2. Harry

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Harry si fermò all'ennesimo semaforo e sbuffò.

Il traffico di Londra era sempre infernale, ad ogni ora del giorno e della notte.

Si passò una mano fra i capelli ricci e si stropicciò gli occhi stanchi per il lungo volo.

Ancora non si capacitava del successo che aveva avuto con " I sette sigilli "....

Quel libro sembrava l'ennesima delusione della sua mediocre carriera letteraria, eppure era successo, era diventato lo scrittore dell'anno, cercato ed osannato da tutti.

Non si aspettava un successo del genere, anzi, per dirla tutta, quando aveva riletto la sua opera, dopo che era stata pubblicata, non gli sembrava neppure scritta da lui, tanto la trama era avvincente ed entusiasmante.

Eppure l'aveva scritto lui, parola per parola, nel suo studio, bevendo litri e litri di tè al gelsomino, quello che amava e che suo marito Louis gli preparava alla perfezione.

Al pensiero di Louis, gli venne una stretta al cuore...

Era diventato difficile gestire il matrimonio con lui, ormai, perché Harry aveva bisogno di un uomo al proprio fianco, non di una cameriera personale o, peggio ancora, di un fedele che venera il suo dio.

Louis lo amava troppo, in modo sbagliato ed Harry non era stato in grado di porvici rimedio.

All'inizio della loro relazione gli faceva piacere avere accanto un ragazzo che lo adorasse nel vero senso della parola, ma, anno dopo anno, la situazione si era fatta pesante e quasi insostenibile.

Poi aveva conosciuto Scott ed era stato come trovare un'ancora di salvezza, una boccata di ossigeno...

Scott era il segretario del suo editore ed era tutto ciò che Louis non era.

Era brillante, solare, sempre allegro e gli teneva testa in ogni discussione, facendogli provare la sensazione di avere accanto a sè un vero uomo, un compagno ideale.

Una sera, mesi prima, mentre era a casa con Louis, non riuscendo più a tollerare il viso adorante di suo marito, era sbottato e gli aveva detto di avere un amante.

E a quel punto Harry si era sentito morire, perché Louis aveva risposto:

" Va bene, basta che tu sia felice. Però, ti prego, non lasciarmi andare..."

Harry, allora, si era rinchiuso nel suo studio e si era preso la testa fra le mani per la disperazione.

Il giorno dopo aveva portato il marito dall'ennesimo psicologo, ma anche quel tentativo si era rivelato infruttuoso, Louis era rimasto uguale e nulla era cambiato nel suo carattere.

Per favore, non lasciarmi andare...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora