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«Dormito bene?»

Rachel sorrise. «Questo dovresti dirmelo tu, non hai smesso di tenermi d'occhio per tutta la notte»

Mark alzò le spalle. «Mi piace guardarti. Sono l'unico che riesce a capire quanto tu sia fragile, nonostante la corazza da dura che continui ad indossare» disse lui, le accarezzò un braccio. «Come ti senti?»

Lei cercò di alzarsi, emise un gemito di dolore a causa della schiena. «Meglio, credo.» Si alzò.
«Nonostante io stia in questo stato devo continuare ad allenarmi. Mi aiuterà.»

Il ragazzo annuì.  «Vestiti, coraggio, andiamo a fare colazione.»

E quando iniziò a prepararsi, infilandosi una comoda felpa rossa, una voce risuonò per il corridoio.

«Rachel! Rachel!»

La mora aggrottò la fronte. «Lucy?»

L'amica bionda fece capolino nella stanza, il fiato corto. «Una ragazza della Luce ha fatto irruzione nella cucina. Continua a urlare il tuo nome.»

Chloe.

***
Corse il più velocemente possibile, mentre Mark continuava a dirle di fare piano e di non cadere.

Svoltò a destra, poi a sinistra, e infine scese le scale gradino dopo granino, battito dopo battino.
Sempre più veloce.

Eccola, era lei. I suoi capelli rossi morbidi sulle spalle.
Una guardia le aveva bloccato le mani dietro la schiena mentre chiamava i rinforzi, ma riuscì a scappare dalla sua presa. Raggiunse Rachel con uno scatto, seppellì il suo volto nell'incavo del suo collo.

Assaporò il suo odore. «Rachel, Rachel...» Si aggrappò alla maglia che lei aveva appena indossato.

Rachel le prese i fianchi, in modo da distaccarla da sé e vederla in volto.
Era bellissima, come sempre.

Gli occhi di Chloe velati dalle lacrime. «Loro mi hanno iniettato una...una specie di liquido per farmi dimenticare di te ma io non volevo, non volevo!»

«Chloe...» Rachel le prese il viso tra le mani «Non sai quanto tu mi sia mancata. Certo, non sono stata da sola, ma Dio anche un secondo senza di te rende la mia vita senza senso. Per favore, non dire nulla, non è stata colpa tua. Non devi spiegare nulla, davvero, sono felice che tu-»

Notò con grande stupore che le loro labbra erano ormai sigillate in un bacio, Rachel sbarrò gli occhi.

«Rachel, Rachel ascoltami» disse la rossa, mentre le gote dell'altra iniziarono a prendere colore «Non ci vedremo per tanto tempo, continueranno a farmi dimenticare di te quindi volevo dirti che-»

«Ti amo, Chloe. Per favore, questo non dimenticarlo.»

Chloe si avvicinò per baciarla di nuovo. «Anche io» le sussurrò a fior di labbra, per poi essere brutalmente portata via da nuovi uomini in divisa.

Lacrime rigarono le guance della mora, corse il più lontano possibile dalla mensa.

«Rachel, dove vai!?» urlò Mark, seguendola.

L'avrebbe trovata. Era la sua specialità.

***
«L'hanno portata via da me...»
Era rannicchiata nell'angolo della loro stanza, le mani tremanti. «Di nuovo, lo hanno fatto di nuovo...»

Mark le fu accanto in un secondo. «Rachel, ascolta. Hai perso lei. Ma hai me, tu hai me, si sistemerà tutto, starai meglio e-»

«Non è la stessa cosa!» sputò fuori lei «Io e te ci odiavamo tre giorni fa! Non sei tu che è sempre stato presente per me, okay? Lei si, dannazione! Tu non conti nulla! Nulla!»

Mark indietreggiò, deglutì. «Non stai dicendo sul serio. Ti conosco. Stai solo delirando a causa sua e di quello stupido e fasullo bacio che ha voluto darti!»

Rachel alzò un sopracciglio.

«Si, Rachel, fasullo. E sai perché? Lo ha fatto per prendersi gioco di te! E starai male, tanto male. E chi ci sarà per te, eh? Sicuramente non lei. Io ci sarò, Rachel, e ci sono sempre stato ma eri accecata dall'odio nei miei confronti per non accorgertene! E sai una cosa?» si perse nei suoi occhi azzurri «Anche tu ci sei stata per me. Non volevi, lo so, ma mi hai sempre aiutato nelle situazioni più difficili. Io e te fin dall'inizio, Rachel...»

«M-ma io la amo...» rivelò lei, la voce rotta dal pianto.

«Stiamo in questo lurido posto insieme, stiamo cercando di sopravvivere insieme e continui a scegliere lei...»
Mark si allontanò. «Meglio che vada. Così puoi restare qui ad aspettare che Chloe ti asciughi le lacrime.»

«Mark...»

Troppo tardi. Lei era solo un eco nel totale silenzio.

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