18. Tutto quello che ho perso

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Sarai felice, felice. Sarai la mia rosa che sfiderà il vento e ti proteggerà da quel che sento. E amerai, amerai. Sarà per amore che vivrai in eterno e ogni timore avrà conforto.

Riccardo Pov.
Era il 30 maggio e in casa mia era in un completo disastro, tutti erano in fermento.
"Riki, svegliati!" tuonò nel mio orecchio la voce di Federica.
"Ma ho sonno..." bisbigliai.
"Siamo in ritardo sulla tabella di marcia, Arianna è già qui e come se non bastasse c'è pure tutta la famiglia... a parte Luca ovviamente e tu dove dovresti essere?" mi ricordò sbuffando.
"Da Luca... da Luca, ma sono il testimone, non lo sposo! Tra dieci minuti mi alzo e ci vado..." borbottai rigirandomi.
Borbottò qualcosa che non riuscii a capire e uscii dalla stanza sbattendo la porta.
Alla fine avevamo convinto Arianna e Luca a mantenere il matrimonio il giorno in cui l'avevano fissato, anche perché Fede si sentiva in colpa per i continui spostamenti a causa sua.
Mi alzai e barcollai per la velocità con cui mi ero alzato, mi stava girando la testa.
Chiusi gli occhi e li riaprii, mi era passato.
Trovai il mio completo già appeso accanto all'armadio, per prima cosa però andai in bagno.
Era chiuso, bussai.
"Occupato!" esclamò la voce di mia madre.
"Mamma? Che ci fai qui? Non dovresti essere con Luca?" chiesi sorpreso.
La chiave girò nella serratura.
"Tuo padre e con Luca e dovresti andarci pure tu!" esclamò e corse giù dalle scale.
Feci per entrare in bagno, ma una figura femminile molto famigliare mi precedette.
"Scusa fratellino, ma poi devo correre giù a prepararmi." disse Francesca.
"Ma che cazzo....Nanci io dovrei essere già da Luca!" borbottai.
"Avresti dovuto svegliarti prima." rispose acida.
Ma che cavolo, avevano tutte il ciclo questa mattina?!
Non appena uscii mia sorella, lei mi saltò in braccio.
"Comunque ciao Riki." ridacchiò e non potei fare altro che ricambiare il suo abbraccio.
"Ciao anche a te Nanci." dissi.
Entrai subito in bagno per evitare altre soffiate, mi feci una doccia e mi feci la barba, poi spalmai il dopo barba.
Bussarono alla porta, sbuffai, esattamente perché erano tutti a casa mia?
Mi levai il pigiama e rimasi in boxer, poi uscii.
"Riki..." esclamò mia madre.
"Buongiorno di nuovo, mamma." dissi.
"Perché vai in giro nudo?!" borbottò.
"Perché è casa mia!" esclamai di rimando per poi tornare in camera mia e vestirmi.
Mi sistemai bene il nodo della cravatta, che durante gli anni aveva imparato a fare, mi spruzzai un po' di profumo e andai da Luca... in macchina.
Federica Pov.
"Tesoro sei bellissima!" esclamò mia madre, seguita dalle lacrime di Raffaella.
"Ti fa un po' di grinze qui sulla pancia, ma sei perfetta!" precisò.
"Grazie." rispose mia sorella.
"Ehi, che fai? Piangi?" chiesi asciugandole le lacrime.
"È che... volevamo aspettare a dirvelo, stupidi ormoni! Io sono incinta." disse guardando me in particolare.
Flashback
"Fede, tesoro...ti vedo più felice, più te." mi disse mio padre accarezzandomi la schiena. "Sì, papà hai ragione." sorrisi, ero incinta da un mese e qualche settimana ormai, ma ancora non l'avevamo detto a nessuno. Stavamo aspettando il momento giusto per dirlo e volevamo esserne certo, aspettare almeno i tre mesi.
"Ti voglio bene." dissi.
"Anche io Fede." sorrise.
"Papà ti volevo dire una cosa... non lo sa ancora nessuno e volevamo aspettare, ma insomma è ancora presto, ma aspetto un bambino." dissi.
Sulla sua faccia apparve un sorriso di gioia, felicità, mi abbracciò e non disse nulla. Non c'era bisogno.
"È meraviglioso Ari!" esclamai abbracciandola.
"Sul serio? Fede io..." mormorò, ma la zittì.
"Smettila sciocca, non vorrai rovinare il tuo gran giorno no? Sono certa che sarà un bellissimo bambino e voi due sarete dei genitori eccezionali." dissi pensandolo per davvero.
Fu il turno di mia madre, che scoppiò in lacrime commossa e Raffaella intanto in silenzio si stava godendo il momento, abbracciando Arianna.
"Ho preparato il discorso che mi avevi chiesto." sussurrai nell'orecchio a mia madre.
"Bene, Fede... ti voglio bene." mi disse dandomi una pacca sulla spalla.
Annuii, anche io gliene volevo.
Dopo le commozioni varie, tornammo a concentrarci sui preparativi.
Indossai l'abito e poi mi feci dei boccoli e passai al trucco, misi i tacchi e andai da mia sorella.
"Fede, ho paura." disse tremando.
Mi morsi il labbro, poi chiesi gentilmente alle mamme e a mio padre di uscire e lasciarci sole.
"Ari, guardami. Andrà tutto bene, tutto alla perfezione, okay? È normale sentirsi così, pensa che io ero molto peggio! Sono certa che il vostro sia amore vero, Luca ti ama così tanto, che mi proibirebbe anche di vederti se pensasse che potrei farti star male." dissi.
"Non è per quello, non voglio che succeda quello che è successo anche a te." ammise.
"Infatti a te non succederà, capito? Ti voglio bene Arianna, non andrà nulla storto." ripetei.
Mi abbracciò e con la macchina che avevamo affittato, andammo verso la spiaggia che avevano scelto per la cerimonia. Ci avevano messo un po' per trovare un sacerdote, che fosse disposto a celebrare matrimoni in spiaggia e alla fine l'avevano trovato.
Il suo abito bianco non era troppo lungo, era bello e semplice, con un leggero velo e i fiori della sposa. Portava in mano un bouquet di calle, rose bianche.
Io mi andai a posizionare sulla prima panca, dietro gli sposi di fianco a Riccardo e appena la marcia nuziale partì, mia sorella fece la sua elegante entrata a braccetto con mio padre.
"Sarà un giorno bellissimo." mi sussurrò Riki.
"Lo spero." sospirai.
"Hai deciso di annullare il tour?" mi chiese.
"Le prime cinque date le ho posticipate, ho ancora un mese. Il 2 luglio però parto, comincio da San Diego." dissi.
Si irrigidì un momento, avrei voluto dirgli che non l'avrei lasciato da solo mai più, ma le parole non mi uscirono.
Al momento della predica, il prete mi fece cenno di venire.
"Quest'oggi siamo qui per celebrare il matrimonio di Arianna Carta e Luca Marcuzzo, prego." mi disse e salii sull'altare.
Mi posizionai al leggio.
"Buongiorno a tutti, vi starete chiedendo perché io sia qui a fare l'omelia e starete sicuramente ridendo se sapete tutta la mia storia. Ho lasciato mio marito da solo dopo la morte di nostro figlio piccolo, Francesco, a causa di un delinquente che scherza con la vita e non biasimo nessuno per avermi odiato anche solo un pochino. Ari, guardati, sei la sorella migliore del mondo e mi sei sempre stata affianco, mentre io ti ho lasciata sola eppure non eri sola perché vicino a te c'è sempre stato Luca. Non credo alla coincidenze, probabilmente vi sareste trovato anche senza me e Riccardo, perché sono certa che l'uno senza l'altra non possa stare. Ho vissuto da vicinissimo la vostra storia e credo sia una delle più vere e preziose, il vostro legame non si spezza. Non posso dire molto riguardo a quest'argomento che rende l'uomo così vulnerabile, ma così splendido. Posso solo dirvi che voi l'avete trovato e potete da oggi guardarlo negli occhi giorno per giorno." dissi, avevo finito il mio discorso, mia madre qualche giorno fa mi aveva chiesto di preparare qualcosa da dire durante la predica e io l'avevo fatto con molto piacere.
Dopo la Messa, festeggiammo in spiaggia. Ci fu un rinfresco a buffet con tanto di camerieri è una piccola orchestra.
"Sembrano felici." mi disse mio padre facendo un cenno verso i novelli sposi e si stavano divertendo.
"Lo sono." dissi.
"Federica, mi sei mancata." mi disse.
Lo abbracciai.
***
Erano le dieci e mezza, tra uno stuzzichino e l'altro si erano già fatte queste ore.
"Signorina, mi concede questo ballo?" mi chiese Riccardo, notai che Arianna e Luca avevano appena aperto le danze.
"Tu non sai ballare..." constatai alzando il sopracciglio.
"Cinque anni è tanto tempo." ammiccò e lasciai che mi prendesse la mano per trascinarmi su quella che sembrava una pista.
Con le dolci note di Hero di Enrique Iglesias, mi fece danzare sotto le stelle.
"Devo ammetterlo, sei migliorato." sorrisi.
"Federica Carta, ti amo." disse posando la sua fronte sulla mia.
"Ti amo anche io, non ho mai smesso di amarti."sussurrai.
"Ho fatto una cosa per te, per noi. Vorrei fartela sentire, la so anche già a memoria, ma ho anche il testo qui." frugò nelle sue tasche ed estrasse un foglio stropicciato.
"Tutto quello che ho perso." lessi il titolo in penna rossa.
Poi lessi tutto il resto scritto con la penna blu, riconobbi subito alcune strofe e il ritornello.
"Vieni, facciamola anche noi una pazzia." lo guardai dirigersi verso l'orchestra, chiese due microfoni, ne avevano un po' per amplificare il volume.
"C'è una stella in cielo questa sera,
una stella che mi chiede dove sono
ora....canta con me."  disse rendendomi il microfono per cantare con lui a cappella.
"Nel mondo più pericoloso e vero,
mi accorgo che vorrei andare avanti
adesso."cantai e poi toccò lui.
"E voglio allontanar ogni dolore,
dolore che giace ancora nel mio cuore.
Ma so che serve tempo, voglia almeno
e questo Universo non ci aiuta tanto." la sua voce si espanse e notai che tutti ci stavano guardando, Andreas stava filmando e i nostri amici ci guardavano emozionati, proprio come mi sentivo io.
"Eppure son certa che questa volta
sia quella più giusta.
Se quando ci penso
la vita mi ridà quello che ho perso,
che ho perso." cantai il ritornello.
Quando finimmo lo baciai senza pensarci due volte.
"Credo che mi abbia appena ridato tutto quello che abbiamo perso." sussurrai.
TO BE CONTINUE
Spero vi sia piaciuto, ve l'avevo già detto... non sono una scrittrice di canzoni, ma ci ho provato.
Ci ho provato perché non mi andava di parlare (scrivere) a vuoto, se nella mia fantasia hanno scritto una canzone in due, doveva esserci una canzone fisica. L'ho anche finita... ci sono altre strofe, so che non è il massimo, però spero vi piaccia ugualmente l'idea ahaha. Grazie per le quasi 80mila visualizzazioni, per i commenti... grazie davvero.
Vittoria😘

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