A Natale puoi...

115 8 28
                                    

Reyna diede un'ultima occhiata al suo riflesso nello specchio. Il tubino color magenta le fasciava delicatamente la vita ed i fianchi, facendola sembrare più sexy di quello che era in realtà.

«D'accordo,» disse la ragazza a se stessa, infilando il soprabito nero che le arrivava fino a metà coscia, «sono pronta»

Sperava di non sembrare troppo appariscente: a quella cena sarebbero andati Jason, Dakota, Percy, Annabeth, un paio di loro amici che lei non conosceva e Gwen, che, come lei, era rimasta sola nel giorno più santo dell'anno.

Reyna ricordava le vecchie cene con i parenti a casa del padre, lei ed Hylla agghindate con collane e bracciali ed immerse nelle loro gonne di tulles. Ricordava l'imbarazzo e la rabbia che provava nei confronti del padre, che si mostrava come un vero lord agli altri e terribile con le figlie. Da quando la mamma era morta, Julian Ramirez-Arellano era diventato pazzo: credeva che la sua famiglia fosse costantemente in pericolo e obbligava le proprie figlie a fare tutto quello che lui diceva. Ancora oggi, Reyna e Hylla erano sotto la costante influenza del padre, che voleva che facessero questo e quest'altro mondo per renderlo felice.

La ragazza scosse la testa, dicendosi che non era quello il momento di pensarci. Prese la borsa che giaceva sopra il letto e scese velocemente le scale del condominio, assicurandosi prima che la porta dell'appartamento fosse ben chiusa. Non si poteva mai sapere, nelle città grandi e super conosciute come San Francisco.

Come aveva già immaginato, Gwen era ad aspettarla in macchina sotto casa sua.

«Sei in ritardo, mia cara» rise la bionda non appena la vide.

«Buon Natale anche a te, Gwen. Come stai?» rispose Reyna abbracciando la sua amica.

«Niente male, direi» Gwen si strinse nelle spalle. «Sto per andare ad una cena con gente che non conosco e non ho trovato il rossetto adatto all'occasione»

Reyna si esibì in una smorfia troppo esagerata per essere vera. «Oh, no! Come farai ora?!»

«Ah, ah, divertente, Rey» La bionda le sorrise sornione e, non appena Reyna si fu allacciata la cintura si sicurezza, mise in moto l'auto.

Il tragitto fino a casa di Jason non fu molto lungo: da lì, se non c'era traffico, in macchina si impiegavano nemmeno quindici minuti.

Le ragazze scesero dalla macchina e corsero alla porta dell'appartamento, con lo stranissimo freddo glaciale di quella sera alle calcagna. Bussarono mentre entrambe saltellavano su una gamba - destra, sinistra, destra, sinistra - cercando di tenersi caldo.

Fu Jason ad aprire. «Ehi,» esclamò con un sorriso, non appena le vide, «Reyna sei b... cioè, ehm, ragazze, siete entrambe bellissime»

Reyna sentiva lo sguardo divertito ed il solito sorrisetto di Gwen sulla pelle. Sospirò, dicendosi che tanto non poteva farci niente e che quell'amicizia con il ragazzo stava iniziando a rovinarle la vita.

«Anche tu, a dire il vero» rispose, osservando l'abbigliamento semplice ma molto elegante del biondo. Giacca e cravatta nere, camicia di un bianco candido e scarpe eleganti. Era davvero molto bello. Be', come se Jason Grace non lo fosse mai stato. Reyna sentì il viso scottare e, ripetendosi più volte che era colpa del freddo, si obbligò ad entrare.

Ad aspettare c'erano già tutti: Percy e Annabeth stavano ridacchiando fra loro e Dakota chiacchierava con una ragazza dalla corporatura esile e la pelle scura e un giovane uomo alto e robusto che sembrava nato per fare da buttafuori in discoteca.

«Reyna, Gwen, questi sono Hazel e Frank, due nostri grandi amici» Jason sorrise alle due amiche indicando loro la giovane coppia. Si notava da subito che fra i due c'era qualcosa: il modo in cui si guardavano, si parlavano, come lei arrossiva non appena lui le rivolgeva la parola... Se li avesse incontrati per strada, Reyna avrebbe pensato immediatamente a dei novelli sposi. Improvvisamente, si chiese se gli altri vedessero le stesse cose in lei e Jason, e se fosse per quello che tutti li scambiavano per una coppia. Eppure non lo erano affatto. Giusto?

***

La cena di Natale non fu niente male. Jason, Annabeth ed Hazel avevano cucinato insieme per tutto il pomeriggio - o, almeno, Hazel ed Annabeth avevano cucinato, cercando di spingere il ragazzo via dai fornelli -, ed i risultati erano evidentemente positivi. Il tacchino arrosto era squisito e le verdure cotte al punto giusto. Tutto delizioso.

Dakota aveva infastidito Gwen per tutta la serata, rivolgendole la parola anche quando lei stava parlando con Reyna e facendole un occhiolino ogni due secondi. Alla fine, lui si era offerto di riportarla a casa e lei, esausta, dopo aver chiesto alla sua amica se per lei andava bene tornare da sola (Gwen le avrebbe ovviamente prestato la macchina), aveva acconsentito.

«Comportati bene con lei,» aveva detto Reyna al ragazzo, guardandolo dritto negli occhi, «è la mia migliore amica»

Dakota aveva annuito, passandosi una mano fra i capelli. «Lo farò» aveva risposto, e poi se ne era andato con la bionda.

Lo stesso avevano fatto gli altri poco tempo dopo, scambiandosi per l'ultima volta in quell'anno gli auguri di buon Natale.

«E rimasero in due» rise Jason, chiudendo la porta di casa sua dopo aver dato la buonanotte a Percy.

Reyna sorrise. «Già. Uhm, avrei una cosa per te, Jas. Non volevo dartela prima perché avevo pensato potesse essere scortese nei confronti degli altri, ma...» E tirò fuori dalla borsa nera un pacchetto colorato e pieno di nastrini e decorazioni. Reyna aveva impiegato ore a farlo, e sperava che l'amico avrebbe apprezzato lo sforzo. «... ecco a te il tuo regalo di Natale»

Il ragazzo prese lentamente il pacchetto, come se sospettare che potesse essere una bomba. Sorrise con gratitudine alla ragazza senza dire nulla e poi iniziò a scartare.

Reyna aspettò con lo stomaco in subbuglio. Sperava sul serio che Jason gradisse quello che lei aveva cercato in lungo e in largo, vagando per mezza San Francisco.

«Cosa-» Il ragazzo rimase immobile, la copia originale del primo numero di Captain America fra le mani. Aveva gli occhi sgranati e la bocca socchiusa, come se si fosse bloccato proprio nel mezzo di una frase. «Reyna,» mormorò, «è davvero...?»

La ragazza annuì. «Ricordavo di averlo visto tempo fa ad una bancarella, ma me ne sono ricordata solo una settimana fa. Non hai idea di quanto lo abbia cercato» spiegò ridacchiando.

«Reyna, è il regalo più bello che qualcuno mi abbia mai fatto! Davvero, Captain America è la mia infanzia. Grazie!» esclamò, correndo da lei e abbracciandola. «Io purtroppo non ho un regalo così bello da farti, sai» disse poi, rompendo l'abbraccio.

Tirò fuori dalla tasca dei pantaloni una collana d'argento dalla quale pendeva un ciondolo. Sembravano due fili di diamantini intrecciati fra di loro a formare un cuore.

«Non ho un regalo così bello da farti» Reyna ripeté le parole dell'amico, imitando il suo tono e la sua voce. «Certo, Jason, perché infatti questa collana fa davvero schifo» lo scimmiottò, facendosela allacciare al collo da lui nel frattempo.

Jason si strinse nelle spalle. «L'ho comprata perché si chiama Per sempre»

«Cioè perché ti piaceva il nome della collana?»

Il ragazzo rise. «Perché mi faceva pensare a te»

Il cuore di Reyna fece un balzo o due in più del dovuto. «E perché avrebbe dovuto farti pensare a me?»

Jason le sorrise e non rispose.

Invece, fece una cosa alla quale Reyna non era affatto preparata.

La baciò.


A/N: Okay, è strano pubblicare un capitolo ambientato a Natale proprio quando comincia a fare caldo, ma la scelta era tra questo e una OS depressa per la raccolta "About us". Come al solito, fammi sapere se il capitolo vi è piaciuto e cosa ne pensate con un commento. Also, se volete parlare/sclerare/qualsiasi cosa relativo alla Jeyna, non esitate a scriverlo in un commento o mandarmi un messaggio privato, dato che mia sorella non mi sopporta più, ormai. Пока!
Giorgia.

Starbucks - JeynaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora