(18) Zamorano

188 19 6
                                    

Finito di archiviare gli ultimi documenti, Esther prende le sue cose e va nel parcheggio sul retro per chiamare suo fratello come ogni mercoledì sera.
Finita la chiamata, accende una sigaretta dopo l'altra per tentare di alleviare il senso di inadeguatezza e solitudine che sente ogni volta che chiude le chiamate con Diego. Stasera però è una serata speciale: anche i suoi l'hanno chiamata.
Quando vede Antonio avvicinarsi gli chiede sgarbatamente che cosa ci faccia lì, vuole stare da sola, com'è sempre stata abituata.
Candreva comunque ignora la domanda, si siede di fianco a lei sulla panchina e le domanda, stingendole la mano: "Ne vuoi parlare?"
"Perché con te?"
"Perché Linda non c'è e nonostante tutto di me ti fidi. Ogni mercoledì chiami tuo fratello e poi ti spari tre canne, stasera sei già alla quarta. Chi altro ti ha chiamato?"
"I miei, mi hanno chiamato per chiedermi in che modi non consoni ho guadagnato la promozione e per raccontarmi di quanto bravo sia mio fratello. Non me ne dovrei stupire ormai, ma ogni volta che mi chiamano spero sempre che mi chiedano come sto, se sono felice..." Mentre Esther parla, Anto con molta calma le toglie la sigaretta e la butta via, stringendo la sua mano con quella della ragazza.
"Allora te lo chiedo io: come stai Esth?" domanda il calciatore dandole un bacio sulla fronte
"Adesso bene, grazie. Tu?"
"Bene, avrei un tavolo prenotato per quattro in un ristorante piemontese, ma mi manca una persona, vieni tu?"
"Grazie Anto..."
"Mi devi però promettere che quando ti chiama tuo fratello o i tuoi genitori, vieni da me, o da Rob o da Linda, non ti allontani per fumare o per stare sola"
La ragazza fa segno di sì con la testa, non trovando il coraggio di guardare Antonio negli occhi
"Non sarai mai sola, te lo prometto" dice Candreva sollevando il mento della ragazza incatenando i loro sguardi per poi unire le loro labbra.
"Adesso andiamo a mangiare, tanto paga Danilo" dice Antonio ridendo, contagiando anche la ragazza.

"Anto dov'è il mio reggiseno" chiede Esther guardando in giro per la stanza
"Cazzo ne so io? Cercalo" dice Antonio girandosi sull'altro fianco

"L'hai lanciato tu stanotte eh!" replica la ragazza raccogliendo tutti i vestiti tranne il reggiseno.
"Ma che te ne frega? Mettine un altro, lo troveremo dopo"
"Anto tra mezz'ora arrivano i tuoi, e dovrebbero dormire qui, non voglio che tua madre trovi il mio reggiseno!"
"Porca puttana! Mia madre!" esclama Anto aprendo di colpo gli occhi e saltando giù dal letto velocemente, per quanto gli permette la sbronza della sera precedente.
"Che poi... perché abbiamo scopato qui?"
"Perché non riuscivo a fare le scale" risponde Anto mettendosi le mutande.
"Va bene. Senti mentre io cambio le lenzuola al letto tu cerca il mio cazzo di reggiseno" dice la ragazza infilandosi la maglietta e lanciando la camicia a Anto.
"Perfetto, non mi ricordavo dei miei cazzo"
"Che caso, dai che mi devo pure rendere presentabile"
"Ma se sei perfetta così" le sussurra Anto prendendola per i fianchi e baciandole il collo
"Anto dai, non è il momento"
"Esth, è sempre il momento" risponde Candreva cercando di togliere la maglia alla ragazza, ma viene interrotto dal trillo del citofono
"Ma li mortacci, proprio oggi sono in anticipo? Stanno sempre in ritardo!"
"Anto io vado a mettermi i jeans, dammi il reggiseno, so che è nel cassetto del comodino"

"Uff, io vado a mettere la tuta. Che si fa con la colazione?"
"Andiamo in Duomo, non ho preparato nulla"
Lo squillo del campanello li fa correre in atrio per aprire la porta "Anto hai la maglia al contrario"

Candreva velocemente gira la maglia e poi apre la porta.
"Ciao ma', Ciao pa'"
"Ciao bambino mio, come stai?"
"Bene grazie, voi?" risponde Antonio arrossendo "Lei è Esther" aggiunge prendendola pe un fianco, la ragazza si presenta ai genitori di Anto, accompagnando poi la signora Maria a fare un giro per la casa.
"Caffè pa'?"
"Bravo Anto, ne ho bisogno. I viaggi in aereo con tua madre sono tremendi" dice Marcello, seguendo il figlio in cucina "Come stai? Tua mamma era preoccupata"
"Non è male Milano, anche in squadra mi trovo molto bene"
"Poi con sta ragazza eh" aggiunge Marcello dando una gomitata nel fianco del calciatore
"Daje pa', comunque è anche lei di Roma"
"Ma è romana vera o meticcia come te?"
"Ancora co' sta storia?"
"Tu non sai che sofferenza il figlio laziale, è stato un colpo al cuore"
"Tifa Roma, non ti preoccupare" dice Antonio alzando gli occhi al cielo
"Sia lodato il cielo. Uh, vi abbiamo interrotto?"
"Cosa...? Cazzo, ehm torno subito" esclama Antonio correndo verso il bagno e coprendo con le mani l'erezione che si vede dai pantaloni della tuta, mentre il padre ride.

Una volta sistemati, Anto e Esther portano i genitori del calciatore in Piazza Duomo per fare colazione e girare per i negozi.
Marcello si intrattiene con la ragazza parlando di calcio, mentre Anto, braccato da sua madre, è obbligato a rispondere alle sue domande.
Il calciatore comincia a sudare freddo quando l'argomento di conversazione si sposta su Esther, preferiva le domande su cosa mangiava a Milano.
"Sei innamorato? Non sarà un'altra Valentina vero?"
"No, non lo sarà; è l'esatto opposto di di Vale"
"Mi piace molto Anto, è bella, e non è uno stuzzicadenti. Mangia vero?"
"Sì, quasi come me. In più cucina da Dio"
"Sono molto felice per te Anto. Ti devo dire però che non mi sembra il tuo tipo di ragazza, non fraintendermi, mi piace moltissimo, ma non avrei mai immaginato che tu avresti potuto innamorarti di una ragazza così"

"Così come ma'?"
"Giovane, elegante, sportiva, decisa, solare, forte e matura, molto matura"
"Magari sono maturato anche io"
"Un po' si, lo vedo. Ma rimani comunque il mio bambino" dice Maria dando unacarezza al figlio "Ma sta barba non mi piace, ti invecchia"
Anto arrossisce di nuovo e ringrazia il cielo quando vede suo padre ed Esthervenirgli incontro con i biglietti per salire sulle guglie del Duomo.
"Anto io e tua madre saliamo in ascensore, voi due pischelli andate a piedi"dice Marcello porgendo ad ognuno il suo biglietto.

Mentre sono in coda, Anto continua a dare baci a stampo a Esther, mentre latiene abbracciata a sé.
"Come sto andando?"
"Benissimo, sei perfetta"
"Quelli lassù sono Linda e Dan?" chiede Esther indicando il primo piano delleguglie, dove ci sono anche i genitori di Antonio
"Si. Che pigri, anche loro in ascensore" esclama Anto alzando gli occhi alcielo.    



Guarda meglio sono qua
con tutto quello che vuol dire
sono pronto per metà
e per metà starò a sentire
e poi non cambio mai

Rotten; Antonio CandrevaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora