Il tuo comportamento è davvero deplorevole."
Il corvino è davvero arrabbiato, dev'essere un comportamento frequente da parte di Laito.
"Ma guarda che mi ha fatto sta troia!" Affermò indicandosi la lingua.
Il fratello accennò un sorriso "E ha fatto bene."
Calò un attimo di silenzio nel quale avrei voluto scoppiare a ridere.
"Ora va alla limousine!"
'Pel di carota' senza contestare fece come ordinatogli.
A quel punto mi alzai pulendomi la gonna e raccogliendo le mie cose.
"Chiedo scusa per il comportamento di mio fratello. Non ti ha aggredita, giusto?"
"Ci ha provato"
Reiji si sistemò gli occhiali, successivamente si congedò.
Anche quella volta la fortuna aveva girato dalla mia parte.
Ma quando avrebbe smesso?

Questo non è amore ||Laito SakamakiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora