10. Scusa

3.1K 132 14
                                    

L'amore va veloce e tu stai indietro.
Riccardo Pov.
Era stato solo un bacio, ma era stato il nostro modo per ricominciare. Non dovevo fare passi falsi, ma essere corretto e aspettare.
Sembrava assurdo, come agli inizi sembrava che io me ne fregassi e fosse lei a venirmi dietro, invece era sempre stato il contrario.
Lei è schiva e riesce a farsi amare solo come e quando vuole, ma so che sono l'unico a cui ha concesso questo privilegio: entrar a far parte del suo mondo.
Il suo mistero è quello di cui non mi stancherò mai.
Amavo dormire accanto a lei, sentirla addosso, anche se c'era la paura di non trovarla a letto.
"Buongiorno." sussurrò sorridendo, uno di quei suoi bei sorrisi.
"Buongiorno." dissi baciandole la fronte.
Si stiracchiò e si alzò dal letto, tolse il pigiama e indossò un paio di pantaloni neri larghi e una maglia bordeaux.
"Ti alzi?" mi chiese.
"Tra poco." risposi.
Annuì e uscì dalla camera.
Sospirai, mi alzai e guardando il cellulare mi accorsi delle chiamate perse e dei messaggi da Riccardo Scirè.
Lo richiamai.
"Pronto? Riccardo, alla buon ora!" esclamò.
"Ciao Riccardo, come va?" chiesi.
"Se ti presentassi qualche volta o mi consegnassi per lo meno i pezzi..." borbottò.
"Scusa Riccardo, è che sono stato molto impegnato in questo ultimo periodo." dissi.
"Lo so, le notizie girano... ma l'ultima volta che ci siamo visti non avevi scritto neanche mezza riga!" mi rimproverò.
"Sisi, ma adesso sono apposto. Ho già quattro pezzi pronti." mentii.
"Davvero?" chiese con fare sospetto.
"Certo!" esclamai.
"Bene, allora non è un problema se tra una settimana vengo a casa tua a darci un occhio." disse.
"Ma va, figurati.... tutto perfetto, vieni quando vuoi." dissi mordendomi il labbro.
"Va bene, lunedì prossimo sarò da te... a presto." è così dicendo chiuse la chiamata.
Merda, merda, merda! Avevo esattamente cinque giorni per mettere giù almeno lo scheletro di quattro fottuti brani.
Aprii il cassetto e fissai il foglio bianco con due parole solo scritte, il titolo.
Mi alzai ed inciampai anche nel lenzuolo, imprecai.
Quando scesi in cucina, dopo aver fatto una corsa in bagno, trovai Federica ai fornelli.
"Oggi ti va di accompagnarmi da mia sorella?"chiese.
"Uhm... veramente non posso." biascicai.
"Va bene, allora ci andrò da sola." disse.
"Devo finire di scrivere le canzoni per il prossimo album." spiegai.
"Ma certo, non preoccuparti." risposi.
Non sapevo se dirle della mia piccola bugia oppure tacere e far finta di nulla, alla fine la mia indole mi spinse a non dir nulla.
Dato che Arianna e Luca stavano organizzando il matrimonio qui a Roma, avevano affittato un appartamento qua vicino, per cui sarebbe stato facile per Federica arrivarci.
Non l'avrei lasciata da sola tra le grinfie di mio fratello se non per la mia disavventura.
Finita la colazione, mi rinchiusi nel mio studio e cominciai a scervellarmi.
Federica Pov.
Riccardo mi stava nascondendo qualcosa, volevo scoprire cosa, ma in fondo non ne avevo il diritto, non più.
Con la macchina di Riki, che stranamente mi aveva ceduto per qualche ora, andai fino all'appartamento di mia sorella, che non era tanto lontano da casa.
"Ehi, ciao sorellina!" esclamò vedendomi.
"Ari, ti ricordo che hai solo qualche mese in più di me..." scossi la testa sorridendo.
"Però sono sempre la più grande, accomodati." disse facendomi entrare.
Era carino, spoglio, ma carino e pulito e in ordine.
"Bello, come vanno i preparativi?" chiesi togliendomi la giacca e sedendomi sul divano.
"Alla grande, devo scegliere ancora il vestito e poi va beh, rifinire alcune cose col catering. La location della festicciola dopo, l'abbiamo scelta: una spiaggia davvero carina, un giorno ti ci porto. Le fedi le andremo a scegliere nel week end e Fede.... vuoi farmi da testimone?" mi chiese.
"Certo! Speravo me lo chiedessi!" sorrisi abbracciandola, mi era mancato il rapporto con mia sorella.
"Luca è così perfetto, se non fosse stato per te non l'avrei mai incontrato..." rifletté.
"Io credo di sì, certe cose sono già in programma." dissi.
"Lo so che tu credi al destino o a qualsiasi altra cosa abbia a che fare con un mondo astratto e concettuale, ma io sono più con i piedi per terra e ti devo tutto. Non solo per Luca, anche perché sei rimasta te stessa e non sei cambiata mai." si commosse.
"Che fai? Piangi?" chiesi quasi ridendo.
"Mi sei mancata così tanto..." sussurrò.
"Oh Ari, anche tu!" esclamai riabbracciandola.
Dopo aver parlato un po' del suo imminente matrimonio, tutto sudato, entrò Luca.
"Amore, ciao." disse mia sorella dandogli un bacio a fior di labbra.
"Ciao e ciao anche a te, Federica." disse, per poi andare a fare un doccia.
"Non farci caso, gli passerà." mi disse Arianna.
"Invece ha ragione, avrei dovuto darvi qualche notizia." mi morsi il labbro.
"Si, ma l'importante è che tu sia tornata." sorrise.
Pranzammo insieme e verso le tre decisi che era l'ora di tornare a casa.
"Vi va di venire lunedì sera a cena?" proposi.
"Certo! Lunedì sera arriveranno anche i genitori dei due fratelli a Roma!" disse Arianna.
"Uh, perfetto. Allora facciamo una bella cena di famiglia." dissi.
"Famiglia..." borbottò Luca.
Arianna lo fulminò con lo sguardo e mi abbracciò, bisbigliò qualcosa al suo futuro marito e mi lasciò sola con lui.
Ci guardammo per qualche minuto negli occhi senza dire nulla.
"Sei una stronza." affermò.
"Però ti voglio bene, vi voglio bene." dissi.
"Ti voglio bene anche io." borbottò.
"Luca, davvero non volevo. Mi dispiace." mormorai.
"Lo so che ti dispiace, ma fammi essere il fratello cattivo e il fidanzato stronzo." abbozzò un sorriso.
"La smetterai di fare così o no?" chiesi.
"Promettimi che non te ne andrai più, Fede ti prego, sei importante per tutti." disse.
"Non posso prometterlo, ma cercherò di seguire la giusta via." risposi.
Lui annuì.
"Nanci viene lunedì che tu sappia?" chiesi.
"Non penso, solo se mi madre la butterà fuori casa a calci in culo. Il suo ex l'ha lasciata per un'altra ed è un po' giù di tono." disse.
"Un motivo in più per farla venire, non la vedo da un sacco." constatai.
Annuì, ci salutammo con un abbraccio e forse questo era il primo passo per tornare amici come prima.
***
"Che cazzo fai?" mormorò una voce nell'ombra.
"Quello che tu non hai fatto!" esclamò dall'altra parte della stanza.
"Farò meglio, dammi un'altra possibilità." rispose quello.
"E sia! Ti conviene fare bene però." la voce rimbombò forte e sicura.
"Va bene." e così a testa bassa se ne andò.
TO BE CONTINUE
Scusatemi se è corto, ma spero vi sia piaciuto ugualmente.
Tra il concerto di Tiziano e altre cose sono stata impegnata, ad ogni modo i nostri Rederica nella vita reale mi stanno facendo girare la testa, idem Giulia con la sua lettera/ non lettera.
Beh, buon week end a tutti😘
Vittoria

I was here || RedericaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora