Non sai che i baci sotto il vischio portano fortuna?

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Fu in quel momento, e solo in quel momento, che Reyna si rese conto di ciò che provava davvero. Tutti i sentimenti, le sensazioni vennero a galla come tappi di sughero. Tutte quelle volete in cui aveva represso arrossature, brividi e farfalle nello stomaco, tutte quelle volte che aveva dato la colpa al freddo o all'influenza... era tutto vero. A Reyna piaceva Jason. E le piaceva davvero. Sul serio.

Le gambe volevano cedere e lo stomaco scoppiare. Sentiva gli acidi lattici formarsi lungo tutto il corpo, probabilmente perché in quel momento lei non riusciva a respirare.

Si aggrappò a lui con tutte le forze che le rimanevano. Gli circondò il collo con le braccia e infilò le dita nei suoi capelli biondi, mentre lui la stringeva a sé a mano a mano che il bacio si faceva più intenso. 

Le labbra del ragazzo erano soffici e saporite e sapevano di zucchero a velo. Il fiato era caldo e faceva sentire Reyna stranamente a suo agio. Si chiese se anche Jason, in quel momento, si sentisse così. Se anche lui si fosse accorto solo in quel momento dei suoi sentimenti o se lo stesse aspettando da tempo. O se, forse, l'avesse programmato tempo prima. 

Quanto si allontanarono per riprendere fiato, fu lei la prima a parlare: «Perché?»

«Cosa?»

«Perché l'hai fatto? Insomma, perché mi hai...?»

«Oh,» Il ragazzo sorrise, guardandola con i suoi intensi occhi blu. «non sai che i baci sotto il vischio portano fortuna?» rispose, indicando il soffitto dove, in effetti, era appeso un ramoscello di vischio fresco, forse comprato dal ragazzo lo stesso giorno.

Reyna sorrise. «Devi scusarmi,» disse, «è da tanto che non bacio qualcuno»

Jason alzò un sopracciglio, prendendole il viso tra le mani e facendo poi combaciare le loro fronti. «Davvero? Non si nota affatto»

«Ne sono contenta, allora»

Reyna si chiese cosa dovessero fare ora. Cosa dovevano dirsi, come dovevano comportarsi? Era qualcosa di davvero impossibile a cui pensare, specialmente ora che il suo cervello era semi-in tilt. Insomma, nei film succedeva che i due si baciavano (fatto!) e che poi lei passasse la notte a casa di lui, dandogli - e dandosi, probabilmente - ricordi indimenticabili. Eppure, Reyna non se la sentiva di affrettare troppo le cose. Non voleva che fosse come l'ultima volta.

«Vuoi... restare un po', magari?» chiese Jason dopo qualche secondo di silenzio. «Vedere un film?»

La ragazza ridacchiò, scuotendo la testa. «Hai davvero dei film da vedere?»

Il biondo rise. «Se non ti va, potremmo semplicemente parlare. Sempre che tu voglia»

Lei annuì. «D'accordo. Ma non posso restare per molto, devo anche telefonare a Gwen per accertarmi che vada tutto bene, magari?»

«Dakota non è un ragazzo cattivo,  al contrario di quello che può sembrare»

«Non ho detto quest-»

«Insomma, è solo un idiota simpatico. Ma sa essere molto comprensivo, quando serve» si sbrigò a difenderlo l'amico. 

«Lo spero proprio. Gwen è una ragazza molto dolce e non si merita di essere ferita. Per nessuna ragione al mondo»

Reyna trovò un po' strano il fatto che stessero parlando di Gwen e Dakota quando un bellissimo argomento di cui parlare era proprio sotto il loro naso: loro due. Comunque, non volle disturbare Jason - e se stessa - con domande che sarebbero potute risultare imbarazzanti per entrambi loro. Quindi, si limitò a sedersi sul divano con nonchalance.

«Allora, quali film hai da vedere?»

Jason rise. «Quelli che vuoi, a dire il vero. Tutti quelli della Marvel,» contò sulle dita della mano sinistra. I capelli biondi gli cadevano elegantemente sugli occhi blu, donandogli un'aria puerile e giocosa, che faceva venire voglia a Reyna di baciarlo ancora. «Le Cronache di Narnia, i primi quattro film di Harry Potter e poi... mhh, credo di avere anche Titanic

«Titanic? Non sapevo stravedessi per i film romantici.» si sorprese Reyna, sollevando un sopracciglio. Lui si morse il labbro inferiore prima di rispondere, e la ragazza dovette resistere con tutte le sue forze e ripetersi per almeno venti volte "Sii forte e prendi il controllo di te stessa" per evitare di saltargli addosso e non lasciarlo più andare.

«Infatti non mi piacciono neanche. Una volta Piper l'ha portato qui e se l'è dimenticato. Tutto qua.» Lui le sorrise come per scusarsi di avere un film strappalacrime in casa, o come se avesse paura che lei avesse davvero potuto tagliargli la gola.

Reyna ridacchiò. «E va bene, allora.» fece, facendogli segno di sedersi sul divano accanto a lei. Cosa doveva fare? Cosa doveva dire? Come doveva comportarsi? Che cos'erano lei e Jason, adesso? Amici come prima o qualcosa di più?, lui l'aveva baciata solo per avere fortuna durante l'anno («Non sai che i baci sotto il vischio portano fortuna?») oppure quella era solo una scusa per compiere quel gesto così inaspettato? Quanto avrebbe voluto chiarire tutti quei punti interrogativi! Eppure, non credeva di avere il coraggio di chiedere. Si vergognava di non aver capito quello che Jason voleva dirle, di non essere stata una brava complice in quel magico momento e di averlo assecondato nel cambiare argomento. Reyna voleva parlare di loro due. Voleva sapere se potesse esserci un futuro per loro, se condividevano le stesse idee di vita e se anche lui voleva una relazione seria anche dopo tante delusioni.

Jason era un bravo ragazzo, simpatico e serio quando ce n'era bisogno, ed a Reyna sarebbe davvero piaciuto sul serio innamorarsi di lui, vivere insieme tante avventure e, magari, anche un ipotetico futuro. Perciò, aveva bisogno di sapere cosa volesse lui. Aveva bisogno di sapere se poteva iniziare a fare piani modificando quelli già creati quando ancora non l'aveva conosciuto, o se avesse dovuto togliersi dalla testa quelle idee assurde e pensare alla sua carriera ed a come far cambiare idea a suo padre e poter sviluppare di più le sue conoscenze in ambito storico per diventare un'insegnante di storia e cultura classiche, specialmente quelle romane.

«Ti- ti va di parlare un po' e basta, invece?» chiese alla fine, facendosi forza. Doveva sapere assolutamente.

«Sicuro,» rispose Jason con il suo solito sorriso, «di cosa, in particolare? Non vorrai mica sgridarmi per quello che ho-»

«No, no» ridacchiò lei, nervosa, «volevo solo, ehm, capire la nostra situazione, magari?» Il suo tono aveva preso una piega negativa, spia della sua insicurezza e del suo nervosismo.

Jason si strinse nelle spalle, come se quello che era appena successo non lo disturbasse affatto e che, anzi, si trovasse completamente a proprio agio in quel momento. «Ti vedi con qualcuno, per caso? Stai uscendo con qualche ragazzo?»

Reyna sentì le guance andare a fuoco. «N-no», balbettò.

Il ragazzo le sorrise dolcemente con gli occhi che brillavano. «Allora perché non... ecco, perché non ci proviamo noi due, a stare insieme? Sarebbe così male?»

Lei scosse la testa e si fece scappare un sorriso, contagiata dall'entusiasmo di lui e dalla magia del Natale e del vischio e dei desideri espressi inconsciamente alle undici e undici di ogni giorno. «Va bene» rispose, annuendo.

Hola Jeyna shippers! Questo è l'ultimo capitolo che ho pronto per Starbucks, quindi mi sa che dovrete aspettare un po' per il prossimo aggiornamento (spero di poter scrivere presto qualcosa). Al momento non posso promettervi nulla per il mese di agosto perché sono a Dublino e non tornerò a casa fino a metà mese, quindi non potrò scrivere molto. Se nel frattempo volete leggere qualche altra Jeyna vi consiglio "Back to you" di Sofiii_gu qui su Wattpad (anche se ha solo due capitoli), la os "You have found her" nella raccolta Like a Love Song di Always__Potterhead e, se volete leggere qualcosa in inglese, vi consiglio caldamente le ff di 1oooW0rds e di HiddenEye su fanfiction.net, soprattutto rispettivamente "Café Jupiter" e "They keep calling you unholy". Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto con un commento. A presto.
Giorgia.

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