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Quando fecero la loro entrata in mensa, tutti gli sguardi si puntarono su di loro. «Divertitevi» ghignò l'uomo che li aveva condotti fuori da quella stanza buia, li spinse in avanti con una forza tale da farli barcollare.

Mark deglutì. «Perchè ci fissano?» chiese alla ragazza al suo fianco, che era persino più tesa di lui.

«Prima ci sediamo, meglio è.»

Il giovane indicò un tavolo in fondo alla sala, pensò fosse perfetto per loro due. Nessuno li avrebbe disturbati.

Si diressero insieme verso il bancone per ritirare il proprio pasto. La cuoca, una giovane donna dai capelli ramati, gli sorrise cordialmente. «Siete nuovi, vero?» domandò, un'espressione dolce in viso. Mark annuì, e la signora porse ad entrambi due vassoi sui quali era stata poggiata una grande ciotola di zuppa. «Può sembrare terribile, lo so. Forse lo è anche. Ma vedete...» spiegò lei «...è ricca di vitamine. Ne avete bisogno per gli allenamenti pomeridiani!»

A guardare quell'intruglio, Rachel perse immediatamente l'appetito. «Grazie» sussurrò a capo basso, per poi dirigersi con Mark al loro posto.

Si sollevarono un paio di risatine nei loro confronti, la ragazza pose la loro fine con uno sguardo.

«Mi sento così fuori posto» confessò il ragazzo, fissò il proprio triste pranzo.

«Non c'è nessuna ragazzina stupida pronta a prostrarsi ai tuoi piedi, in effetti.»

Il castano rise, una risata fredda. «Non c'è nessuno qui che abbia paura di te. Strano vero?»

«Ci sei tu.»

Mark alzò un sopracciglio. «Non ho paura di te.»

Rachel scrollò le spalle. «Vedremo» disse, per poi degustare una parte del proprio pasto.

Decisamente​ orrendo.

***

«Ma chi abbiamo qui...» commentò l'allenatore, squadrandoli dalla testa ai piedi «Due novellini!»

Mark accennò un sorriso, mentre Rachel rimase impassibile come suo solito. Voleva solo scappare da lì.

«Scommetto che avrete molto da imparare!» esclamò, le mani sui fianchi «Mh, vediamo, vediamo...ah, sì! Ci sono!»

I due ragazzi si scambiarono un'occhiata di puro terrore.

«Voglio vedervi combattere» decretò infine, aspettando una loro risposta.

«Bene, io ci sto» fece la ragazza, sgranchiendosi le nocche.

Mark sbarrò gli occhi. «Aspetta, cos-»
Non riuscì a terminare la domanda che il primo pugno fu assestato con rapidità sulla guancia. Il giovane cadde all'indietro. «M-ma Rachel!»

Lei, d'altro canto, gli si mise a cavalcioni bloccandogli i polsi. «È così che Tania si è sentita quando non l'hai aiutata, Mark. Senza speranza, proprio come te. Chi ti salverà ora?»

«Non le ho fatto del male e tu lo sai!»

Rachel lo afferrò per la maglia. «Si invece! Tutti voi le avete procurato dolore!»

«Voi...» cercò di dire il ragazzo annaspando «Voi ci avevate bruciato casa!»

«È stato un incidente, nessuno voleva davvero che accadesse» mentì Rachel, i vari ricordi le si presentarono davanti. Flussi infiniti.

«Lo stavate pianificando da tempo...»

La ragazza strinse i denti. «L'incendio non vi consentiva di uccidere Tania!»

«Noi non l'abbiamo uccisa, noi-»

«Tuo fratello l'ha uccisa! Tu e tutta la tua sporca famiglia!» gli ringhiò contro, aspettandosi una reazione tanto feroce quanto la sua.

«Tua sorella ha dato inizio a tutto, Rachel» confessò lui invece «I-I suoi occhi pieni di rabbia e rancore. Ha iniziato a colpire Karl ripetutamente, senza sosta, ogni pugnalata sempre più forte...» gli mancò il respiro nel raccontare l'accaduto «Lui ha dovuto difendersi!»

«Lui la odiava!»

«Lui...» cercò di dire Mark, deglutì «Lui la amava!»

Rachel allentò la presa. «Cosa?»

«Ho assistito alla scena di nascosto e sono uscito allo scoperto solo quando li ho visti entrambi a terra in fin di vita. Ho portato Karl al di fuori dell'edificio, in modo che gli altri potessero aiutarlo, ma-» sospirò «quando sono rientrato per portar via anche Tania, lei era già-»

«Morta.»

I ragazzi assistevano immobili alla scena.

Mark annuì. «Ho cercato di aiutarla in tutti i modi, ma non ce l'ha fatta. Poi tu hai fatto irruzione nella stanza e hai guardato il corpo inerte di tua sorella, le mie mani imbrattate del suo sangue. Mi hai fissato con un odio tale da farmi crollare in mille pezzi...»

Rachel scosse il capo. «No, tu...non hai fatto abbastanza. Non hai fatto abbastanza, non-»
Iniziò a piangere, lacrime le rigarono le guance. «Non hai fatto abbastanza!»

Mark le sfiorò un braccio. «Mi dispiace...» sussurrò, lo sguardo basso, ma la ragazza non lo sentì. La sua mente era troppo distante ormai.

«Bene» parlò finalmente l'istruttore «Penso che la nostra sessione debba concludersi qui. Dirigetevi nei vostri dormitori.»

Guardò loro due ancora a terra. «Il vostro è al terzo piano, numero 235. Benvenuti nella fazione oscura.»

Darkness.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora