Non è sempre necessario seguire ciò che la testa pensa sia meglio fare, qualche volta potremmo semplicemente lasciarci andare.
Federica Pov.
Nove mesi dopo...
"Ma è una bambina dolcissima!" esclamò Riki prendendo in braccio la figlia di Luca e Arianna, che erano venuti a farci visita, dal momento che ero molto più simile ad una mongolfiera che a un essere umano.
"Avrà preso dalla zia, vero Matilde?" chiesi sorridendo alla piccola bambina che aveva compiuto da poco otto mesi.
Mosse piano le manine e disse qualcosa di incomprensibile facendo scaturire una risata da Riccardo.
"Come no, tesoro." disse Riccardo mettendo giù Matilde e posandomi una mano sulla schiena.
"Matilde, vieni dalla mamma!" disse Arianna battendo le mani.
Era da un po' di settimane che tentavano di farla iniziare a camminare ed entrambi avevano ormai la schiena così distrutta che non avevano nemmeno voglia di tirarla su e prenderla per le mani.
"Siete degli sfaticati!" scherzai.
"Vedremo voi due fra qualche mesetto, se per un figlio non bastano due genitori, chissà per due!" ridacchiò Luca passandosi una mano tra i capelli.
Era stato un fulmine a ciel sereno, andare dalla ginecologa e scoprire che nel mio ventre stavano crescendo ben due vite.
Flashback
"Signora, mi scusi... ma dobbiamo rifare tutto da capo." mi disse la ginecologa, mettendomi ansia.
E se c'era qualche problema col bambino? E se era morto? O aveva una qualche strana malattia non curabile?
So che non bisognerebbe fasciarsi la testa prima del dovuto, ma un dottore di solito fa queste cose senza farsi notare!
Strinsi forte la mano di Riki, che chiaramente non stava capendo la situazione e mi sorrise sornione.
La dottoressa tornò e mi cosparse ancora una volta la pancia di gel.
"C'è qualche problema?" Chiesi lasciando ben trasparire la mia preoccupazione.
"No... no signora. Lei aspetta due gemelli!" pronunciò con voce elettrizzata.
Mi accorsi di star tremando e di aver gli occhi lucidi e notai la stessa reazione guardando il ragazzo dagli occhi blu.
***
Verso tardo pomeriggio Arianna, Luca e Matilde tornarono a casa e rimanemmo soli.
Ryan era partito per tornare dalla sua Alexandra e da quanto avevo capito sarebbero tornati tra due mesi, a gennaio per il mio compleanno.
"Riki, ho fame..." dissi stendendomi sul divano.
"Uhm, si adesso ti porto qualcosa da mangiare. Vuoi un toast?" mi chiese.
"No... non c'è della cioccolata, oppure quel gelato alle verdure!" esclamai.
"Sì, ora ti porto entrambi. Certo che sei strana anche da incinta... gelato alle verdure, solo tu!" rise.
Feci una smorfia e gli tirai un cuscino con tutta la forza che avevo.
"Riki!!" urlai non appena fu andato in cucina.
Tornò in sala dopo due nano secondi correndo.
"Oddio, è ora? Andiamo!" disse prendendomi una mano.
"Veramente ti volevo solo dire che prima di mangiare è meglio che mi faccia un bagno." dissi ridendo.
"Mio Dio Federica, tu vuoi farmi prendere un infarto ancor prima della nascita. Gli urli servono per le emergenze, non per cose normali." sospirò scuotendo la testa.
"Sei tu che mi hai ridotta agli arresti domiciliari, sul letto o sul divano. Fosse per me andrei anche a pulire quel macello che c'è in cucina e mi preparerei da sola la vasca." gli ricordai.
"Perché tu sei una pasticciona e ti conosco, non hai il senso del limite... dai vieni ti accompagno su e nel mentre che l'acqua scende e tu stai ferma e buona seduta sul water, io vado a prenderti dei vestiti nuovi." disse sostenendomi un braccio.
Scimmiottai la sua voce e ricevetti una sua occhiataccia, mi fece sedere e poi aprii l'acqua gettandoci dentro del docciaschiuma alla fragola, mi posò un bacio sulla fronte e mi lasciò da sola.
Passai alcuni minuti seduta e chiusi per un attimo gli occhi, quando gli riaprii mi accorsi che la vasca stava per straripare.
"Cacchio!" urlai andando a chiudere il pomello dell'acqua.
"Cos'è successo?!" esclamò Riki arrivando davanti al bagno.
"Uh, ti si sono rotte le acque!" esclamò subito dopo notando l'acqua per terra.
"No, è che stava per straripare la vasca..." dissi.
"E non dirmi che questa non era un'emergenza!" aggiunsi.
Mi aiutò a svestirmi e rimase con me fino a che non ebbi finito, con calma mi rivestii.
Mi fece stendere sul letto e mi portò il gelato e la cioccolata da mangiare.
"Grazie amore." dissi baciandolo.
Sorrise e si stese accanto a me, accarezzandomi il ventre.
"Ehi piccolini, vi spiacerebbe venire in fretta, ma con calma, a questo mondo? Almeno vostra madre non mi fa più preoccupare." disse.
"In fretta, ma con calma?" risi.
"Ecco appunto, mi fa disperare." scosse la testa sorridendo.
Giocherellai con il suo ciuffo e lui continuò a stare nella stessa posizione.
Riccardo Pov.
La mattina seguente mi svegliai alle otto e decisi di portare la colazione a letto a Federica, che ultimamente mangiava il triplo... non che di solito si facesse indietro in fatto di cibo.
Le preparai un toast, dei cereali e un tè e glielo portai in camera, la svegliai dolcemente.
"Amore." dissi lasciandole dei baci sul viso e sul collo.
Mugugnò qualcosa e si stiracchiò, sorrise vedendo la colazione e subito senza neanche darmi il buongiorno addentò il toast.
"Oh santa madre!" fece una smorfia.
"Buono vero? Lo so." dissi soddisfatto.
"Cavolo..." sussurrò.
"So di aver preparato del buon cibo." affermai.
"No Riki." mormorò.
"No? Non ti piace?" chiesi.
"No." disse gemendo.
"Tutto bene?" chiesi preoccupandomi.
"Riki, credo che mi si siano... rotte le acque!" disse gemendo più forte e stringendomi il polso.
"Oh mamma, respira." le dissi e cercai il cellulare in tasca.
"Sisi, respiro. Tu chiama l'ambulanza!" disse cominciando a respirare profondamente.
Annuii.
"Dov'è? Dove l'ho messo?" borbottai cercando per la stanza il telefono, per poi trovarlo sotto il cuscino.
Schiacciai i numeri e chiamai.
"Pronto, vigili del fuoco, dov'è l'emergenza?" mi chiesero.
"Oh merda. No mi scusi è che mia moglie sta per partorire e credo di aver sbagliato numero... nell'ansia!" biascicai.
"Non si preoccupi, stia tranquillo che la metto io in contatto con l'ambulanza!" disse e potei sentire nel suo tono di voce un po' di divertimento.
Quando un paramedico mi rispose, gli diedi subito l'indirizzo e poi feci aggrappare Federica al mio braccio e scendemmo piano le scale.
Aprii subito il cancello quando arrivarono i paramedici e la caricarono su una barella.
"Sale con noi?" mi chiese uno.
"Certo!" dissi e aspettai che mettessero lei dentro per poi salire e sedermi al suo capezzale.
"Andrà tutto bene." ripetei tra me e me, stringendole la mano.
La guardai, stava soffrendo, ma sul suo volto si poteva benissimo scorgere la felicità.
TO BE CONTINUE
Spero vi sia piaciuto questo capitolo, i piccoli Rederica stanno per nascere😏
Insomma, dato che qua nessuno dei due ci regala gioie ci penso io😂 (speriamo si sbrighino!!)
Comunque mancano un solo capitolo e a dir la verità mi spiace anche a me un sacco.
Cosa farò dopo? In realtà ho in mente un sacco di cose, la prima idea era fare una storia sulla sorella di Riccardo... non so perché, ma mi è venuta subito in mente lei.
Ad ogni modo si vedrà più avanti.
Stay tuned
Vittoria💙
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I was here || Rederica
FanfictionUn dolore li ha allontanati e un dolore li riporterà vicini. Dopo cinque anni Federica e Riccardo si trovano da due parti del mondo diverse, la loro carriera è andata avanti, il loro cuore è rimasto al punto di partenza. Se c'è una cosa che entrambi...