Cap. 16 Lite

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Ben pov.
Ben andò a parlare con Johnny, dopo aver visto sua figlia piangere.
Era sempre allo stesso posto, con le tre ragazze.
Lui si alzò e Ben lo strattono dalla spalla.

Johnny <che vuoi ammasso di pietre ambulante>
Ben <allora modera i termini fiammifero>
Johnny <lasciami in pace>
Ben <dopo quello che hai fatto a Kailye, non ci penso nemmeno>.

Johnny rinsavi, quando anche meta della sbornia gli passo.

Johnny <o mio dio Kailye>
Ben <si se ne e andata piangendo, non so perché, ma presumo centrassi te>
Johnny <devo correre da lei>
Ben <no scordatelo, non ti permettero di farla soffrire di nuovo>
Johnny <forse ai ragione sai Ben, sono solo buono a far soffrire le persone>, disse lui triste.

Narratore pov.
Anche Ben restò stranito alla sua affermazione.

La mattina dopo.
Si svegliarono tutti e fecero colazione, eccetto Kailye, quella sera si era addormentata piangendo.
Non voleva svegliarsi.
Johnny voleva andarci a parlare, ma le parole della sera prima di Ben, gli risuonarono in testa senza sosta.
Si bloccò davanti alla porta della sua camera, senza sapere che fare.
Era strano, non gli era mai successa una cosa del genere.
Kailye uscì per andare a fare colazione, lo vide e lo ignoro.
Fece colazione.
La giornata dei fantastici quattro passo così.
Calma e tranquilla, Reed come al solito era nel laboratorio con Susan ad esaminare una nuova sostanza e Ben si stava guardando un film.
Johnny invece era sdraiato sul letto che tirava una pallina al muro, come antistress, anche se non serviva a molto.
Verso sera Susan entrò in camera di Kailye e gli consegnò la sua tuta.

Kailye <avete fatto una tuta dei fantastici quattro, anche per me>
Susan <si...Reed la ha studiata apposta per te e per il tuo particolare potere>
Kailye <grazie mille Sue>.

Si abbracciarono.
Poi Lady Electra si provò la tuta e corse in salotto, per un parere.

Kailye <come sto???>, disse a tutti.
Ben <ti sta benissimo figliola, ma Reed non trovi che sia troppo scollata>
Reed <forse, si hai ragione>
Kailye <dai papà e solo una tuta>
Ben <si ma sai, se ti guardano>
Kailye <tranquillo, non mi guarderà proprio nessuno>.

Anche Debbie arrivò:

<stai benissimo figliola>, disse la madre alla figlia.

Kailye <grazie>.

Arrivò Johnny in cucina.
Restò di sasso a fissare Kailye con la loro tuta indosso.

Johnny <mamma che gnocca>.

Kailye gli rispose a tono:

<e a te perché interessa, non ti preoccupare di me, dovresti essere più impegnato a ricordarti, i baci che hai dato a quelle tre>, disse con molta rabbia.

Kailye fece per andarsene quando Johnny la tirò a se.

Johnny <sai che mi piaci quando fai la ragazza ribelle vero>
Kailye <a si davvero???, allora perché ti baci quelle tre???, o si ricordo, perché tu non sei capace di amare>.

Johnny rimase basito di fronte a tali affermazioni.

Johnny <a bene, io non so amare e allora non mi chiamare, quando hai bisogno di aiuto>.

Ma poi lui sparò una frase che forse era meglio non dicesse.

Johnny <tu non sai cosa vuol dire perdere qualcuno che ami.
E nemmeno sai cosa vuole dire perdere un parente>.

Kailye si sentì ferire da quelle parole, ma con faccia tosta, gli andò vicino e gli rispose:

Kailye <tu non sei stato abbandonato da tuo padre, quando avevi cinque anni, per la paura che lui ti facesse male.
Tu non sai cosa voglia dire, crescere mentre i tuoi amici portano a scuola il proprio padre, mentre tu sei lì triste a consolarti, consapevole che tuo padre non verrà mai.
Ed infine non sai cosa si prova a dover consolare tua sorella di tre anni, che piange perché non sa che fine abbia fatto il proprio padre.
Non venire a parlarmi di responsabilità a me Johnny>, sbotto lei.

Lui non riuscì più a replicare, era rimasto senza parole.
Lei se ne tornò in camera, lasciando senza parole tutti.

Attratta dal fuoco [Completa] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora