XII

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Era passato solo un giorno e sono già confusa. Quando uso la razionalità penso di potermi fidare, ma appena cedo all' istinto sento che è solo una trappola, facendomi tornare in mente l'aggressione fallita.
Forse è così abituato a fare il puttaniere che non sa' come amare?
È normale, quando puoi avere qualsiasi ragazza che senso ha fidanzarsi o , addirittura, innamorarsi?
Anche oggi non ho per niente voglia di andare al club, preferisco tornare a casa.
Pure questa giornata a modo suo è stata pesante.
Però venni bloccata poco prima di varcare la soglia del cancello, sentii un clacson suonare, inizialmente pensavo di essere in mezzo alla strada. Quando mi girai vidi una lussuosa limousine nera, la quale andò avanti piano per poi fermarsi nuovamente quando fui davanti alla portiera posteriore.
Si abbassò il finestrino e vidi il volto di Laito sorridente.
"Come mai non sei al club?"
"Potrei farti la stessa domanda."
Aprì la portiera.
"Dai, vieni. Ti accompagno a casa."
Lo guardai titubante, forse è meglio tornare da sola.
"Non so'."
"Insisto."
Alla fine entrai, non ero mai stata in una limousine prima d'ora. È davvero spaziosa, qui ci stanno sicuramente più di sei persone. Ha pure i vetri oscurati , i porta bicchieri e i porta bevande.
Mi sedetti vicino a Laito.
"Allora, dove abiti?"
Gli dissi la via, che poi lui riferì al conducente.
Poi ci fu un silenzio imbarazzante , mentre il ragazzo continuava a scrutarmi.
"Ho visto che te la cavi in storia."
"Sì, non vado male."
"Beh, ti va se uno di questi giorni studiamo insieme? Tu mi dai una mano e io potrei...ricambiare il favore."
Me lo disse con tono ammiccante, mentre aveva messo una mano sulla mia spalla.
"E quando vorresti studiare? Dopo o prima di scuola?"
"Prima ovviamente"
Questo vuol dire che uno dei due deve andare a casa dell'altro?
"Potrei venire a casa tua per esempio."
Ecco, appunto. Però l'idea di averlo a casa mia non mi piace, ma troverei peggio andare da lui.
"Va bene."
Laito mi fece un sorriso a trentadue denti per poi abbracciarmi di scatto.
"Grazie Kornelia-chan!"
Sentimmo la limousine fermarsi.
"Siamo arrivati." Ci informò il conducente, con una voce piatta, senza voltarsi.
"Bene, allora passo domani per le tre."
Come?! Domani?
Lo guardai con gli occhi sgranati, in tanto lui aveva aperto la portiera.
"Che hai da guardarmi con quella faccia? Prima studiamo meglio è ."
Dopodiché scesi salutandolo.

Non so per quale motivo la mattina seguente iniziai a pulire e sistemare camera, manco stessi aspettando una visita dalla regina d'Inghilterra.
Sono le due tra un'ora lui sarà qui e devo ancora farmi la doccia.
Corsi in bagno con il cambio dei vestiti, praticamente entrai ed uscii dalla doccia da quanto sono stata veloce.
Si son fatte le due e mezza, ora devo solo asciugarmi i capelli e poi vestirmi.
Quando finii mancava un quarto alle tre, perfetto.
Mi sono messa dei pantaloncini jeans e una canotta nera semplice.
Mio padre era già partito per lavoro, mia madre invece sarebbe partita poco dopo le tre.
Quando sentii suonare il campanello sobbalzai come una molla .
Perché sono così in ansia?
Aprii la porta e lui era lì, sorridente, anche lui non indossa l'uniforme.
Indossava una camicia, e sopra di questa una maglia blu scuro, tranne vicino al collo e alle maniche dove il blu si alterna con un marroncino chiaro. La cravatta rossa rigorosamente allentata, i pantaloni neri e il suo solito cappello.
Questo look gli dà un'aria più fresca rispetto alla divisa scolastica.
"Vieni, entra pure."
Lo faccio entrare mentre scorgo mia madre affacciarsi dalla cucina per vedere il mio 'amico'.
"Che casa modesta." Afferma lui guardandosi intorno, il suo sguardo si sofferma sul pianoforte a muro.
"Chi lo suona?" Chiese avvicinandosi ed accarezzandone i tasti.
"Io."
Lui mi guardò sorpreso.
"Suoni altri strumenti?"
"La chitarra e l'oboe."
Laito assottigliò lo sguardo e mi guardò, come se avesse capito molte cose.
"Quindi ,la persona che aveva suonato quello strano brano i primi giorni di scuola...sei tu."
Si mise dietro di me accarezzandomi i capelli, io alzai le mani.
"Beccata."
"Sono affascinato...non è facile adattare un brano creato per un certo tipo di strumento ad un altro."
Ha le labbra vicinissime al mio orecchio e quando finì ne baciò la parte dietro.
Questa situazione mi vergogna, anche perché nella stanza accanto c'è mia madre.
"Ora è meglio che andiamo a studiare." Mi allontanai da lui dirigendomi verso le scale.
In quel momento mia madre stava uscendo per andare al lavoro.
"Kornelia, io vado." Io e mia madre siamo praticamente due gocce d'acqua e nonostante la sua età è ancora una bella donna.
Laito guardava mia madre stupito.
"Piacere di conoscerla signora." Fece un lieve inchino.
Ovviamente lei rise, sia per lo sguardo imbambolato di poco fa che per l'inchino.
"Ora capisco come mai Kornelia è così bella."
Ma cazzo! Almeno davanti a mia madre!
Lei rise nuovamente.
"Grazie per il complimento, mi piacerebbe rimanere a parlare di più, ma è meglio che mi sbrighi."
Detto questo uscì di casa salutandoci.
Quando il ragazzo si girò verso di me avrei voluto prenderlo a schiaffi.
"Sarà meglio andare in camera."

Lo accompagnai fino a camera mia, una camera molto semplice, con un letto ad una piazza , una scrivania dove libri e altri vari oggetti erano al loro posto, un armadio , un comodino , un comò e ovviamente la mia chitarra e il mio oboe ben sistemati.
"Siete veramente molto modesti nonostante i soldi li abbiate."
Lo feci accomodare su una delle due sedie.
"Non amiamo lo sfarzo. Invece camera tua come me la devo immaginare? "
"È solo un po' più grande , ma per il resto è semplice."
Voglio vedere il suo concetto di 'un po' più grande'.
Volevo chiedergli se dorme in una bara, dato che è un vampiro, ma non vorrei risultare stupida.
"Vuoi chiedermi qualcosa?"
"Emh... sì, in verità sì. Dimmi, tu dormi in una bara?"
Mi aspettavo che sarebbe scoppiato a ridere da un momento all'altro, invece "Alcuni vampiri sì, altri , come me, preferiscono dormire in un letto. È molto più comodo di una bara, e poi in questa è scomodo farci sesso."
Non capivo se fosse una battuta o fosse serio.
In ogni caso era meglio iniziare a studiare, quindi mi armai di libro e quaderno.

Questo non è amore ||Laito SakamakiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora