18. Only me and her

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Aprile 1996

«Non capisco» dice Grace passandosi una mano tra i capelli e camminando avanti e indietro nel corridoio in cui siamo.
«Si che lo capisci...» Le prendo la mano per fermarla e farla voltare verso di me.
«Grace andiamo... te l'ho già detto un milione di volte che per me e George la scuola può finire ora. Non ci importa dei M.A.G.O.» Lei sospira, ma poi alza lo sguardo per guardarmi negli occhi.
«Hai ragione, so che vuoi lasciare la scuola, ma... io...»
«Di cosa hai paura?» le chiedo non capendo perché per lei sia così difficile lasciarmi andare.
«Ho paura che se tu... se tu lascerai la scuola... ho paura che le cose tra noi possano cambiare» ammette distogliendo subito lo sguardo per rivolgere l'attenzione al pavimento, come se fosse la cosa più interessante.
«Tassorosso tra noi non cambierà proprio niente. Io amo te e so che tu ami me... cosa potrebbe cambiare?»
«Io... non lo so. È che stiamo crescendo, magari... magari ti stuferai di me»
«Io? Stufarmi di te?» domando sorpreso. È davvero questa la sua paura? Lei annuisce.
«Ho la stessa probabilità di stufarmi di te proprio come c'è la probabilità che la Umbridge perdoni me, George e Harry e ci riammetta in squadra»
«Va bene» disse sempre senza alzare lo sguardo. Con due dita le tiro su il mento così da poter riguardarla negli occhi.
«Non ti preoccupare, faremo un'uscita con stile» Lei sorride per poi poggiare la testa sul mio petto, non ho bisogno di un sì come risposta avevo capito che era d'accordo solo sentendo il battito del suo cuore che si univa al mio.
«Potremmo passare la notte insieme» mormora a bassa voce.
Cosa? Non sono sicuro di aver sentito bene.
«Come?» chiedo sorridendo.
«Si, potremmo stare insieme così ti avrò per me per tutta la notte. Non pensare a cose strane Grifondoro»
«E dove? Non c'è un posto in cui possiamo stare da soli noi due»
«Invece si!» Mi prende il braccio e inizia a tirarmi fino a raggiungere il settimo piano. La Stanza delle Necessità. Appare una porta bianco panna con una maniglia d'ottone al centro. La stanza è diventate un piccolo appartamento. C'erano due letti separati da un comodino, un camino nel quale scoppiettava un fuoco ed una piccola porta sul fondo che poi scoprii essere il bagno.
«Vuoi per caso tenermi chiuso qui?»
«Non dire sciocchezze!» dice andandosi a sedere sul letto facendomi segno di fare altrettanto. Iniziammo a parlare degli ultimi avvenimenti, portando a galla diversi ricordi.

«Buon San Valentino!»
«Grifondoro non credevo volessi festeggiare il giorno degli innamorati»
«Infatti è così, ma Lee ha detto che sarebbe stato carino.. ah lasciamo stare!» Grace inizia a ridere per poi farmi gli auguri di San Valentino.
«Come va con le merendine marinare?»
«Devo dire bene! Ma non posso parlati dei nostri affari»
«Capisco... so che noi non festeggiamo queste stupide feste, ma...» dice incerta torturandosi le mani.
«Andiamo Tauril dimmi cosa hai pensato»
«Ti andrebbe di andare nel nostro posto e stare un po' insieme?»
«Si, magari li ti posso far vedere alcune nuove invenzioni... senza che George lo sappia»
«Mi piacerebbe molto!»

«Si poi il tuo fuoco d'artificio mi ha bruciato una ciocca di capelli!» Annuisco ridendo al ricordo.
«Non c'è niente da ridere, mi sono spaventata» mi sgrida, però sorridendo.
«Ti sei spaventata anche dopo la partita con i Serpeverde»
«Puoi biasimarmi?» mi chiede sempre con il suo sorriso contagioso.

«...non siamo riusciti nemmeno a inserire povero fallito... sai, suo padre»
Era appena finita la partita di Quidditch in cui avevamo vinto grazie ad Harry. Ron si era fatto intimidire dalla canzone dei Serpeverde, quando sento quelle parole che mi fanno ribollire il sangue. Mi stavo per girare quando Angelina mi blocca il braccio dicendomi di lasciar stare.
«...ma a te piacciono i Weasley, vero Potter? Ci passi le vacanze e tutto il resto... non capisco come fai a sopportare la puzza, ma immagino che quando uno è stato allevato da Babbani anche la baracca dei Weasley vada bene...»
Questo è troppo. Io e George ci voltiamo decisi a dare una lezione a Malfoy, ma veniamo bloccati. George da Harry, io da Angelina, ma poi a lei si uniscono Katie e Alicia. Noto nel fondo del campo una chioma castana avvicinarsi a noi, riconosco il volto di Grace. Mi guarda preoccupata. So che ha paura che faccia qualche stupidaggine, ma non posso stare fermo quando insultano la mia famiglia.

|| Look me again || Fred WeasleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora