Capitolo 4

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Questa festa è penosa, almeno per me.

Poi mi sento fuori luogo, non solo perchè sono tutti dei ricconi palloni gonfiati, ma anche perchè sono l'unica che indossa un abito corto.

Anche se con i vestiti lunghi non sono mai stata bene.

Mi guardo intorno per trovare un posticino in cui stare da sola. Dopo un po' che giro la testa da ogni parte trovo una specie di uscita dalla sala. La raggiungo piano piano, esco e vedo delle scale che danno al piano superiore. Salgo due o tre gradini e mi ci siedo.

Sto seduta lì, ferma a guardare il vuoto.
Credo che io stia fissando le piastrelle bianche da ore ormai.
Vedo un paio di scarpe nere piazzarsi davanti a me. Alzo lo sguardo e prendo un colpo.

C'è un tipo di mezza età che mi fissa divertito. Ha un bicchiere di Champagne in mano.
"Vuoi bere bellezza?" Chiede lui con una voce strana e mettendomi il bicchiere davanti la faccia.
Credo che sia ubriaco.

"No grazie." Rispondo fredda.

"E dai bellezza bevi." Insiste.

"No." Ripeto.

Senza preavviso mi prende per un polso e mi tira a forza.
"Ahia. Lasciami andare" dico arrabbiata.
Il tipo non mi ascolta, mi trascina così forte che quasi inciampo. Maledetti tacchi.
Mi porta in una specie di studio buio. Dalla grande finestra riesco a vedere che è notte fonda.

L'uomo chiude la porta, a chiave, dietro di se. Ora ci siamo solo io e lui, al buio, in una stanza.

Si avvicina pericolosamente a me, in automatico indietreggio e vado a sbattere contro, quella che credo sia una scrivania.
Ora è di fronte a me, beve il bicchiere in un solo sorso e poi lo appoggia sul tavolo.

Inghiotto a vuoto. Si avvicina al mio viso "Abbassami i pantaloni" ordina con sguardo perverso. Sento il suo alito puzzare di alcol, non mi piace.

"No" rispondo decisa e fredda. "Fallo puttana!" Urla il tizio.
Reggo lo sguardo e non faccio come mi ha detto.

"Bene lo hai voluto tu."

Prende il bicchiere dal tavolo e rompe la parte superiore in modo che possa essere appuntito. Sento qualche scheggia di vetro finirmi sulla mano destra e cerco di trattenere il dolore provocato.

Mi avvicina il bicchiere rotto alla gola.
"Aiutooo" urlo, sperando che qualcuno mi senta.
"Zitta puttana"ringhia.

"Aiu-" vengo interrotta dalla sua mano che mi tappa la bocca e mi appoggia il bicchiere rotto sulla gola.

Mi guarda con fare minaccioso. "Fallo subito!" Urla di nuovo, ma questa volta incazzato.
Muovo la testa in segno di no e con la mano in cui ha il bicchiere mi tira una schiaffo. Cado a terra.
Ad un tratto sento la porta aprirsi di forza. Alzo lo sguardo e i miei occhi marroni incontrano quelli blu del uomo a cui sono stata "regalata".

Guarda me, poi guarda l'uomo di mezza età.
"Che cazzo fai depravato!?" Ringhia l'uomo dagli occhi di ghiaccio.
Vedo il tipo di mezza età spaventarsi. Lascia cadere il bicchiere. Mentre lo fa l'uomo con gli occhi blu lo prende per il colletto e lo fa sbattere contro la scrivania.

"Se ti vedo toccare le mie cose senza permesso, un'altra volta, sei morto." ringhia a denti stretti e in modo freddo.
Quest'ultimo se la fa addosso e scappa via.

Poi si gira verso di me e si abbassa alla mia altezza. Sento le lacrime voler uscire ma le trattengo. Non voglio piangere, questo non è stato nulla in confronto a quello che è successo tanti anni fa ma ora non è il momento giusto per pensarci.

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