5. Amori infiniti

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Se hai amato era amore, non è mai un errore.
Federica Pov.
Già due settimane erano volate, tra commissioni varie e altro, non avevo tempo neanche per respirare.
I primi giorni era stato facile, nascondersi in casa, ma poi uscendo era diventato sempre più difficoltoso schivare le interviste, i giornali e tutto il resto.
Erano tra l'altro le stesse domande che giravano: perché te ne sei andata? C'è ancora qualcosa tra te e Riccardo? Vi state separando? E bla bla bla...
Nemmeno io sapevo rispondere a queste domande che giravano nella mia testa, figuriamoci darle agli altri!
Non è stato facile convivere con i sensi di colpa!
E al momento dovevo fare ciò per cui ero tornata, ovvero difendere le persone che amo e incastrare una volta per tutte l'artefice dei miei grandi casini.
"Guarda qua! Parlano della tua vita amorosa, chi è questo?!" mi chiese Mike indicandomi un uomo sulla trentina biondo platino.
Inizialmente non diedi peso alle sue parole e mi limitai a sbuffare, ormai casa nostra era invasa da amici e famigliari, tra cui Mike, Shady, Andreas e Alessio che quasi ogni giorno venivano a farci visita.
A differenza mia e di Riki, Mike era diventato un produttore discografico. Shady una grande cantautrice italiana e non solo, Andreas dopo essere stato per un po' di tempo a Los Angeles ed essere diventato un ballerino internazionale era tornato in Italia, era diventato un coreografo e spesso si ritrovava a lavorare con Sebastian, ora stavano persino progettando una nuova cosa insieme.
"Beh però, non è male..." ridacchiò Shady e Mike le tirò il giornale in testa.
Erano una coppia davvero carina, litigavano spesso e per un nonnulla, tanto che se ti trovavi nei paraggi scappavi a gambe lavate per non essere inceneriti dai loro sguardi, però nonostante questo si volevano un gran bene.
Andreas, avevo scoperto che si era lasciato con Vitto, chiaramente ci soffriva ancora per il suo allontanamento, ma dal momento che era partita per la Russia per lavorare al fianco di Natalia Titova, era abbastanza felice ed in fondo ero certa che sarebbero tornati insieme.
Alessio invece non era riuscito a sfondare nel mondo del canto ed ora faceva parte di una band come cantante e chitarrista a livello amatoriale. La sua relazione con Giulia procedeva con alti e bassi, ma andava avanti.
"Hai sentito Elisa?" mi chiese Shady.
"In realtà no, ha chiamato diverse volte a casa... ma non ho mai risposto." mi morsi il labbro.
"Ah..." rispose.
Una volta finito di stirare, presi in mano il giornale di Mike, guardai l'immagine che prima mi aveva detto di osservare.
"Mike!" urlai, tanto da farlo sobbalzare sulla sedia.
"Si?" disse con una faccia tra lo spaventato e il sorpreso.
"Sei un genio, se non fossi fidanzato con una delle mie migliori amiche, giuro che ti sposerei!" esclamai.
Continuò a guardarmi non capendo, ma Shady, che era a conoscenza di tutto comprese.
Si alzò e riguardò la foto.
"Shady... questo tipo è in tutte le foto." mormorai.
"È vero..." disse riguardandosele tutte.
"Potrebbe essere la chiave, se solo conoscessi le tecniche per navigare su internet e capire chi diavolo è!" dissi.
"Non me la cavo male, però non sono ancora entrata alla CIA..." rispose.
"Tu no, ma io conosco una persona." dissi e afferrai il mio cellulare.
"Aspetta.." mormorò fermando il mio braccio.
"Che c'è?" chiesi.
"Secondo te, ti stanno ancora pedinando? Pensaci, hai visto delle stesse persone attorno a te?" chiese cupa.
"Non lo so..." dissi.
"Dobbiamo stare attente Fede, stavolta devi stare molto attenta. Devi prevedere i loro passi." disse.
"Ultimamente abbiamo visto solo voi, i parenti... un po' di giornalisti e basta. Di voi mi fido." dissi.
"Anche io mi fido di noi, ma non so... devi essere sicura e diffidare di chiunque." disse.
"Anche di te?" scherzai.
"Va beh, adesso... però se è necessario sì, anche di me!" esclamò.
Ecco cosa mi aveva spinta ad avvicinarmi a lei, oltre la sua temperanza era subito saltata al mio occhio, insieme alla voglia di fare e alla sincerità, che si celava dietro ad ogni suo sguardo o sorriso.
Più volte mi sono chiesta il perché e altre innumerevoli volte mi sono risposta dicendomi che ognuno di noi tende a circondarsi dello stesso genere di persone, Shady era il mio genere.
L'affermazione che mi aveva dato poco prima era un'altra conferma del fatto che mi potevo fidare di lei ciecamente.
"Ho capito." annuii.
"Quindi stasera vengono i genitori di Riccardo?" mi chiese cambiando argomento.
"Già, a proposito di Riccardo... Shady non so come comportarmi con lui." risposi.
"In che senso? Con quella storia oppure con la storia?" chiese sottolineando le ultime parole.
"Seconda." biascicai.
"Uh..." mormorò.
"Mi sembra così sbagliato... non per il fatto in sé, ma perché prima abbiamo delle questioni in sospeso e non possiamo ricominciare da dove ho troncato." affermai.
"Questo però lo dici tu, in amore non c'è giusto e sbagliato. C'è amore e basta, se ci pensi si fanno tante cose stupide e tutto è lecito." rifletté.
"Sì, è vero. Però non me la sento ancora, non fraintendermi. Io lo amo e lo amerò sempre, è la luce nella mia vita, ma non voglio farlo star male." dissi.
"È stata questa la tua paura all'inizio e sarà sempre questa no?" sorrise.
"Già." feci una smorfia.
"Amica mia, fossi un'altra persona magari potresti anche avercela una vita normale. Però sei Federica Carta con tutti i suoi difetti e i suoi timori e credimi, chi ti vuole davvero bene ti prende così come sei... perché che noia le persone normale e ordinarie!" scosse la testa con un sorriso.
"Proprio quello che mi ci voleva oggi, essere classificata tra le persone malate mentalmente..." ridacchiai.
Rise e Lisa iniziò a leccarle le gambe.
"Fa così quando ha fame..." dissi.
"Ah si?" disse Shady.
Annuii e le andai a prendere un po' di crocchette, non troppe altrimenti a pranzo non avrebbe mangiato nulla oppure la migliore delle opzioni: sarebbe diventata una palla e non più un cane.
"Shady, andiamo?" chiese Mike.
"Si, scassa balle." scosse la testa la mia amica.
Lui le fece un buffetto sulla guancia per poi baciarla.
Se ne andarono e rimasi in casa da sola, Riki era uscito a fare la spesa.
Mi feci una doccia e poi andai a perlustrare la mia stessa casa, l'occhio cadde subito sulla nostra camera da letto.
Entrai facendo attenzione a non far rumore, nonostante nessuno fosse in casa.
Il letto era intatto, la stanza profumava di muschio e di quel suo profumo che amavo alla follia.
Guardai il comodino e mi si spezzò il cuore, c'era una foto mia con Riccardo e in mezzo il piccolo Francesco appena nato fra le mie braccia.
Le lacrime mi rigarono il viso e senza che me ne accorsi, mi ritrovai dal mio lato del letto a stringere le coperte, con il viso appoggiato al cuscino, girata da un lato. Respiravo regolarmente, ma era come se il mondo attorno a me si fosse di nuovo fermato.
Flashback
La cartella clinica gli scivolò dalle mani, sorrise visibilmente emozionato e mi strinse forte a sé.
"Un bambino... un figlio nostro!" esclamò baciandomi.
"O una bambina, non si sa ancora..." sorrisi.
"Ma è bellissimo, cioè... lo vuoi tenere?" mi chiese guardandomi fisso negli occhi.
"Secondo te?" chiesi.
"Spero di sì, però non voglio che tu abbia un figlio costretta da me. Non me l'aspettavo, ma voglio una famiglia." disse Riki tremando.
"Certo che lo voglio, non potrei mai uccidere questa piccola creatura che sta crescendo all'interno del mio corpo. Non era esattamente programmato, ma lo voglio e voglio ampliare la nostra famiglia." risposi dandogli un bacio a fior di labbra.
"Ti amo." sorrise.
"Anche io." risposi abbracciandolo.
TO BE CONTINUE
Spero vi sia piaciuto questo capitolo, come state?
Io sono stanchissima, questo primo giorno di grest mi ha distrutta ahaha.
Grazie mille per tutto!
Stay tuned,
Vittoria💙

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