«I vostri genitori ci hanno chiamato. È un'emergenza.»
Rachel osservava il paesaggio che le si presentava davanti nei finestrini della macchina nera tramite la quale venivano trasportati verso il nulla eterno.
Quel nulla eterno, in realtà, lei lo conosceva bene. «Perchè ci sta portando in ospedale?»
Il conducente al suo fianco non spostò lo sguardo dalla strada, illuminata solo dai pochi lampioni presenti che schiarivano l'oscurità fornita dalla notte. «Perchè c'è stato un fraintendimento tra le vostre famiglie.»
Mark, seduto sui sedili posteriori, si sporse leggermente in avanti. «Chi è che ha iniziato?»
«Un ragazzo...mi pare si chiami Karl.»
A Rachel mancò il fiato. «La prego, si muova!»
***
L'infermiere la guardò mestamente, come se non le volesse raccontare l'accaduto.
Lo conosceva, si disse Rachel. Era lì quando Tania era morta.
«Karl ha cercato di uccidere la signora Davis, ma non ci è riuscito. La donna a forza di difendersi lo ha ferito. Il signor Davis li ha trovati entrambi senza forza sul pavimento. La moglie perdeva molto sangue a causa dello sparo...»
Mark si girò verso di lei. «Rachel, mi dispiace, io-»
Lei lo interruppe. «Non dire nulla.» Fece per andarsene, quando il ragazzo le afferrò il polso.
«Rachel.»
«Complimenti alla tua famiglia che continua a rovinarmi la vita!» urlò lei, e riuscì a liberarsi con uno strattone dalla presa. «Prima Tania, poi chi morirà? Mia madre, eh? Avete già pianificato chi uccidere?»
Mark rabbrividì. «Noi-»
«Siete ripugnanti, diamine! Tutti voi!» lo spinse con forza, lui barcollò «Anche tu lo sei!»
«Sai che non c'entro nulla!»
«Io...» Rachel tremò visibilmente «Vado a trovare mia madre, devo andare da lei...»
«Non ti lascio da sola.»
***
Quando stette per entrare nella stanza, Mark era al suo fianco.«Non è l'orario per le visite» l'avvisò un'infermiera, i capelli scuri raccolti in una treccia.
«Sono sua figlia, la prego.»
La donna scosse il capo, e Rachel le sfoderò uno sguardo carico di odio.
Si allontanò a grandi passi. «Rachel, dove vai?»
«Da tuo fratello.»
«Oh, no» borbottò Mark, la sua mente iniziò a fantasticare sulle cose terribili che sarebbero potute accadere.
***
Lo trovò sveglio, lo sguardo puntato verso la porta. Quando lei entrò, Karl sorrise. «È da tanto che non ci vediamo, Rachel. Sei cresciuta, a quanto vedo. Ti trovo bene.»«Cosa le hai fatto?»
Karl non rispose, si limitò a guardarla.
«Cosa le hai fatto? Perché, Karl?»
Lui iniziò a perdersi nei suoi movimenti, era sul punto di piangere.
«Mi ricordi tanto lei...»La donna, precedentemente vista, la trascinò fuori dalla stanza. «Cosa non hai capito di ‘non è l'orario per le visite’, ragazzina?» le sussurrò nell'orecchio, le indicò un corridoio. «Dopo averlo percorso troverai la stanza degli ospiti. Vattene, ora.»
Rachel sbuffò, e seguì gli ordini della signora controvoglia.
Mark guardò il fratello un'ultima volta, prima di seguirla.Al termine del passaggio si apriva una piccola stanza, suo padre si alzò appena la vide. Le fece segno di accomodarsi accanto a lui, lei corse ad abbracciarlo. Si alzò in punta di piedi, era decisamente troppo alto. «Come sta la mamma?»
«Se la caverà abbastanza bene, tesoro.»
Lei si passò una mano tra i capelli. «Grazie a Dio.»
Si voltò verso Mark, il quale stava discutendo animatamente con i suoi genitori. La nonna del ragazzo ascoltava la lite con espressione triste in volto.
«Siete stati voi a dirglielo, eh? Voi lo avete costretto?» domandava il castano, i pugni serrati.
«Mark, ascoltaci. Non è andata come pensi, sul serio!» si giustificò sua madre, gli occhi velati dalle lacrime.
La signora anziana, stanca dei soliti discorsi, puntò lo sguardo su Rachel. La esaminò a lungo, prima di parlare. «Mark, nipotino...»
Mark si inginocchiò verso di lei, seduta sulla sedia a rotelle. «Si?»
Indicò la ragazza coi capelli corti, che stava osservando con minuzia la camera bianca in cui si trovava.
«La conosco, la conosco...» mormorò, poi sbarrò gli occhi come se avesse trovato risposta ai suoi mille dubbi «Io l'ho vista, Mark! È lei quella delle premonizioni!»
«Nonna, smettila. Non esiste nessuna premoni-»
Lei gli afferrò il braccio. «Ascoltami bene, caro. Non vivrò ancora a lungo, lo sai. Devi fare solo una piccolissima cosa per me, solo una...»
Mark continuò ad ascoltarla, fino a quando l'orario delle visite soggiunse.
Rachel si precipitò da sua madre, e lui sperava davvero che quella donna stesse bene. Voleva che Rachel stesse bene.
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Darkness.
FantasyDal Prologo: «Io ho paura, sul serio. Sono terrorizzato. Oscurità o Luce? Cosa si trova dietro questi nomi?» «Guerra» rivelò Chloe «Una guerra che si protrae da anni, ormai. Servono nuovi soldati, ed è per questo che siamo qui.»