(1) Toldo

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"Sono Esther Montella, devo cominciare oggi a lavorare" esordisce Esther porgendo ad uno degli addetti che gestisce l'accesso alla Pinetina, il pass che era allegato con la mai ricevuta dall'Inter.

"Se se certo, andiamo ragazzina torna a casa" le risponde l'uomo in divisa ritenendo la ragazza avanti a lui troppo giovane per lavorare nella società neroazzurra.
Esther, non conosciuta per la sua pazienza stava già per inveire contro la guardia quando arriva capitan Zanetti a risolvere e sistemare la situazione "falla passare Paolo, ha ragione lei" dice l'argentino facendo segno al ragazzo della sicurezza, il quale chiede velocemente scusa a entrambi e lascia passare la ragazza.

"Scusalo, è nuovo.. comunque è un piacere rivederti Esther" dice l'argentino porgendo la mano alla ragazza, la quale sorridendo gli stringe la mano "Anche per me signor Zanetti" "Chiamami Pupi, come fanno tutti.. lasciati dire nuovamente che hai degli occhi meravigliosi" dice l'ex calciatore accompagnando Esther verso gli uffici della sede e osservandole gli occhi, la ragazza abbassa lo sguardo e risponde mormorando un ringraziamento.

Nonostante quello fatto da Zanetti sia un complimento, il suo umore cambia completamente, la sua eterocromia è sempre stato motivo di disagio per lei, motivo di prese in giro, motivo di pregiudizi.. 

"è la verità" risponde semplicemente Javier facendole un occhiolino per poi aprire la porta dell'ufficio del direttore dell'aera stampa neroazzurra.

[...]


"Eccola qui la ragazza sperduta alla ricerca di un bagno!" Esclama Mauro non appena vede entrare dalla porta di vetro della sala relax Zanetti accompagnato da Esther, la ragazza sorride al pensiero della sua figuraccia di qualche settimana prima davanti al capitano dell'Inter, ma ritorna subito composta e seria mentre Javier prende parola e spiega ai ragazzi che cosa lei dovrebbe fare lì. "... comunque, visto che conosci già Icardi sei a buon punto, vi lascio fare conoscenza, ci vediamo dopo" dice Zanetti, uscendo dalla sala relax.
"Ehi Esth siediti, stavamo osservando le lezioni di ping-pong che Tony sta impartendo a Banega" dice il capitano facendo spazio di fianco a lui sul divano blu vicino al tavolo da ping-pong
"non siamo tutti ma accontentati... allora l'immacolato di fianco a me è Joao Miranda, suo fratellastro Joao Mario, quello che si sta ubriacando di succo d'arancia è Davide, il mafioso qui davanti è Ever e il maestro/avversario è Antonio, al calcetto in porta per i neri c'è Ivan, in attacco nero Samir, in attacco blu Danilo ed infine nella porta blu Jeison" dice Idardi presentando uno ad uno i giocatori nella sala relax, ogni volta che uno dei ragazzi veniva menzionato salutava la ragazza con un cenno di mano o un occhiolino, a cui lei rispondeva con un sorriso; l'unico che non l'ha degnata di un saluto o di uno sguardo è Candreva.

"Zanetti non ci ha detto che squadra tifi però.. brutto segno" dice Santon porgendole un bicchiere di succo d'arancia per poi sedersi sul bracciolo del divano.
"Grazie, sono romanista" risponde Esther sorridendo e bevendo un sorso della bevanda
"...che merda" dice a bassa voce Antonio rimanendo concentrato sulla partita contro Ever; a Eshter l'ex-laziale comincia a darle sui nervi, e molto "detto da un laziale lo prendo per un complimento" risponde secca
"Brucia non vincere niente da nove anni eh..." ribatte il numero 87 lanciando un'occhiata veloce alla ragazza
"Brucia essere la terza squadra della capitale eh" ribatte secca la romanista, Antonio non risponde limitandosi a sbuffare e a eseguire il servizio; tra le risate dei compagni neroazzurri
"Sembra stronzo ma non lo è in realtà, vuoi giocare?" le sussurra Davide nell'orecchio sorridendole ed indicandole con un cenno del capo il secondo tavolo da ping-pong, insieme si alzano, prendono una racchetta e cominciano a palleggiare.
Dopo un po' entra in sala uno dello staff medico che convoca Ever, Davide e Jeison, i primi due abbandonano le racchette sui tavoli e seguono fuori il colombiano.
"Aoh, effate er derby der Cuppolone" dice Joao ai due romani cercando di esprimersi in romanesco.
"Per me va bene se dopo la bambina non piange per la sconfitta" risponde l'italiano palleggiando da solo
"Per me va bene, se dopo Candy non si chiude in un armadietto per la vergogna" risponde Esther prendendo la sua racchetta e posizionandosi nell'altro campo.
"Per la palla" esclama allora il calciatore lanciando la pallina.

[...]

"Salvato in corner" afferma ghignando Esther non appena un membro dello staff li avvisa che dovevano andare a cambiarsi poichè a momenti sarebbero cominciati gli allenamenti
"Ti stavo lasciando vincere" risponde scuotendo le spalle Antonio dirigendosi verso la porta degli spogliatoi per ultimo "è questo che si fa con i bambini" conclude sorridendo strafottente prima di chiudersi la porta dietro le spalle.

Esther buffando raccoglie le sue cose e si dirige verso il campo di allenamento; neanche due ore che conosce Candreva e vorrebbe già ammazzarlo, per fortuna che i suoi compagni di squadra non sono come lui.

[...]

Quando i ragazzi finiscono l'allenamento Esther posta sui vari social le foto della giornata e poi si dirige verso il suo ufficio per compilare le ultime scartoffie per la cena di beneficenza della fondazione Pupi di giovedì sera; mentre stava sistemando gli ultimi fogli in una cartelletta comincia a squillare il cellulare, lo tira fuori dalla tasca e risponde.

"Ciao Gaia" dice Esther sedendosi sulla sedia girevole 
"Ehi allora com'è andata?" le chiede la sua migliore amica al cellulare "Bah penso bene, addetta ai social e pubblicità"
"Un muro darebbe risposte più soddisfacenti ed articolate, va beh ne parliamo dopo ho capito, ti vengo a prendere io" detto questo Gaia mette giù la chiamata proprio mentre il numero 87 neroazzurro entra nel suo ufficio senza bussare e si siede sulla poltrona davanti alla scrivania.

Rotten; Antonio CandrevaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora