quelle due magiche e maledette parole

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Mi pulii il viso dagli ultimi residui di sangue e uscii di casa. Raggiunsi il parco dove Jace mi stava aspettando. Si, Jace e altri cinque ragazzi. Jace era appoggiato ad un albero, aveva una sigaretta tra le labbra, il che lo rendeva ancora più figo di quanto già fosse. Aveva dei jeans levis e una maglia Ralph Lauren rossa con il cavallino blu. Con la mano sinistra teneva il giacchetto di jeans che toccava quasi terra.
Era silenzioso e aveva un' aria pensierosa e lo sguardo infastidito, sembrava quasi arrabbiato. I cinque non interagivano fra loro, ognuno stava per i fatti suoi guardando chissà dove.
Mi avvicinai a Jace con il sorriso sulle labbra.
-hey- dissi stampandogli un bacio casto sulle labbra.

-hey- disse lui quasi sussurrando.

-mi volevi vedere, è successo qualcosa?- chiesi guardandolo nei sui meravigliosi occhi verdi.
Pensavo spesso al fatto che un giorno mi sarei persa in quegli occhi, perché talmente profondi avrei continuato ad annegare per sempre.

-no! Avevo solo voglia di vederti... mi mancavi- detto ciò mi baciò con foga. Allungò una mano dietro la mia nuca facendomi piegare la testa ancora più indietro (visto che io ero molto bassa e lui alto) così che il bacio si potesse approfondire. L' altra mano poggiata saldamente sul mio fianco sinistro iniziò a muoversi, finchè non scese fino al mio sedere, che Jace palpò con forza.
Sorrisi sui suoi denti per il gesto possessivo che aveva appena compiuto.

-Jace non siamo soli- sussurrai con un leggero sorriso di imbarazzo, visto che gli altri ragazzi ci stavano guardando con una faccia schifata.

-ti amo- disse guardandomi dritto negli occhi. Il suo tono era sincero e dolce.
Mi aveva appena dichiarato di essere innamorato di me, forse anche io lo ero.

Lo baciai fregandomene che c'erano altre persone, perché in quel momento c'eravamo solo noi due. La terra sotto i nostri piedi sparì, gli alberi, le persone, i rumori, gli odori, tutto sparì.

-ti amo anche io Jace- sussurrai di nuovo sui suoi denti.

Con facilità Jace ci fece ruotare, facendo stare me con la schiena contro l' albero. Spostò la sua mano dal mio sedere alla mia coscia, alzandola fino ad appoggiarla sul suo fianco. Inclinai la testa da un lato e gli saltai addosso circondandogli la vita con le mie gambe. E le sue mani ricominciarono a vagare dappertutto
Jace sorrise.
-sono così contento quando sono con te- e mi lasciò un bacio a stampo.

-anche io sto bene con te, benissimo- mi ribaciò provocandomi scariche elettriche per tutto il corpo.
Si allontanò dall' albero facendomi scendere.

E poi un forte dolore alla testa.
Jace.
Volti sconosciuti.
Sacco nero.
Buio.

Maya-La ragazza tribridoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora