Il ritorno dell'esercito di cioccolata

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Jason rivide Reyna qualche giorno dopo. Lei tornò allo Starbucks insieme ad Octavian e ad un sacco di libroni che trattavano l'argomento "Ottaviano Augusto".

E la morsa di gelosia venne da sola. Jason si maledisse da solo: che gli veniva in mente? Non la conosceva neppure...

Dakota, al suo fianco, fischiò divertito, guadagnandosi lo sguardo di fuoco di Reyna, seduta ad un tavolo con il suo compagno di ricerche.

«Smettila di infastidirla» fece il biondo al suo amico, che replicò con uno sguardo divertito.

«Infastidirla? Io? Jas, è a te che piace»

Il ragazzo sentì le guance andargli a fuoco. «Lei non mi piace, okay? E questa è l'ultima volta che te lo dico. La conosco da pochissimo, Kota»

«Lo so, ma perché non dovrebbe piacerti se...»

Jason gli diede una gomitata sulle costole (alla quale il suo amico gemette in silenzio), quando vide Reyna dirigersi verso il bancone. Erano le due del pomeriggio ed il bar era praticamente deserto.

«Ci rivediamo, eh?» rise la ragazza, guardando Jason, «E tu, Dakota, dovresti smetterla di fare battute»

«Io non ho fatto nessuna...»

«Zitto e fammi parlare», lo interruppe lei. «Jason, il solito»

Il ragazzo annuì e lanciò un'occhiata verso Octavian. «E il tuo accompagnatore? Cosa desidera?»

Reyna sbuffò, seguendo con il proprio lo sguardo di Jason. «Solo un paio di pugni in faccia, a quanto pare. Almeno si è deciso a svolgere parte del lavoro anche lui»

«Ah, sì?»

«Già»

Quando la cioccolata calda della ragazza fu pronta, lui gliela passò sorridente. Sperò di non essere sembrato ridicolo.

«Grazie» mormorò lei, fra un sorso e l'altro, «Ora vado, d'accordo?» E si allontanò andandosi a sedere vicino al suo compagno di ricerche.

Dakota, accanto a Jason, si passò una mano tra i capelli scuri e mossi. «Io non capisco perché tu non voglia arrenderti all'idea, amico»

«Ma quale...?»

«Insomma, è una bella ragazza e potrebbe...»

«Dakota»

«... riempire il vuoto che ti ha lasciato...»

«Kota, smettita, per favore»

«... la ragazza che non ha voluto sposarti e di cui, poi, dovresti darmi il numero»

Jason sospirò. «Non ti darò il suo numero, amico, soprattutto ora che lei si è... messa con Leo, credo»

Il moro fece una faccia sconvolta, come a voler dire Perché diavolo non mi informi di tutto ciò che succede nella tua vita e nella vita di quelli che frequenti?, e mormorò: «Credevo volesse solo una pausa»

«Lo credevo anch'io,» sussurrò il ragazzo, fissando l'amico negli occhi chiari, «ma li ho visti l'altro giorno in giro per San Francisco, e si tenevano per mano»

«E allora?! Magari sono solo ancora amici o...»

Jason scosse la testa. «No, fidati. Li ho visti. Ho visto come si guardavano e tutto il resto»

Prima che anche lui stesso potesse capire cosa significasse l'espressione tutto il resto, Dakota gli domandò se lui fosse ancora innamorato di Piper.

Certo che ne era ancora innamorato, pensò. Non avrebbe mai potuto dimenticarla: era stata una delle persone più importanti della sua vita e lo sarebbe stata sempre. Secondo Jason, anche se una relazione era finita, non bisognava per forza pensare che la relazione stessa fosse stata una perdita di tempo. Perché Jason aveva vissuto intensamente quel periodo della sua vita. Aveva amato come più aveva potuto, ed era stato bene. E forse era quello ciò che contava di più.

Starbucks - JeynaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora