Capitolo 20

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Il vento gelido mi accarezza il viso mentre tengo gli occhi chiusi.
"Ally chiudi il finestrino ti raffreddi."

"No."

"Ally, andiamo" cerca di mettermi una mano sulla coscia ma la scosto velocemente.

"No."

Lo sento sbuffare. Tengo gli occhi chiusi a godermi il vento gelido che mi sta calmando da tutto quel casino successo due ore fa a casa di Dom.
Mezz'ora fa ci siamo fermati in un armeria, Dom doveva rifornirsi di proiettili di scorta.
Da quel che ho capito stiamo andando fuori da mosca, al nord. La città ha un nome strano, Tritoskio...no non è questo, Trotisukio...nemmeno questo, Troit...Troitskoye!
Trovato!
Un nome alquanto strano, o forse lo è solo per me?

L'unica cosa che mi ha detto Dom è di avere un'altra casa lì. Chissà quant'è realmente ricco l'uomo seduto di fianco a me.

Inizio a sentire freddo così dopo le mille lamentele di Dominik chiudo il finestrino dell'auto.
Ora c'è un silenzio imbarazzante nell'aria.

"Sei arrabiata?" Non rispondo e continuo a guardare il paesaggio fuori. Certo che sono arrabiata, ogni volta mi tiene all'oscuro di tutto. L'ultima volta sono stata venduta ad un vecchio che per poco non mi uccideva.

"Alissa..." implora esasperato.
Mi giro verso di lui e lo fumino con lo sguardo.
"Si proprio il nome che mi ha dato mia madre" dico ironica.
Dom alza un sopraciglio mentre continua a guardare la strada.
Poi sbuffa.
Poi mi guarda.
Poi ritorna a guardare la strada.
Poi ritorna a guardare me.
Fa un sorrisetto e mi mette un dito nella guancia.

Lo scaccio infastidita "Smettila"
Ma lui non mi ascolta e lo fa di nuovo. "Smettila"
Continua a non ascolatrmi, "Dom smettila!" Urlo infastidita e lui in risposta si mette a ridere. Sbuffo metre lo fisso con sguardo omicida.
"Piccola, te l'ho promesso che ti avrei raccontato tutto. Appena arriviamo a destinazione ti..." le parole gli muoiono in bocca sentendo il mio stomaco brontolare per la fame.

Di solito una ragazza si imbarazza quando questo succede, ma io non sono le altre e faccio finta di nulla. Lo sento scoppiare a ridere.
"Ehii" lo guardo male "guarda che è da questa mattina che non mangio nulla" puntualizzo.

In risposta scoppia di più a ridere " Senza Marie siamo persi vero?" Afferma tra una risata e l'altra.
Continuo a tenere uno sguardo severo contro di lui "Ho capito, ho capito, ci fermiamo da qualche parte a mangiare"

Dopo queste magiche parole vedo il riflesso di una grande insegna sul vetro, mi giro di scatto con la testa e i miei occhi si illimano.
"Burger King!" Esulto.

"No" afferma serio.

"Come no? Sì."

"No"

"Perchè?"

"È pieni di schifezze il 'Burger King' " cerca di imitare la mia voce.
"Noi ci andiamo subito. Ho fame. E ti ricordo che ho pure una pistola con me" rispondo con un sorriso malvagio. L'uomo al volante rimane a bocca aperta dalle mie parola, poi cerca di dire qualcosa ma non emmette suono e, così infine, ci dirgiamo verso il Burger king.

"Mmmmhh. È buonifimo" dico a bocca piena mentre Dom e molta altra gente mi guardano come se fossi pazza.
"Che c'è?" Chiedo dopo aver inghiottito un altro pezzo del mio Hamburger. Prendo un sorso di Coca Cola "Ah, mi sento in paradiso" mi dondolo tutta felice nella sedia.

"Sei strana" se ne esce l'uomo di fronte a me. Porto i miei occhi a guardare i suoi. Sono così azzurri, quasi bianchi, freddi come il mare del nord. Però hanno un fascino tutto loro, sanno come metterti in soggezione ma sanno anche come farti sentire protetta o al sicuro. O forse tutti questo lo penso solamente io?

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