11. Vivimi

3.2K 153 16
                                    

E tenerti vicino, anche solo per lo spazio del mattino.
Federica Pov.
Quando tornai a casa Riccardo era sdraiato sul divano, addormentato e con dei fogli tra le mani, bianchi e con scritto solo il titolo di quella che sembrava dover essere una canzone.
Si intravedevano alcune cancellature, tolsi delicatamente il foglio dalla sua mano e gli adagiai una coperta.
Aveva per caso un blocco? Non riusciva a scrivere canzoni?
Sospirai e andai a farmi un bel bagno rilassante, riempii la vasca e mi ci misi dentro, con tutta la schiuma, che sapeva di cocco e ananas.
Stavo per chiudere gli occhi un attimo, quando il cellulare, sul lavandino cominciò a squillare e con la mano bagnata risposi lasciando poi il telefono sul tappeto e mettendo il viva voce.
"Federica, ossanto, ma che diavolo hai combinato?!" esclamò dall'altro capo del telefono la voce acuta di Ryan.
"Ehi, Ryan... ciao anche a te." dissi.
"Sei un'incosciente! Non mi avevi mica detto che ti seguivano ancora! Sai che casa tua è sottosopra e la polizia si sta chiedendo dove fossi sparita?!" disse.
"Lo so Ry, è che è tutto molto complicato. Ti ho mentito, è vero. Non è mai finita, non ancora..." mormorai.
"Ma che cazzo Fede! Potevi dirmelo, sei tornata per questo? Per mettere fine a tutto? Tu vuoi farlo veramente?!" esclamò il mio amico sbraitando.
"Io..." mormorai.
"Dio Fede! Perché?!"imprecò.
"Sai perché, per lo stesso motivo per cui tu combatti le tue guerre." dissi.
"Ma io faccio il mio lavoro, tu no." sospirò.
"Ryan, ho bisogno che tu mi dica esattamente cos'hai trovato a casa mia." dissi.
"Il caos più totale. Cosa cercavano?" chiese.
"Cosa credi cercassero? Me." borbottai.
"Spero tu abbia un letto in più in quella tua villa enorme, ci vediamo." sibilò e dopo avermi salutata chiuse la chiamata.
Non ce l'avrei fatta a sostenere anche il punto di vista di Ryan.
Flashback
"Sembri spaesata, sei nuova?" mi chiese un giovane biondo sorridendo.
Ero venuta il quel locale solamente per distrarmi un attimo e non pensare all'Italia.
"Sì, ma mi abituo facilmente." risposi secca.
"Bene, prendi qualcosa?" mi chiese.
Scossi la testa e lui ordinò il suo cocktail.
"Comunque piacere, Ryan Carter." si presentò dandomi la mano.
"Federica Carta." dissi stringendo la sua mano.
"Sei italiana?" mi chiese.
"Sono italiana." risposi.
"E a quanto vedo, sei anche sposata." sorrise.
"Oh, questo? Beh, adesso non c'è più, mi devo solo abituare." biascicai togliendomi la fede.
"Oh, mi spiace. Scusa, non volevo..." disse mortificato.
Aveva capito che mio marito fosse morto, non era vero, ma se volevo farmi una nuova vita, dovevo farglielo credere.
Quando scesi in cucina un'ora dopo, Riccardo si era svegliato.
"Non riesci più a scrivere vero?" chiesi squadrandolo.
"Cosa? No." borbottò.
"Come vuoi, se hai bisogno di aiuto però sono qui." dissi.
"Va bene, sono nella merda. Ho detto a Scirè di avere già quattro nuovi pezzi pronti. La verità? Ho solo mezzo titolo e devo farglieli vedere lunedì sera a cena." disse.
"Come posso aiutarti? Non c'è molto tempo." constatai.
"Non lo so, mi manca l'ispirazione. Da quando te ne sei andata tutte le mie canzone hanno parlato di dolore e amore, solo chi ha vissuto quello che avevo provato io è stato in grado di comprenderle e infatti il mio ultimo disco ha venduto poco. Se anche questo farà poco successo potranno benissimo dichiararmi un cantante fallito." disse.
"Ma smettila! Se la causa di tutto ciò sono io allora è facile, sono tornata. Magari se passiamo più tempo insieme ti vien voglia di scrivere qualcosa." affermai.
"Non lo so, non so neanche se son più capace." mormorò.
"Quando hai detto che devi presentare questi pezzi a Riccardo?" chiesi.
"Lunedì sera, verrà qua a cena." disse.
"Oh cavolo, lunedì sera??" esclamai.
"Sì, perché?" chiese spaesato.
"Ecco... io avrei invitato le nostre famiglie a cena." dissi mortificata.
"Davvero? Ma è fantastico! In questo modo ci ritroviamo tutti come un tempo e forse riesco anche a prendere un po' di fiato e intortare Riccardo!" esclamò.
"Intortare? Non sentivo più questa specie di verbo da anni!" ridacchiai.
"Già, ora mi è tornata l'allegria e la fame. Vieni, usciamo." esclamò.
Prese due giacche, delle quali una mi arrivò in testa e prese le chiavi della macchina e il portafoglio.
"Non mi sono nemmeno cambiata..." dissi.
"Mica servirà essere eleganti." mi fece l'occhiolino e salendo sulla macchina partì.
***
"Oddio, ma seriamente?" dissi riconoscendo la trattoria in cui eravamo venuti durante il percorso di Amici.
"Per rievocare bei ricordi e per passare del tempo insieme..." disse alzando le mani al cielo.
Sorrisi e gli presi la mano, intrecciandola alla mia.
"Buonasera." salutai quando entrammo.
"Buonasera, un tavolo per due?" mi chiese una ragazza dai capelli neri e molto bassa.
"Sì, grazie." risposi lanciandole un occhiataccia, mentre lei stava già facendo la radiografia a Riccardo.
"Bene, venite vi accompagno su... oddio, scusate." disse chinandosi a raccogliere la penna.
"Questo locale ha perso la mia stima..." sibilai nell'orecchio a Riki.
"Sei gelosa?" ridacchiò attirando ancora di più l'attenzione della nana malefica.
Gli tirai una gomitata nello stomaco e lui finse di essersi fatto male.
"Tutto bene?" disse con voce suadente il bassotto.
"Tutto apposto, grazie. E per favore, ci porti un'altra cameriera che non abbia intenzione di portarsi a letto mio marito, grazie." sorrisi falsamente e strabuzzando gli occhi se ne andò tutto accigliata.
Riccardo scoppiò in una fragorosa risata, il locale non era pienissimo, c'erano alcuni tavoli ancora vuoti. Sapevamo già cosa ordinare per cui quando arrivò un cameriere, questa volta uomo e normale, ordinammo.
"Sei carina, solitamente dovevo marcare io il territorio. E poi... sono contento di essere ancora tuo marito." sorrise e mi versò lo spumante che ci avevano appena portato.
Notai un anziano che stava salendo sulle scale e ci stava venendo incontro.
"Federica, Riccardo!" esclamò.
Lo riconobbi subito, era il proprietario del ristorante, era invecchiato ma si manteneva bene.
"Ciao!" salutammo sia io che Riki.
Parlammo del più e del meno e ci fece i complimenti per la nostra relazione e per la nostra carriera.
A fine cena, al posto di tornare a casa, facemmo un giro per Roma.
Era l'una di notte, eravamo al Pincio e le luci che illuminavano la città rendevano tutto magico.
"Questo è il tuo posto preferito... ora capisco il perché." disse Riccardo.
"È come aver la visuale sul mondo, anche se è solo su una città." dissi.
"È molto suggestivo, emoziona." affermò.
Annuii e continuai ad ammirare il paesaggio che mi si mostrava davanti, quant'era bella la mia Roma.
Appoggiai la testa sulla sua spalla e lui mi diede un bacio sulla fronte, volevo godermi ogni minuto.
Mi voltai piano verso il suo viso e annullai ogni distanza premendo le mie labbra sulle sue, le nostre lingue cominciarono una sorta di danza, come due ballerini complici sapevano come muoversi.
Le sue mani percorsero tutto il mio corpo.
"Torniamo a casa." mormorai.
"Torniamo a casa." rispose annuendo.
TO BE CONTINUE
Spero vi sia piaciuto, ultimamente vedo Fede e Riki molto distaccati... speriamo in bene, ma l'importante è che siano loro felici.
Tra una settimana parto per andare al mare, non ne ho molta voglia quest'anno, ma va beh.
Vi auguro un buon inizio settimana, a presto.
Vittoria💙

I was here || RedericaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora