1. Ancora c'è

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C'era un segreto e forse ancora c'è, in quel silenzio la mia idea di te.
Riccardo Pov.
Federica è tornata, mia moglie è tornata.
Il primo pensiero fu questo quando aprii gli occhi stamattina. Poi mi ricordai che non era tornata per restare e una fitta mi pervase il cuore.
Non potevo cancellare cinque anni come fossero niente, l'amavo ancora con tutto me stesso, ma ero anche tanto arrabbiato con lei.
Perché se n'era andata senza portarmi con sé?
Volevo sapere la verità e prima o poi me l'avrebbe detta guardandomi dritto negli occhi, perché averla ancora per la casa e non poter essere come prima era un'agonia vera a propria.
"Buongiorno..." disse sbadigliando.
"Buongiorno anche a te. Non hai caldo con quel pigiama lungo?" chiesi squadrandola da capo a piedi.
"Uhm, un po'. Dopo mi cambio, Riccardo oggi dobbiamo capire il da farsi..." sospirò.
"Va bene, ma ti conviene bere questo, altrimenti non connetti." le dissi passandole una tazza di caffè.
"Grazie Riki." disse.
Le sue dire sfiorarono le mie, mi ritrassi subito come fosse stato scottato.
"Ci sei mai andato?" mi chiese stringendo i denti e riferendosi solo ed unicamente a lui.
"Mai." dissi guardandola.
"Okay." disse piano.
Non parlammo più e ci godemmo a modo nostro la colazione.
"Quando hai preso il secondo cane?" mi chiese.
"Quando ho capito che almeno Thiago non doveva rimanere solo." risposi.
Fece una piccola smorfia.
"Scusami, ancora." sussurrò.
Mi avvicinai a lei e le presi il viso tra le mani, premetti la mia fronte alla sua e le lacrime le cominciarono a scendere dagli occhi.
"Fede smettila subito." dissi con voce rotta.
"Mi spiace così tanto." disse tra le lacrime.
L'abbracciai fino a che non si fu calmata, poi scappò al piano di sopra, lasciandomi ancora una volta da solo.
Mi distruggeva stare al suo fianco in questo modo. Chiaramente non lo sapeva, ma la mia promessa l'avevo mantenuta.
Flashback
"Riki prometti che andremo avanti a piccoli passi." disse tirandomi su il ciuffo.
"Andremo a piccoli passi e prometto anche di non lasciarti da sola. Qualsiasi cosa accada, anche quando non ci sopporteremo e se dovessimo perderci, farò in modo di starti accanto." promisi e tutto mi sembrò più bello.
Sorrise e si asciugò le lacrime con la manica della felpa, poi cercò di asciugare anche le mie.
"Non hai idea di quanto io..." ma non finii la frase perché mi baciò.
Avevo seguito ogni suo passo da lontano, i suoi progressi e naturalmente anche la sua vita privata. Sapevo che molti giornali la accostavano a qualche cantante, tutti parlavano del presunto tradimento nei miei confronti e della rottura più grande fra noi, ma ero conscio del fatto che non aveva mai concluso nulla con nessun altro.
Thiago si avvicinò a me e mi leccò la mano.
"Anche a te manca vero? Anche a me, pensa che sarebbe dovuto essere qui a giocare con te." sospirai e trattenni le lacrime.
Come se avesse capito di chi stessi parlando, mugolò e si adagiò con la testa appoggiata sui miei piedi.
Federica Pov.
Mi spogliai e mi fissai allo specchio, la mia schiena era piena di cicatrici e segni ancora rossi e violacei. Strinsi i denti e cercai la pomata da mettere sopra e con delicatezza la sfregai.
Indossai un maglioncino a righe leggero e un paio di jeans, era primavera, ma faceva già abbastanza caldino tanto da andare in giro senza giubbotto durante il giorno.
Quando scesi in soggiorno trovai Riccardo con Thiago ai piedi, stavano in qualche modo comunicando.
Mi fermai sulle scale, per non disturbarli e mi accorsi che stavano parlando di quello.
Dopo poco Riccardo si accorse della mia presenza, si girò e mi vide accovacciata sulle scale.
"Che fai? Vieni qui." borbottò.
"No. Preferisco stare qui." risposi piano.
Lui annuì.
"Devo accompagnarti dai tuoi genitori più tardi?" chiese.
"Sì, grazie." risposi.
Ancora non avevamo tirato fuori quel discorso, entrambi cercavamo di temporeggiare più che potevamo per non cadere mai in quello.
"So che non vuoi parlarne, ma dovremmo farlo prima o poi se vogliamo anche parlare del foglietto." sussurrò.
"Lo so Rico, dovremmo farlo presto." sospirai.
"Vieni giù." mi incoraggiò.
"Se vengo lì adesso scoppierò a piangere, meglio stare ad una debita distanza." ripetei.
Sospirò e si alzò, andando a frugare su uno scaffale. Tirò fuori un cd e lo misi nello stereo.
"Ti avrei voluto dire, ti sto pensando..." era la mia voce, abbozzai un sorriso e mi misi a canticchiare una delle mie prime canzoni.
"Me lo sono sentito ogni notte per cercare di addormentarmi." ammise.
Emisi un leggero sussulto, che con la musica non si sentii, ma il mio cuore sobbalzò. Cosa avevo fatto?
L'avevo fatto per il bene di entrambi, ma non potevo dire che ogni minuto di ogni giorno avevo pensato a lui, alla mia famiglia e a tutto ciò che avevo lasciato in Italia.
Verso le dodici e mezza, mentre Riccardo si era chiuso nel suo studio a scrivere nuovi pezzi, io andai in cucina a preparare il pranzo.
Era tutto come l'avevo lasciato.
Aprii il frigorifero e mi accorsi che era mezzo vuoto, c'erano solo delle verdure e del latte.
Cercai della pasta e la trovai in un mobiletto, decisi di cucinare la pasta con le zucchine.
La cagnolina dopo un po' venne in cucina e iniziò a leccarmi la gamba.
"Hai fame?" chiesi frugando negli armadietti per cercare dei croccantini.
"Lisa, non so dove siano... se il tuo padrone non li nascondesse come il resto del cibo." borbottai.
"Appena li trovo giuro che te li do..." dissi.
Mi abbassai, ma non trovando nulla, tornai alla nostra pasta. Le zucchine erano già quasi cotte e per la pasta mancava ancora qualche minuto, era un po' cruda.
Intanto Lisa con le unghie continuava a grattare un mobiletto, come fosse un gatto.
"Che fai?" chiesi guardandola.
Continuò a farlo fino a che sbuffando non aprii l'anta e ci trovai il cibo per cani.
"Beh, ti ha ben istruita!" esclamai sorpresa.
Mugolò e presi le ciotole e versai un po' di crocchette sia nella sua ciotola che in quella di Thiago.
L'accarezzai e lei ricambiò leccandoli la mano, per poi avventarsi sul cibo.
"Ti ha presa in simpatia, non lo fa con tutti." disse Riccardo spuntando dalla porta.
Quasi mi spaventai, mi alzai e andai verso i fornelli. Assaggiai la pasta, era cotta e la scolai.
"Vieni a mangiare?" chiesi.
Si sedette dove avevo apparecchiato, unì la pasta alle zucchine e misi tutto nei piatti.
Quando addentò una forchettata sorrise.
"Sei sempre brava..." mormorò.
***
Sul tardo pomeriggio, dopo essere andata a trovare i miei genitori, mi arrivò un messaggio dal mio agente.
Prima di partire gli avevo detto che sarei tornata non appena sarei riuscita a sistemare alcune questioni personali.
"Ciao Federica, volevo annunciarti che queste sono le date del tuo nuovo tour. Torna presto."
Con allegata una foto e le date.
Spensi il cellulare, non ne potevo più.
Riccardo era andato in bagno a lavarsi, quando suonarono il citofono: era Shady.
Le aprii e la feci accomodare in salotto.
"Fede... ciao." mormorò non appena mi vide, tenendomi forte a sé.
"Shady..." sussurrai.
"Quanto mi sei mancata, allora è vero che sei tornata!" esclamò.
Annuii e la invitai a sedersi sul divano.
"Come stai?" mi chiese.
"Se sono qui, non molto bene..." sussurrai.
"L'hai detto a Riccardo?" mi chiese severamente.
Scossi piano la testa, Shady sapeva il perché del mio ritorno, come aveva sempre saputo il motivo della mia partenza; era l'unica con cui mi ero tenuta in contatto e lei prontamente era riuscita a mantenere il segreto, anche con Mike.
"Lo devi fare, sei arrivata ad un punto in cui lo devi fare. Non puoi più affrontare tutta sta merda da sola." sibilò.
"Credi che non lo sappia?! Glielo dirò a tempo debito." risposi.
"Devo farlo adesso, se fosse per te non sarà mai il momento giusto! Non so se te ne rendi conto, ma non è un gioco al massacro." mormorò.
"Shady, credimi, lo so meglio di te. Devo proteggere le persone che amo fino a che potrò." affermai.
"È giunto il momento di farlo in due. Francesco non sarà più vivo, ma voi siete ancora qua e dovete preservarvi." esclamò.
"Lo so, Dio se lo so! Era mio figlio, credi che non lo sappia? Credi che non abbia sofferto per la sua morte? Era uno scricciolo, aveva appena compiuto tre anni e cazzo, me l'hanno portato via! Sono dovuta andarmene per proteggere la mia famiglia, senza dare una valida spiegazione a nessuno se non a te... anche a Riccardo ho raccontato una balla, pensa che sia stato un incidente, se solo lo sapesse credo che mi odierebbe più di quanto non mi odi già adesso. L'ho abbandonato come ho lasciato in balia del destino mia madre e mio padre, mia sorella..." sbottai.
"Fede, devi dirglielo. Subito, avete ancora un conto in sospeso." scosse la testa e si alzò.
"Dove vai?" le chiesi.
"Devo prendere una boccata d'aria. Vieni con me?" chiese.
Annuii e l'accompagnai fuori.
Riccardo Pov.
Una balla? Cosa stava dicendo? Cosa non mi aveva detto? Qual era il vero motivo per cui era scappata e per cui avrei dovuto odiarla?
Era uscita con Shady, probabilmente stavano continuando la loro discussione, ma perché non sapevo che aveva tenuto i contatti con Shady?
Le domande erano troppe e i miei piedi mi impedivano di andare ad origliare ancora la conversazione.
Volevo sapere cos'era successo davvero, pretendevo la verità.
TO BE CONTINUE
Spero vi sia piaciuto il primo capitolo!
Vi starete chiedendo quale figlio, come avrete capito ci sono un sacco di segreti e misteri da risolvere. Avevo detto sarebbe stata diversa dall'altra, sarà molto, ma molto più intricata infatti.
Ad ogni modo vi auguro una buona lettura.
Stay tuned, Vittoria💙

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