Capitolo 13

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Mi sveglio di scatto, mi alzo dal letto e apro la porta della stanza mentre il suono di una voce melodiosa che canta mi penetra nelle orecchie.

Arrivo in cucina ancora assonata. Mi strofino gli occhi per svegliarmi e poi la vedo girarsi verso di me mentre sta ancora cantando e cucinando.

I miei occhi si illuminano e corro verso di lei con le braccia aperte.
"Mammaa!" Urlo felice con le lacrime agli occhi.

"Oh, piccina mia a che devo tutta questa felicità?" Chiede dolcemente.

"Ti voglio bene mamma" le rispondo stringendomi di più al suo collo.
Mi sorride, mi guarda negli occhi e mi tira le guance "Aww, la mamma adora le tue guance sono così morbide ed elastiche come quelle di un gattino" afferma sorridendo.
Faccio qualche smorfia e poi mi lascia le guance per riempirmi di baci.

"Brioches al cioccolato piccolina?"
I miei occhi si illuminano, dico di sì urlando e saltellando. Ci mettiamo sedute a tavola mentre lei beve il suo cappuccino e io inzuppo la mia brioches nella sua tazza senza farmi notare. Ma con la coda dell'occhio lei mi vede e ci mettiamo entrambe a ridere.

Ad un tratto sento la porta di casa aprirsi sbattendo. Mi giro a guardare oltre alla porta e vedo tutto nero. Mi volto verso mia madre che piano piano inizia a svanire "No no noooo!" Urlo cercando di afferrare mia madre che in un instante si sgretola in mille piccole lucciole che poi volano via.

Abbasso gli occhi al pavimento e lo vedo sgretolarsi tutto e io in pochi secondi sto cadendo in un buco nero.

"NOO!" urlo a squarcia gola. Mi sveglio di soprassalto.
Era un sogno. Tutto un maledetto sogno.
Mi siedo nel letto e porto le gambe al petto, alcune lacrime iniziano a rigarmi il viso. Sento la porta della camera aprirsi rumorosamente e mi ritrovo davanti...Dominik.

"Dom? Che ci fai qui? Come hai fatto a trovarmi?" Domando con le lacrime al viso.

"Ma guardati, fai tanto la dura e poi crolli per uno stupido incubo? E poi ti sei vista allo specchio? Sei solo una puttana, non posso crede che Mike abbia pagato per averti." Afferma in una risata amara.

Sento il cuore rompersi in mille pezzi. Il respiro mi si blocca. Non posso credere che Dominik lo abbia detto davvero. E poi perchè proprio lui? E perchè sentirlo dire da lui fa così male?

"Dom? Sei davvero tu?" Chiedo con voce tremante. Mi sposto leggermente in avanti e allungo la mano verso di lui. Chiudo gli occhi per qualche secondo e quando li riapro la figura di Dom si trasforma in quella di Serghei. Sgrano gli occhi. Com'è possibile?
Che sta succedendo?

"Sei una puttana" afferma Serghei con un ghigno in volto mentre si appoggia con la schiena al muro.

Mi ricordo che lui ha la mia collana, ed eccola lì la vedo al suo collo.
"Ridammi la collana" ringhio.

"Dici questa?" Domanda retorico, avvicinandosi alla finestra con la mia collana in mano.

"No, ti prego non farlo. È l'unica cosa che mi rimane di lei. Non farlo." Supplico con le lacrime agli occhi.
"Ops" dice falsamente deluso mentre lascia cadere la collana dalla finestra.
Poi prende la pistola da dietro la sua schiena.
Me la punta alla fronte.
Toglie la sicura.
Sento il contatto con il metallo freddo.
In risposta chiudo gli occhi e poi sento un rumore assordante.

Mi sveglio di scatto, tutta sudata e con il fiato corto.
Mi guardo intorno e noto che sono nella stanza di Daniel.
Incubo. Era tutto quando un grandissimo incubo.

Scendo dal letto un po' tremante e vado a sedermi ai suoi piedi, mi metto le gambe vicino al petto, abbasso la testa sulle ginocchia e inizio a piangere. Prima piano e poi mi lascio andare. Urlo con voce rotta, senza più fiato in gola. Il mio cuore è a pezzi e io sono stanca di vivere.
Stanca di tutto questo schifo, di questa vita. Perchè a me? Perchè farci nascere quando si sa che la nostra vita sarà così orribile e dura? Perchè farci questo male?

Vorrei raggiungere mia madre, stare con lei, stare con l'unica persona che io abbia mai veramente amato e da cui sono stata realmente amata.

Sento la porta aprirsi, ma questa volta delicatamente. Alzo lo sguardo, tolgo alcune ciocche di capelli che mi sono finiti sul volto e vedo la figura di Daniel avvicinarsi a me.

"C-che succede?" Chiede con tono fortemente preoccupato.

"Ho fatto un incubo Daniel, mia madre. Lei era con me poi è svanita, dopo è apparso Dom e infine l'uomo che mi ha rapita e mi ha sparato dritto in volto" confesso tra le lacrime. Daniel si abbassa e mi stringe a se.

Mi fa sedere sopra di lui mentre io metto la testa nell'incavo del suo collo e inizio a piangere disperata. In risposta sento Daniel stringermi di più.

***

Mi sveglio lentamente con il grigiore delle nuvole che si accennano fuori dalla finestra. Mi alzo piano e vado in bagno a sciacquarmi il viso.
Quando mi guardo allo specchio vedo i miei occhi rossi, resi così dal troppo pianto. Ho delle enormi occhiaie, un livido giallognolo sullo zigomo e solo ora noto di avere pure il labbro spaccato.

Me lo mordo e poi esco, arrivo in soggiorno e noto che Daniel è seduto a tavola con un pc mentre digita qualcosa.
"Hei" saluta mentre mi vede andargli incontro "Ehm...S-stai bene?" Domanda poco sicuro. Faccio solo un cenno con la testa in segno di conferma e vado a sedermi vicino a lui.
"Che stai facendo?"

"Sto cercando il tuo Dominik. Ah, comunque hai del latte caldo sulla pentolina piccola" indica la pentola di metallo sul fuoco "sul ripiano in alto a destra ci sono i bicchieri"

Prendo il bicchiere e mi verso del latte caldo in esso, mi siedo di fianco a Daniel.
Bevo un sorso di latte e sento un dolce calore entrarmi in corpo fino a scaldarmi.
"Qual è il cognome di Dominik?"

"Petronovic" rispondo solamente.
Daniel si ferma e mi guarda sorpreso.
"Tu...cos..O mio dio" afferma senza formulare una frase concreta mentre si mette una mano davanti alla bocca.

"Che succede?" Domando corrugando la fronte.
Lo vedo esitare un attimo.
"Forse ho capito. Un giorno mentre Dom non era in casa, stavo passando davanti al suo studio e...beh la porta era aperta così sono entrata" racconto al ragazzo vicino a me, prendo un respiro e continuo "Ho visto molti fogli sparsi qua e là, quasi tutti in russo ovviamente. Però poi ho notato alcuni fogli scritti in inglese e li ho letti. C'erano nomi e cognomi di debitori. In un altro foglio ho trovato codici per conti bancari in cui sotto era stato annotato che erano i pagamenti per il giro di prostituzione e così via." affermo guardando il bicchiere di latte fumante mentre mi scaldo le mani.
"Capisco. Sai non gestisce solo giri di prostituzione. Possiede molti ristornanti sia qui, in Russia, che negli Stati Uniti. Ovviamente dietro a questi locali di successo ci sono giri di droga, corse clandestine come hai detto tu, prostituzione e si ricicla pure il denaro." Nel frattempo digita qualcosa al pc "e in più è il capo di una delle mafie più potenti al mondo. Ecco ho trovato il suo indirizzo." Risponde infine.

"Wow, come hai fatto?" Chiedo sinceramente stupita.
Fa spallucce "sono sempre stato bravo con i computer" risponde indifferente.
"E ora che si fa?"

"Nulla Ally. O almeno tu non farai nulla"

"Cosa? Perchè?" Chiedo sorpresa.

"Guardati. Stai male. Non puoi affrontarlo così. Devi riprenderti e rialzare i muri che avevi prima, così, qualunque cosa ti sentirai dire farà un po' meno male."
Gli avvolgo le braccia al collo e gli sussurro un grazie sincero.

Si alza, prende il cappotto e lo indossa. "Io ho da fare. Promettimi di non uscire da questa casa." Chiede preoccupato.
"Guardami. Sono ridotta uno straccio" affermo ridendo e lui ride con me.
Va verso la porta "Ah, Alissa se qualcuno bussa non aprire. Nemmeno se insiste e non guardare nemmeno chi è dallo spioncino. Vai in camera mia e chiuditici a chiave senza fiatare. C'è un cellulare dentro al comodino con un solo numero dentro. Chiamalo." Dopo questo esce, lasciandomi a bocca aperta.

Mi dirigo in camera da letto, vado verso il comodino e lo apro. E c'è proprio un cellulare dentro.
Richiudo il cassetto e ritorno in soggiorno.
Mi sdraio sul divano e inizio a scorrere sui canali della tv.
E quasi senza accorgermene mi addormento.



Tadaan nuovo capitolo.

Scusate per gli eventuali errori.

Spero vi sia piaciuto.

Baci 😘

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