Era notte fonda quando una voce, trasmessa tramite un altoparlante, risuonò per l'intero edificio. Rachel si alzò di scatto, le mani in viso.
Sbadigliò per la stanchezza. «Mark...» borbottò, cercando di svegliare il compagno di stanza che dormiva beatamente. «Mark, svegliati!»«Mamma, altri...altri cinque minu-»
Rachel gli diede uno schiaffo sulla nuca. «Mark!»
«Si prega ai novellini di entrambe le schiere di dirigersi verso l'uscita. Oggetti personali e vestiti vi sono stati consegnati dai vostri parenti. Ripeto. Si prega ai novellini...»
Il ragazzo sbuffò. «Cazzo, non potevano darci queste cose di pomeriggio? Sono le tre di notte!»
L'altra corse veloce verso l'uscita.
Mark fu subito dietro di lei. «Beh, almeno potremmo dormire con un pigiama. Il jeans non è poi così comodo...»Rachel si guardò intorno.
«Stai aspettando Chloe?»
La risposta era alquanto ovvia.Quando la vide da lontano strabuzzare gli occhi non ci pensò due volte. Si diresse da lei e la avvolse con le sue braccia. Non sentì reazione da parte dell'altra. «Oh, Chloe! Come stai? Dio, non aspettavo altro fuorché rivederti!»
Rachel fu respinta brutalmente.
«E tu chi sei?»
Strinse la cornetta del telefono con più forza. «No, mamma non va tutto bene. Chloe-» sospirò, non riuscendo nemmeno a pronunciare il suo nome «È strano qui. A colazione, un'oretta fa, ci hanno dato una poltiglia che...meglio non parlarne.»
Rachel roteò gli occhi ai vari ‘comportati bene’ e ‘fai del tuo meglio per sopravvivere’. «Okay, mamma. Ciao.» Ripose la cornetta nera al suo posto.
Mark incrociò le braccia al petto. «Non le hai parlato delle anfetamine, vero?» le chiese sussurrando, temendo di essere ascoltato.
La ragazza scosse il capo.
Quando Chloe se ne andò correndo, Rachel puntò l'attenzione sulla propria borsa. Cercò freneticamente qualcosa al suo interno.
Non poteva andare peggio di così, vero?
«Cercavi questa?» le chiese una delle guardie ghignando, sventolando all'aria una bottiglina contenente pillole bianche «Non sono permesse qui.»
«Andrò in crisi d'astinenza, Mark. Lo sai questo.»
Il giovane le afferrò un polso, la attirò a sé. Aumentò la presa.
Si avvicinò al suo orecchio, il fiato sul collo. «Certo che lo so, sapientona. Hai sbagliato, gravemente anche. Ma ho intenzione di aiutarti, che tu lo voglia o no. Non si può combattere una guerra da soli.»***
«In coppia, coraggio!»Gli allenamenti mattutini erano ben peggiori. Le mancava l'aria.
Tutti gli sguardi addosso.Terribile.
Una ragazza dagli ondulati capelli biondi la guardò immediatamente. Si avvicinò a Rachel con passo deciso.
La mora aggrottò la fronte. «Sicura di voler stare in coppia con me?» domandò sorpresa, si schiarì la voce «Insomma, non ho dato una bellissima impressione con il mio amico lo scorso giorno.»
«Sei una tipa tosta. Lo dicono tutti qui» disse la bionda, scrollò le spalle.
«Tutti?»
Lei annuì. «Mi chiamo Lucy, comunque» si presentò con un sorriso a trentadue denti, le porse la mano. Rachel non esitò un secondo e gliela strinse.
«Il mio nome è Rachel.»
L'istruttore fischiò contro le due. «Non è tempo di chiacchiere! Sapete perché ho deciso di farvi lavorare in coppia? Eh? Sicuramente per non farvi parlare!»
Lucy sbuffò, provocando una risatina da parte di Rachel.
«Allora...» riprese l'uomo «La nostra è una guerra dura. Sapete cosa ha fatto la fazione della Luce, ieri? Ha rimosso dalla mente dei suoi novellini il ricordo dei loro amici. Ha eliminato i loro punti deboli per renderli forti...ma sono proprio essi a darci forza. A ricordarci che siamo umani. Pensano che riusciranno a vincere concentrandosi sull'individualità dei loro soldati ma ricordate: non si può combattere una guerra da soli.»
Mark sorrise, lo sguardo basso.
Rachel lo notò, sorrise anche lei.Aveva decisamente bisogno di aiuto.
Del suo aiuto.
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Darkness.
FantasyDal Prologo: «Io ho paura, sul serio. Sono terrorizzato. Oscurità o Luce? Cosa si trova dietro questi nomi?» «Guerra» rivelò Chloe «Una guerra che si protrae da anni, ormai. Servono nuovi soldati, ed è per questo che siamo qui.»