era per una vita migliore

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Cercai di concentrarmi ma senza successo. Da quando ero tornata non avevo rivolto la parola ne a mia madre ne a mio padre. Ero chiusa nella mia camera a fissare il libro di grammatica ma in realtà pensavo a tutto quello che era successo. " tu sei sia un vampiro, che un licantropo, che una strega" quelle parole continuavano a farfugliarmi nella testa. Da una parte avrei voluto saperne di più ma un altra parte di me diceva scorda tutto, dimentica, hai vissuto bene fino ad ora, pensa a Benjamin, alla scuola e alla tua amica Rachel, vorresti rinunciato a tutto? Certo che no. Ormai erano le otto e capii che non sarei riuscita a studiare. Mamma mi chiamò per andare a cena. Li fissai tutto il tempo sembravano così naturali, così...normali.
Mamma se ne accorse e incrociò il mio sguardo.
- c'è qualcosa che devi dirci?- disse mangiando un pezzo di pane.
- oggi sono andata dalla nonna-
- mh e come è andata?- disse papà
- tutto bene abbiamo parlato. Mi ha detto delle cose-
Sia mamma che papà deglutirono.
- che genere di cose?- chiese mamma
- che riguardano la nostra famiglia- guardai negli occhi prima mamma e poi papà.
- non ti seguiamo- dissero entrambi.
- oh sapete benissimo di cosa sto parlando!- alzai la voce.
- avevo detto a tua madre di aspettare ancora- disse papà all'orecchio di mamma.
- ho sentito! Perché lo avete fatto?! Non pensavate fosse un mio diritto saperlo?- dissi arrabbiata.
- non mi piace il tuo tono Maya- disse mia madre.
- me ne frego del tono ci sono più importanti adesso!!-
- Maya!!!- mi riprese mio padre.
- volevamo una vita migliore per te, la vita di quelli come noi non è facile, sempre in guerra. È una vita difficile, cruenta e sanguinosa non adatta ad una bambina- disse mamma. Le stesse parole che mi aveva detto nonna, magari si erano preparati il discorso già da qualche anno.
Cazzo, non sapevo come rispondere. So che aveva ragione ma ero arrabbiata. Mi rimisi a sedere e mi calmai.
- ci dispiace di avertelo tenuto nascosto ma credici lo abbiamo fatto solo per il tuo bene- disse papà guardandomi.
Ora si che mi sentivo male ad avergli urlato contro, ma non intendevo chiedere scusa. La cena continuò in silenzio. Aspettai che loro dicessero qualcosa, ma non fu così. Quando finimmo di mangiare tornai in camera, presi l'iphone e il disegno della natura morta da finire. Feci partire la playlist e finii il compito. Quando terminai il disegno erano le undici e decisi di andare a dormire, ero stanchissima e non desideravo altro che quella giornata finisse.

Maya-La ragazza tribridoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora